Venezia si arma contro i neri

Avrebbe lasciato l'hotel il giorno dopo il ritrovamento del cadavere decapitato In 20 armati di bastoni pattugliano piazza San Marco: quattro sono stati denunciati per una rissa Venezia si arma contro i neri Organizzate ronde anti-borseggio ai turisti VENEZIA. Sono una ventina, rigorosamente in incognito, con l'obiettivo dichiarato di vigilare sugli immigrati per evitare che borseggino i turisti. Sono commercianti, esercenti, ambulanti. A gruppi pattugliano la città con ronde spontanee. Si sono autodefiniti «Cittadini non distratti» e hanno preso di mira i nordafricani, soprattutto gli algerini che sarebbero i più abili nello sfilare i portafogli dalle borse delle migliaia di stranieri che quotidianamente affollano Venezia. Adesso tengono d'occhio anche gli slavi. In città li chiamano gli «sceriffi», perché tempo fa si erano fatti addirittura una specie di stella di latta che mostravano agli immigrati che fermavano per le calli di Venezia. Hanno tappezzato i muri del centro storico di manifestini in cui segnalano i rischi degli scippi e contro la calamità dei borseggiatori hanno stampato addirittura un vademecum in varie lingue. Adesso però sono nei guai per una rissa scoppiata dietro Piazza San Marco tra negozianti veneziani e algerini dopo uno scippo sventato. Un barista, Fabio Zecchin, di 32 anni, ha avuto una rotula fratturata, è finito all'ospedale e i suoi compari di tafferuglio hanno accusato un nordafricano, che chiamano Zorro perché inafferrabile, di averlo colpito con una mazza da baseball in ferro. I «Cittadini non distratti» sono insorti; molti commercianti hanno dichiarato pubblicamente la loro esasperazione nei confronti degli algerini che rendono la città pericolosa, allontanano i turisti e compromettono gli affari. La vendetta dei veneziani non si è fatta attendere: in quattro hanno inseguito Zorro e lo hanno preso a pugni e calci. Anche lui va al pronto soccorso, per escoriazioni e lesioni. Ma, uscito dall'ospedale, l'algerino va diretto alla polizia e fa i nomi dei picchiatori: Gianni Dei Ros¬ si, 48 anni, pittore di piazza, attivista convinto dei «Non distratti»; il pensionato Evasio Di Bari, 51 anni, militante nella stessa confraternita; il disoccupato Paolo Trevisan, 42 anni e il cuoco Umberto Zago, di 37 anni. La polizia li interroga, cerca e trova la mazza da baseball, che appartiene ai veneziani, ascolta i testimoni e scopre che la legnata al barista l'aveva inferta per errore proprio il cuoco, un veneto verace. I veneziani, insomma, si erano messi d'accordo per far ricadere la colpa sull'algerino facendo alzare il termometro dell'insofferenza nei confronti degli immigrati. Ma era stato soltanto un bluff e adesso i quattro presunti picchiatori sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per lesioni. Loro negano tutto e sostengono di non aver mai alzato le mani sugli algerini. «Venezia non è una casbah», dice il questore di Venezia, Luigi La Sala, che ribadisce: «Nessuno può sostituirsi alle Forze dell'ordine. I cittadini possono solo segnalare eventuali situazioni anomale» alludendo alle ronde dei «Non distratti». E intanto, probabilmente per scongiurare altri tafferugli, il questore ha rinforzato le pattuglie di sorveglianza in Piazza San Marco. Il prefetto Giovanni Troiani fa notare che l'indice di criminalità nel centro storico di Venezia è tra i più bassi d'Italia. Ma la Lega, complice la campagna elettorale, ne approfitta per chiedere la rimozione di prefetto e questore invocando la costituzione di una «Milizia veneta»: solo chi è nato nella regione, dicono i seguaci di Bossi, può avere la sensibilità per capire i malesseri dei nativi. Acqua sul fuoco dell'emergenza butta anche il sindaco Massimo Cacciari, che ha incon¬ trato i commercianti e li ha invitati a collaborare con le forze dell'ordine: questa è l'unica strada, quella legale. Altre vie non saranno tollerate». E i «Cittadini non distratti»? Le ronde continuano, disarmate, però, senza mazze da baseball o bastoni. Solo con gli occhi aperti. Anche ieri alcuni «sceriffi» hanno perlustrato la città, tenendo sotto controllo le zone considerate più a rischio dal punto di vista dei borseggi: Rialto, Mercerie e, ovviamente, Piazza San Marco. Maria Grazia Raffele Il questore e Cacciari «La città non è una casbah. E nessuno può sostituirsi alla polizia» A sinistra: San Marco. Anche la piazza più famosa è «battuta» dalle ronde razziste a caccia di extracomunitari

Persone citate: Bossi, Cacciari, Evasio Di Bari, Fabio Zecchin, Gianni Dei Ros, Giovanni Troiani, Massimo Cacciari, Paolo Trevisan, Umberto Zago

Luoghi citati: Italia, Venezia