«America, salva i Maconi» di Paolo Passarini

«America, salva i Maconi» «America, salva i Maconi» La Agnelli chiede aiuto a Christopher WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ricevuta ieri al Dipartimento di Stato nella veste di presidente di turno dell'Unione Europea, il ministro degli Esteri italiano Susanna Agnelli ha chiesto al suo collega Warren Christopher l'interessamento del governo americano per la famiglia Maconi, i cinque italiani bloccati in Liberia senza mezzi di sostentamento. Più tardi, nel corso di una conferenza stampa tenuta assieme al vicepresidente dell'Eu sir Leon Brittan, il ministro Agnelli ha assicurato che tutti gli italiani a Monrovia e Buchanan sono «in condizioni di sicurezza». Il governo americano ha promesso il suo aiuto anche nel caso della famiglia Maconi, ma il problema è che attualmente la loro casa è «irraggiungibile» poiché collocata in una zona estremamente calda di Mon¬ rovia. Gli italiani bloccati in Liberia sono 15, 12 a Monrovia e 3 a Buchanan. Il governo degli Stati Uniti è soprattutto impegnato a mettere in salvo alcune centinaia di cittadini americani che risiedevano in Liberia quando la situazione politica interna è degenerata in guerra civile. Ma ieri Christopher ha assicurato che il suo governo si prenderà cura anche degli altri stranieri in difficoltà «a mano a mano che ne avremo la possibilità». L'incontro svoltosi ieri a Washington è stato il primo dei due incontri annuali di coordinamento tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Il ministro Agnelli ha informato che i temi principali del colloquio di ieri sono stati, oltre che una ricognizione sullo stato dei rapporti reciproci (definiti dal ministro «molto solidi»), l'andamento del processo di pace in Medio Oriente e la situazione nel¬ l'ex Jugoslavia. La rappresaglia condotta ieri dal governo israeliano contro i fondamentalisti di Hamas è stata citata durante il colloquio, che ha messo in evidenza un comune stato di preoccupazione su una situazione mediorientale definita «grave». Uno spiraglio di speranza si è invece acceso in Bosnia dove lo scambio di prigionieri tra le parti, elemento base di un processo di distensione, è finalmente in corso, dopo essere rimasto fermo per settimane. Il ministro Agnelli ha definito questo uno sviluppo «positivo», pur essendo chiaro che molti problemi restano ancora da risolvere. A una domanda sulla presenza di feddayn iraniani in Bosnia, anche grazie al tacito consenso degli americani, il ministro Agnelli ha detto di «augurarsi» che tutti gli stranieri in Bosnia che non fanno parte del contingente multi nazionale di pace «tornino al più presto alle loro case». A sir Brittan è stato infine domandato quale sia l'opinione della comunità europea sul recente indurimento delle sanzioni americane verso Cuba. Il vicepresidente dell'Eu, pur sottolineando che si tratta di misure unilaterali che riguardano solo gli americani, ha espresso la «forte obiezione» europea di fronte alla legge, perché può «pregiudicare anche gli interessi di altri Paesi». Paolo Passarini