Kazan beffe antiborghesi di Gianni Rondolino

Da Berlino, i film della formazione Da Berlino, i film della formazione Kazan, beffe antiborghesi iTt] ELLE oltre 800 pagine del\ la sua autobiografia, uscita 1 nell'88, Elia Kazan non ne I fa nemmeno cenno. Come i-U se il film da lui girato con un gruppo di amici nel '34 non fosse mai esistito, o non avesse avuto per lui, che allora faceva parte del Group Theatre, fondato tre anni prima da Lee Strasberg, Harold Clurman e Cheryl Crawford, alcuna rilevanza. E dire che proprio nel '34 Kazan si era iscritto al partito comunista americano e ne era diventato un elemento di spicco, e quel piccolo film, realizzato con pochi soldi e modesti mezzi tecnici, rifletteva l'anarchismo suo e dei suoi amici, l'anticlericalismo, un impegno sociale sottinteso, qualche sberleffo antiborghese, e magari anche un intento ingenuamente rivoluzionario. Sta di fatto che Pie in the Sky (La torta in cielo) - questo è il titolo del cortometraggio di 14 minuti realizzato da Irving Lerner, Molly Day Thatcher, Ralph Steiner, Elman Koolish, Russell Collins, Elia «Gadget» Kazan, e interpretato, fra gli altri, dallo stesso Kazan - è sì un divertimento cineamatoriale, ma è anche la testimonianza gustosa, ingenua, appassionata di un impegno politico e artistico, che in seguito Kazan volle in gran parte rinnegare. Come fece per un altro film di quegli anni, più professionale, prodotto dalla casa progressista Frontier Films, di cui scrisse la sceneggiatura e fu aiuto-regista: People of the Cumberland (La gente del Cumberland), del 1947. «Non potei fare a meno», ricorda Kazan nell'autobiografia, «di girare un documentario che trattava della vita dei minatori e delle loro famiglie. Fu diretto da un raffinato fotografo, Ralph Steiner, che si guadagnava molto bene da vivere con la pubblicità, ma era pieno di devota ammirazione per la classe operaia». Ora che i due film sono stati recuperati e presentati a Berlino nella rassegna retrospettiva dedicata al regista dal Festival, e che su Kazan è stato pubblicato un bel libro curato dalla Cineteca berlinese (Autori vari, Elia Kazan, Jovis, Berlino), il discorso critico sui suoi anni di formazione può riaprirsi. Non solo per quanto riguarda l'impegno politico, l'adesione e poi il rifiuto dell'ideologia comunista, ma anche rispetto alla carriera cinematografica. La quale, se in People of the Cumberland non esce dai limiti di un buon prodotto di propaganda secondo gli schemi del cinema americano del New Deal, con uno sguardo rivolto alle condizioni miserabih' di vita dei lavoratori e dei disoccupati, e un altro al loro riscatto attraverso la solidarietà di classe, assume invece in Pie in the Sky un significato diverso. In questo scherzo iconoclasta Kazan attore e coregista si prende burla delle istituzioni borghesi, di quel pietismo e di quella falsa pietà che lui e i suoi amici vedono rappresentata dalla Chiesa ufficiale, e si diverte a capovolgere le cose, con uno stile naif che non è solo il frutto della mancanza di soldi e di mezzi tecnici. C'è un intento provocatorio esplicito, ma c'è anche il gusto della beffa: e in più una sperimentazione formale che investe in pari misura la regia e l'interpretazione. Da questo spirito corrosivo ha preso le mosse il cinema di Kazan, che soltanto dieci anni più tardi, con Un albero cresce a Brooklyn, si sarebbe affermato in tutto il mondo. Ed è un inizio che - al di là di ciò che ne avrebbe pensato lo stesso Kazan molti anni più tardi - non è certo indegno di un artista coraggioso e indipendente come lui. Gianni Rondolino

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