La dolce vita di Ignazio & le larussine

La dolce vita di Ignazio & le larussine WW «fl«PR««y WIIH MI l«yilUAIV « IV IMI VMIHV La dolce vita di Ignazio & le larussine WW «fl«PR««y WIIH MI l«yilUAIV « IV IMI VMIHV Punta sui giovani la campagna di An a Milano DAL NOSTRO INVIATO Sapessi come è strano veder le larussine a Milano. Nella città che fu di nonno Bettino e di zio Silvio, le under 25 hanno un nuovo fidanzato di riferimento: Ignazio La Russa, detto Mefisto per via del pizzetto, figlio dell'avvocato di Ligresti e futuro ministro di Fini (se vince). Uno dei nuovi padroni della metropoli. La Russa ha tutto per piacere alla generazione y (la x, a suo modo, era ancora di sinistra): ipervitale, tiratardi, ammiratore atletico del Pool, baciatore inestinguibile di guance femminili (ne abbiamo contate fino a cento, prima di fermarci, in una sera), un figlio di nome Geronimo e soprattutto un bagaglio ideologico e linguistico televisivo, cioè ridotto all'essenziale e recitato con perentorietà (al telefono non dice «Pronto?» ma «Parla!»). Le larussine si assomigliano tutte: belle, biondastre, aggressive, poco ideologiche, animate da una visione emotiva della politica («la destra è l'amante, la sinistra, che noia, il marito») e da un furore attivistico che fa di loro le sacerdotesse di questa specie di '68 alla rovescia. Attraversano la campagna elettorale milanese con piglio guerriero per distribuire i volantini di iviefisto dentro i licei e le università. Cinque bionde hanno affittato un vecchio minibus e dopo averlo ribattezzato «il pullman delle Valchirie» scorrazzano per la città con il cappellino delle frecce tricolori in testa e Lorenza o Ludovica al volante, fermandosi davanti ai mercati e alle scuole per improvvisare comizietti in onore del capo. Il reclutamento procede nelle feste notturne in discoteca, secondo un cerimoniale preciso: la larussina volontaria viene presentata all'Ignazio, oppure lo abborda direttamente: lui si segna nome e numero di telefono su un foglietto che regolarmente perde e suggella l'accordo con un paio di bacioni sulle gote, seguiti da una strizzatina ai fianchi e un accenno di danza sincopata: La Russa balla con le gambe a ics, la mano sinistra sul cuore e la destra libera di giocargli brutti scherzi. «Ancora con quella storia del saluto romano! Stavo cantando "Una carezza e un pugno" a una festa e quando ho fatto il pugno tutti gli amici hanno gridato "buuuh", allora io...», e lo rifa anche adesso, in piazza del Duomo, in faccia a una famigliola asiatica che arretra sgomenta. Alla vigilia del voto le larussine, accompagnate dai rispettivi larussini, si sono radunate in un locale di viale Alemagna: mille coppiette nere, più Memo Remigi, Marco Predolin e Cesare Cadeo, le uniche tre facce smarrite della serata. Vanamente attesa Paola Barale, larussina ad honorem. La Russa è apparso . mezzanotte, senza più voce ma con gli occhi del gaudente e il fido e monumentale ex leghista Piergianni Prosperini come guardia del corpo. «Dov'è Laura?», grida il festeggiato, baciando grappoli di ragazze e stringendo la mano ai fidanzati: (Attento, tu, che questa te la fregano, ah ah», e intanto se la frega un po' lui, prima di ballare con una certa Tatiana soprannominata, manco a dirlo, «la russa». «Dov'è Laura?», ripete, fendendo l'assembramento di gonne e calze nere, «rispetto a un anno fa, quadruplicate» riconosce il proprietario della sala. La Russa riemerge da un abbraccio polipesco, sale sul palco e comincia uno di quei suoi micro-comizi tarati sui tempi di uno spot. (Andate pure a ballare tutte le sere, ragazzi, ma di g:'irno spiegate agli amici indecisi che quegli altri sono passati dalla Resistenza alla Desistenza: che brutta fine!». Larussine, in coro: «Buuuh». La Russa: «Di là c'è la si- nistra di Sesto San Giovanni, con i suoi musi ingrigiti dalla tristezza». Larussine: «Buuuh». La Russa: «Di qua invece ci siamo noi, con la nostra voglia di vivere!». Larussine: «Yeeeeeh!». Già finito. Microfono a Roberto Cominardi, l'organizzatore: «"Striscia" sfotte Ignazio per il pizzetto. Buon segno. Vuol dire che han-no pa-u-ra. Io li conosco, Ricci e la sua banda: vengono da Radio Po-po-la-re!». Larussine: -ss- . * ^ «Buuuh» La Russa intanto è già di nuovo in pista che grida «dov'è Laura?» e intanto bacia, balla, ribacia, saluta a mano rigida il camerata Fioravanti in camicia nera, «un fascista, ma è l'ultimo, lo giuro»), strapazza i fianchi di una Monica in tailleur berlusconiano che lo chiama «senatore». «Deputato, cara, deputato». «Scusi tanto, senatore». La scusa. Ma appena si allontana: «Quella vota Forza Italia: per forza non capisce un cazzo, ah ah. Chi è che mi tocca? Laura?». No, è Gerolamo. Il figlio sedicenne: praticamente La Russa senza pizzetto. «Geronimo!». «Papà». «A casa!». «Ma domani ho due ore di educazione fisica. Ascoltami...». «Ti ascolto benissimo: a casa!». Geronimo. E finalmente, Laura: trentun anni, carina, larussina-tipo. Così tipo che è diventata sua moglie. La seconda. E la prima vera risposta della Nordestra a sora Fini. Vende pubblicità per Mondadori: alla fine tutto si tiene, sempre. Anche dall'altra parte: l'avversario di La Russa, il diniano Carlo Paris, ha sposato la figlia dell'ex console onorario del Costa Rica... 11 comitato elettorale di An, a due parsi da piazza San Babila e così lussi oso da sembrare un atelier, è presidiato anche nei giorni festivi da una stop model» potenziale, con due lauree e un distintivo di Le Pen all'altezza del seno: si chiama Alessia e il giorno non lontano in cui avrà l'età per andare in Parlamento si beccherà, oltre che un sacco di voti, le prime pagine dei settimanali per almeno sei mesi. Il pomeriggio di Pasqua se ne stava nell'ufficio deserto a imbustare i pieghevoli con su il faccione dell'Ignazio. Uno si chiede: perché lo fa? «Perché ci credo», è la risposta, accompagnata da uno sguardo di sfida e dall'entrata in scena del Principe finalmente Azzurro. «Onorevole guardi questa spilla di Le Pen che mi hanno regalato». La Russa strabuzza gli occhi: «Via quella roba, non si mette più» e coglie l'occasione per sfilargliela personalmente. «Onorevole, andrebbe a comprarmi le sigarette?». «Come? Io dovrei...?». Alessia sorride: «Le sigarette, onorevole». «Queste ragazze le abbiamo in pugno», racconta La Russa, in coda dal tabaccaio. «Siamo il loro modello: né intellettuali né burini, mi spiego?». Massimo Gramellinì «Siamo il modello di queste ragazze Né intellettuali né burini» «La destra è l'amante, la sinistra, che noia, il marito» ìmmummi mk: Ignazio La Russa in una foto del 72 e in una recente immagine in discoteca

Luoghi citati: Costa Rica, Milano, Radio, Sesto San Giovanni