Sette anni, alla cloche della morte

Sette anni, alla cloche della morte IL CASO IL VOLO MALEDETTO Sette anni, alla cloche della morte Bimba-pilota precipita in Usa tentando un record NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Cercavano la gloria Jessica Dubroff, 7 anni, e suo padre Lloyd, Volevano battere il primato di «pilota più giovane» ad avere attraversato gli interi Stati Uniti. Si sono sfracellati con il loro aereo nei pressi di Cheyenne, nel Wyoming, e la fama che hanno conquistato è fatta di stupore, di pietà, di rabbia e forse di qualche riflessione sulla sconsideratezza dell'impresa che si erano messi in testa di compiere. Erano partiti mercoledì da Half Moon Bay in California con un Chessna 177B e la prima tappa del volo, appunto fino a Cheyenne, si era conclusa secondo i piani. A fianco di Jessica sedeva il suo istruttore John Reid, con l'incarico preciso di non toccare nessun comando se non in caso di assoluta emergenza, ma non era stato necessario: lei aveva diligentemente compiuto tutte le operazioni necessarie e il papà, sistemato in uno dei due sedili posteriori, era molto soddisfatto. Ieri, al momento di ripartire, c'era un forte temporale nella zona di Cheyenne, ina loro hanno deciso di intraprendere la seconda tappa. Il programma prevedeva che arrivassero a Fort Wayne, nell'Indiana, che pernottassero 11 e che poi, oggi, compissero il salto, finale fino a Falmouth, nel Massachusetts, dove un tempo la famiglia Dubroff aveva abitato e dove c'erano tanti amici ad aspettarli per festeggiarli. Ma il Chessna era troppo piccolo e leggero per affrontare un maltempo come quello che imperversava ieri a Cheyenne. Prima ancora di arrivare alla quota di volo l'aereo ha puntato il muso verso il basso ed è andato a schiantarsi poco fuori della città, mancando di misura una casa. Cosa sia esattamente accaduto non si sa, è stata aperta un'inchiesta e per avere una risposta bisogna aspettare la sua conclusione. E' presumibile però che a un certo punto l'istruttore John Reid abbia tentato di intervenire per raddrizzare l'aereo, ma probabilmente ormai era troppo tardi I soccorri¬ tori sono arrivati quasi subito, ma non c'era molto da fare. Non una corsa disperata all'ospedale perché Jessica, suo padre e l'istruttore erano morti sul colpo. Non una lotta contro le fiamme perché l'aereo, nonostante avesse appena fatto il pieno di carburante, non si era incendiato. C'era solo da recuperare i corpi e portarli mestamente all'obitorio. Dopo venti minuti, sul posto dell'impatto c'erano soltanto il corpo centrale del- l'aereo coperto da un telone, e poco lontano la coda e le ah, che si erano staccate. La partenza di mercoledì era avvenuta con il solito sfondo di giornalisti, fotografi, cameramen e naturalmente sponsor. Qualcuno aveva chiesto a Lloyd Dubroff se non fosse preoccupato per l'incolumità dì Jessica, e lui aveva risposto tutto allegro che era assolutamente sicuro delle capacità della sua bambina e che lo preoccupava molto di più quando andava a cavallo, l'altra sua grande passione dopo il volo. A Falmouth, dove tutto era pronto per festeggiare Jessica, è sceso il gelo. «Ero pronta ad andare all'aeroporto», dice Joan Burden, un'amica dei Dubroff. «Volevo vedere l'aereo atterrare e immaginare che era lei, a 7 anni, a compiere quella manovra. Non atterrerà più, vero?». Franco Pantarelli Jessica Dubroff sorridente subito prima della partenza dall'aeroporto Cheyenne nel Wyoming A fianco i resti del Cessna

Persone citate: Fort Wayne, Franco Pantarelli Jessica, Joan Burden, John Reid, Moon Bay