Israele un altro giallo nucleare di Aldo Baquis

La polizia parla di screzi con la moglie, ma per i giornali è stato rapito La polizia parla di screzi con la moglie, ma per i giornali è stato rapito Israele/ un altro giallo nucleare Scomparso un ingegnere della centrale segreta TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO La polizia israeliana ricerca da oltre una settimana in tutto il Paese un ingegnere impiegato nella centrale nucleare di Dimona (deserto del Neghev), ma l'uomo sembra essere scomparso senza lasciare la minima traccia. Nei giorni scorsi i giornali hanno pubblicato più volte la sua fotografia, ma fra i lettori nessuno è stato in grado di fornire maggiori delucidazioni alla polizia che ormai non esclude più la possibilità che la scomparsa dell'uomo sia in qualche modo collegata al suo lavoro nel posto più segreto e più inquietante di Israele. La misteriosa vicenda avviene mentre la centrale di Dimona si trova al centro di furiose polemiche internazionali (specialmente nel mondo arabo) scatenate da un documentario della televisione di Stato israeliana secondo cui essa rischia di inquinare la intera zona circostante per via delle scorie radioattive sepolte nel sottosuolo. Secondo gli autori del documentario, le scorie potrebbero inquinare una falda acquifera vicina e anche - in caso di terremoto - una vasta zona del Neghev settentrionale. Autorizzata a compiere una delle rare visite nella centrale, la troupe della tv vi ha rilevato un'atmosfera diffusa di intimidazione. «Molti avevano una grande paura di parlare, persone che avevano accettato di farsi intervistare si sono pentite all'ultimo momento», ha poi raccontato la curatrice del documentario, Irìt Gal. In questa atmosfera l'inchiesta della polizia incontra gravi difficoltà. Yaron Cohen - questo il nome dell'ingegnere di 30 anni resosi irreperibile - è scomparso da Dimona martedì scorso. Secondo una prima ricostruzione la mattina era andato in banca e aveva prelevato un'ingente somma di denaro. Il giorno successivo, mentre Israele si apprestava a celebrare la Pasqua ebraica con cenoni famibari, i parenti di Cohen si sono allarmati nel vedere che il loro congiunto tardava. Secondo l'ufficiale della polizia incaricato dell'inchiesta, Haim Eyal, la pista principale da seguire è quella degli screzi famibari che hanno portato i coniugi Cohen sull'orlo del divorzio. Ma la stampa non esclude l'ipotesi più inquietante: quella cioè che la sorte dell'ingegnere sia legata alle sue attività nel centro di ricerca nucleare. La vicenda ha fatto subito veni¬ re alle memoria quella del tecnico nucleare Mordechai Vanunu, pure impiegato nella centrale di Dimona, che nel 1986 fece pervenire al Sunday Times un'abbondante documentazione - raccolta pazientemente in segreto per molti mesi all'interno del Machon-2 (il «cervello» della centrale) - che dimostrava per la prima volta che Israele era la quinta potenza nucleare al mondo, disponendo allora di un arsenale di almeno duecento testate. Nel settembre 1986 si erano perse per un mese le tracce di Vanunu, in viaggio fra Israele, l'Austraba, la Gran Bretagna e l'Itaba. L'uomo era poi riapparso misteriosamente in un tribunale di Gerusalemme. Sul palmo della mano scrisse, perchè i fotografi lo riprendessero: «Rapito a Roma, Italia, 30.9.86, volo della British Airways». Dieci anni dopo il rapimento di Vanunu - «ad opera degb agenti del Mossad», secondo il fratello Meir - turba ancora i sonni del governo israeliano e in particolare del premier Shimon Peres che, secondo la ricostruzione del Sunday Times, la ordinò. Nei giorni scorsi il settimanale britannico ha riferito che il ministro israeliano della Giustizia David Libai ha respinto le richieste di una delegazione internazionale che chiedeva per Vanunu - detenuto in totale isolamento - un alleviamento delle condizioni di reclusione. Aldo Baquis Dieci anni fa il Mossad sequestrò Vanumi, il tecnico che rivelò «Abbiamo 200 bombe» Il tecnico Vanumi chiede aiuto sull'auto che lo porta via

Luoghi citati: Gerusalemme, Gran Bretagna, Israele, Italia, Roma, Tel Aviv