In Libano vendetta di Israele

Nella capitale colpito un palazzo, caccia dal cielo alle Mercedes dei capi Nella capitale colpito un palazzo, caccia dal cielo alle Mercedes dei capi In libano vendetta di Israele Da Beirut alla Beqaa raid contro Hezbollah TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Elicotteri da combattimento Apache dell'aviazione israeliana sono tornati ad agire ieri, per la prima volta negli ultimi 13 anni, a Beirut dove hanno centrato con altrettanti razzi le tre finestre del Comando operativo dei guerriglieri Hezbollah, al primo piano di un edificio alto dieci. Per tutta la giornata aerei da combattimento ed elicotteri israeliani hanno inseguito i guerriglieri in tutto il Libano, dalla valle della Beqaa allo sperone montagnoso di Iqlim al Tuffah, dal porto di Tiro fino alla superstrada per Beirut. Nel Libano del Sud le Mercedes dei guerriglieri in fuga sono state tallonate da elicotteri israeliani e, in due casi, colpite in pieno. La grande operazione aerea che secondo il generale Amiram Levin, comandante della regione militare settentrionale, proseguirà anche nei prossimi giorni - è la ritorsione al duro bombardamento a cui la città di Kiryat Shmone (alta Galilea) è stata sottoposta martedì da parte degli Hezbollah. Ieri sera, nel corso di una drammatica conferenza stampa a Tel Aviv, il premier e ministro della Difesa Shimon Peres ha prefigurato un equilibrio del terrore fra Beirut e Kiryat Shmone: «Non ci sarà sicurezza in Libano - fintanto che non ci sarà sicurezza in Galilea». Una dichiarazione che altera, nella sostanza, le tacite intese raggiunte dai governi di Israele, Siria e Libano nel luglio 1993 al termine dell'Operazione Resa dei Conti. Quelle intese stabilivano alcune «regole del gioco» per la guerriglia nella Fascia di sicurezza e vietavano il bombardamento di villaggi sciiti nel Libano del Sud e di città israeliane nell'alta Galilea. 'Adesso quelle intese sonò "superate dai fatti, ha lasciato intendere Peres, anche se si è detto «sempre mteressato a'raggiungere Uri accordo generale di pace e pronto ad ascoltare nuove idee che vengano da Beirut o da Damasco». La giornata di fuoco è iniziata per gli abitanti di Kiryat Shmone con nuovi appelli ad entrare di urgenza nei rifugi perché all'alba l'aviazione israeliana aveva già lanciato il suo primo attacco e si temevano reazioni sciite. L'obiettivo colpito era il grande deposito di munizioni, ricco di magazzini e di bunker, di Tel al-Khyal, nella valle delle Beqaa. I soldati siriani, a 700 metri di distanza, hanno potuto seguire il raid israeliano a occhio nudo. Per la Siria è un chiaro monito: che rischia cioè di trovarsi coinvolta suo malgrado nella lotta fra Israele e i guerriglieri. Ieri, inoltre, il capo dell'intelligence militare Moshe Bughy Yaalon ha tenuto a ricordare che i rifornimenti militari iraniani destinati agli Hezbollah passano appunto dall'aeroporto di Damasco. Se la Siria volesse, la guerriglia resterebbe a secco dopo che di recente è stata bloccata una pista terrestre che passava per la Turchia. Alle 11,15 di mattina gli elicotteri israeliani si sono presentati sulla costa di Beirut e - in una selva di alti edifici - sono riusciti a individuare quello, nel quartiere di Bir el Abed, utilizzato dai guerriglieri per progettare i loro attacchi anti-israehani. Complessivamente, gli attacchi hanno provocato la morte di cinque persone e il ferimento di una decina. Nella conferenza stampa il capo di stato maggiore, Amnon Lipkìn Shahak, ha accusato il governo centrale di Rafie Hariri di non saper controllare il suo territorio e di garantire alla guerriglia zone extra-territoriali anche all'interno di Beirut. Il premier libanese ha replicato con un'altra conferenza stampa in cui ha chiarito agli israeliani che mai accetterà di disarmare «la resistenza sciita». «E' l'occupazione del Libano del Sud ha argomentato - che genera la resistenza». Ormai semideserta dopo che oltre 10 mila abitanti sono sfollati in fretta e furia, la città di Kiryat Shmone attende adesso la reazione degli Hezbollah che ieri a tarda sera hanno annunciato che «Israele ha acceso un fuoco con cui noi lo bruceremo. Abbiamo braccia lunghe e forti». Aido Baquis I razzi centrano le finestre del comando sciita I guerriglieri: attenti, abbiamo braccia lunghe HAiFA SIRIA ISRAELE Shimon Peres Alla vigilia delle elezioni in Israele ha deciso una durissima rappresaglia contro le basi dei guerriglieri in Libano

Persone citate: Abed, Aido, Amiram Levin, Amnon Lipkìn Shahak, Baquis I, Hariri, Peres, Shimon Peres, Yaalon