Il Professore tira fuori le unghie
Prodi all'attacco nel faccia a faccia di «Linea tre»: hai avuto frequen2e in cambio di frequentazioni Prodi all'attacco nel faccia a faccia di «Linea tre»: hai avuto frequen2e in cambio di frequentazioni Il Professore tira fuori le unghie E il Cavaliere: se governi il Paese come Uri è la rovina ROMA. Si accendono le luci: a «Linea tre», il programma Rai condotto dà Lucia Annunziata, parte il primo confronto diretto tra Berlusconi e Prodi, e si scopre che è proprio vero quello che va ripetendo Silvio Sircana, addetto stampa del Professore, e cioè, che il leader dell'Ulivo «non è un buono». E' Prodi il primo a provocare. A freddo. Forse nella speranza di far perdere subito le staffe al Cavaliere (il che non è difficile) e di dimostrare a tutti che lui il «faccia a faccia» con il leader di Forza Italia lo regge, checché si sia detto o scritto. Prodi butta l'amo («un imprenditore in politica - dice - diventa una tragedia se non ha una forte virtù personale perché essendo un semplificatore spacca il Paese in due»), ma Berlusconi non abbocca. Il Professore ci riprova. E interrompe l'avversario. Il Cavaliere, questa volta, non ci sta. E attacca Prodi perché da presidente dell'Iri ha fatto 143.000 licenziamenti. Tocca alla Annunziata «salvare» il Professore: osserva che al Polo liberista dovrebbero «andare bene» i licenziamenti. Ma il Cavaliere insiste: «Su 170 personaggi che Prodi ha nominato all'Iri - dice - 93 erano de in omaggio a De Mita che l'aveva messo lì, 23 socialisti, 20 liberali e repubblicani, e solo 34 tecnici. Quindi ha lottizzato». E ancora: «Se lei governerà il Paese come ha governato Tiri, povera Italia». Prodi ne tenta un'altra. «Berlusconi - ricorda - in Rai cambiò tutti i dirigenti per fare gli interessi della sua azienda». Replica di Berlusconi: «Ma quei dirigenti hanno fatto concorrenza alla Fininvest, ottenendo la massima "audience" e hanno portato i conti della Rai in forte attivo». L'attacco di Prodi rischia di rivelarsi un «boomerang». E la Annunziata interviene, troncando di netto la discussione. Fedele alla logica del «riprova sarai più fortunato», il Professore fa un affondo sul conflitto d'interessi. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, un colpo gli riesce: «Pensate - sottolinea - che quando il garante disse che Berlusconi doveva vendere il Giornale, lui lo ha dato a suo fratello, prendendo in giro gli italiani». Il Cavaliere accusa la mazzata: «Mio fratello è una persona come le altre». E il leader dell'Ulivo contesta al capo del Polo di aver avuto «frequenze in cambio di frequentazioni». Insomma, niente rissa, nel confronto a due che precede quello tra le squadre, però il cli- ma è teso. I due protagonisti si beccano. Gli alleati ogni tanto interrompono, anche se nella prima parte della trasmissione dovrebbero star zitti. Lo fa Fini, per primo. Poi D'Alema, ma il Professore lo tacita. Infine Bianco che si arrabbia appena Berlusconi rinfaccia a Prodi i vincoli con De Mita. Già, perché nel «botta e risposta» i nomi di Craxi e dell'ex segretario de vengono lanciati come insulti. Ora tocca alle squadre (da una parte Fini, Buttiglione, Casini, Tremonti, Martino e Mancuso, dall'altra, D'Alema, Bianco, Ripa di Meana, Melandri, Maccanico). E nell'Ulivo si assiste alla staffetta tra il segretario del pds e Prodi. E' il primo, adesso, a condurre le danze, a cercare di innervosire Berlusconi, a calmare gli alleati («non vi agitate, tanto vinciamo»). Si affronta il tema della giustizia. La Annunziata cerca di portare allo scoperto le divisioni tra An e Forza Italia. E Fini, dopo aver sottolineato che il «Polo non è una caserma in cui tutti hanno un ordine a cui attenersi e quindi ci possono essere valutazioni diverse», per «ritorsione», cita un Occhetto di giornata che suona piuttosto critico nei confronti dell'appiattimento del pds sui magistrati. La parola passa a D'Alema, nelle vesti del difensore di pubblici ministeri e giudici. Il clima si scalda: Fini ricorda le riunioni dei magistrati che si svolgevano nella sede del pei di Bologna, il segretario del pds attacca il Cavaliere, Mancuso dà del «mentitore» a Prodi. Poco dopo le dieci inizia il collegamento con Dini. Che però viene presto abbandonato a se stesso e rimane sullo schermo a parlare da solo. Quando lo fanno intervenire di nuovo spiega che non è un dramma se l'Italia non entra nello Sme, perché l'inflazione è uguale a quella degli altri Paesi. «E' il doppio» l'interrompe Berlusconi. «Vabbè, il doppio... due punti in più», ammette Dini. Poi si discute di programmi e i leader, che evidentemente non li conoscono bene, sfogliano affannosamente i loro: le telecamere sorprendono Prodi e Buttiglione in azione. Dunque, niente rissa, in tv, questa volta. Però quando i «big» discutono tutti insieme, non si capisce niente. E alla fi»e, l'incontenibile Cavaliere ruba l'ultima parola a Prodi, cui spettava di diritto, visto che l'altro era stato sorteggiato per intervenire per primo. Maria Teresa Meli L'ex premier: facevi soltanto gli interessi di De Mita: hai nominato 170 dirigenti, 93 erano democristiani»
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