Carolina sovrana sregolata di fine '700

Volgare come Sarah Ferguson, tenace come Lady Diana Fa scandalo a Londra la biografìa della regina: le sue imprese ricordano quelle attuali della famiglia reale l l d fi Carolina, sovrana sregolata di fine 700 Volgare come Sarah Ferguson, tenace come Lady Diana li A guarda che sorpresa, sui banchi dei librai inglesi. Un bel volume di storia fresco di stampa, che malgrado le cinquecento e più pagine e il taglio accademico attira i curiosi di pettegolezzi non meno dell'ultimo numero di Hello!. Titolo, The Unruly Queen, la regina sregolata. Autore Flora Fraser, editore Macmillan. Soggetto: vita e sciagure di Carolina Amelia Elisabeth di Brunswick-Wolfenbuttel, moglie tedesca di Giorgio IV, figura dai riccioli biondi e la condotta sguaiata che ha avuto finora soltanto un angolino nella memoria del popolo britannico, per essere stata l'unica regina d'Inghilterra cacciata dall'incoronazione del proprio marito. Perché tanta curiosità intorno a questa dama di fine Settecento che a detta di tutti era volgare, ignara di pulizia e di eleganza, piena di vitalità e di spirito quanto priva di senno e di giudizio? Perché la bionda e tonda Carolina sposa il futuro Giorgio IV per matrimonio combinato, diventa principessa di Galles e vede il ménage naufragare per incompatibilità di carattere. La re- lazione di lui con la moglie di un cortigiano non è un mistero per nessuno, e lei, infelice, cerca consolazione nelle spese e tra le braccia di molti amanti, non tutti convenientemente discreti. Naturalmente, il futuro re chiede il divorzio. Naturalmente, lei gli dichiara guerra e vuole molto denaro. I cortigiani rispondono raccogliendo le prove della sua infedeltà, e lei, tenace, si serve della stampa per difendersi, cavalcando lo scontento popolare verso la monarchia, e tendendo la mano agli orfani e ai bisognosi. E alla fine tutto si risolve in politica, con la principessa avvicinata dall'opposizione, per far battere il cuore dei radicali. Capito? Con duecento anni d'anticipo, Carolina era Sarah Ferguson. Vivace e un po' volgare. Solo che le toccava in sorte lo stesso destino di Diana, lo stesso tipo di matrimonio «un po' affollato» per usare le sue parole, cosa che allora significava quattro persone, non tre. Giorgio infatti, che quando vide per la prima volta la promessa sposa pronunciò le celebri parole: «Harris, non mi sento bene; servimi ti prego un bicchiere di brandy», ali arrivo di Carolina era già segretamente sposato con una certa signora Fitzherbert, nonché felicemente accoppiato con Lady Carolina A Jersey, responsabile della scelta della principessa tedesca come moglie di facciata. Allora come ora, il futuro re aveva dalla sua i notabili del regno e la principessa di Galles la pubblica el opinione. Allora come ora, la famiglia reale la isolò nel gelo. Del resto Giorgio III (quello della Pazzia di Alan Bennet, in uscita in questi giorni da Adelphi) aveva spera_ to per suo figlio una moglie discreta, e si era ritrovato con una chiacchierona pronta a confidarsi con chiunque e a offire il fianco alla stampa. Ma qui tuttavia le similitudini finiscono perché sembra (incredibile) che i giornalisti inglesi fossero molto più indiscreti duecento anni fa. E quando Carolina prese la via di un byronesco esilio verso il Sud dell'Europa, non persero occasione per seguirla fino in Terra Santa, e ritraila tra le braccia del suo amante latino Bartolomeo Pagani, che da guida turistica, per i servigi resi, si ritroverà un giorno barone. The Unruly Queen sarà anche, come scrive la critica inglese, una sordida storia raccontata superbamente. Ma il punto non è questo. Il punto, per critici e lettori, è: tòno a che punto la vicenda di Carolina può suggerire l'esito di quella di Diana? Flora Fraser forse non se lo immaginava, ma ha lavorato otto anni per scrivere l'oracolo più piccante del secolo. E può darsi che alla fine lo azzecchi anche. L'attuale principessa di Galles non sarà cosi insensata e goffa da farsi cacciare da tutte le entrate di Westminster Abbey il giorno dell'incoronazione, ma difficilmente, tuttavia, la inviteranno a una che non sia quella di suo figlio William. E quanto al potere che le viene dalla sua grande popolarità, e di cui l'opposizione vorrebbe servirsi, potrebbe risolversi, come ebbe a dire Sir Walter Scott per quello della sua amica Carolina, in «un gran fuoco di paglia». Comunque vadano le cose, già girano vignette sui giornali con Diana che legge avidamente The Unruly Queen per dare indicazioni ai suoi avvocati. Livia Manera Per prima si servì della stampa per difendersi La cacciarono quando il marito fu incoronato Carolina Amelia Elisabeth di Brunswick-Wolfenbuttel

Luoghi citati: Adelphi, Europa, Galles, Inghilterra, Jersey, Londra