Nefertari regina d'Italia

il caso. Torino: ancora tre giorni per la sovrana, esplode Pegittomania il caso. Torino: ancora tre giorni per la sovrana, esplode Pegittomania Nefertari regina d'Italia Con 480 mila visitatori è la mostra record «^1 TORINO \\ EFERTARI batte tutti. In l] Italia la grande mostra 1 sulla regina «luce d'Egit± 11 to» fa il vuoto dietro di sé. E su scala mondiale conquista la top ten degli eventi più seguiti nell'ultima stagione. E' in questi termini da record sportivo che bisogna parlarne. Dopo i sette mesi a Roma, fra ottobre '94 e aprile '95, con 350 mila visitatori, e dopo il restauro e la riapertura della splendida tomba della sovrana, nella Valle delle Regine a Luxor, la trasferta a Torino, nella città più egittofila d'Italia, ha confermato il successo: 130 mila persone dal 15 dicembre a ieri, una media di quasi duemila presenze quotidiane, con un trend in costante ascesa che nella volata degli ultimi giorni prima della chiusura si è assestata sui tremila visitatori, con un picco di 4300 domenica scorsa. In tutto la rassegna è stata vista da oltre 480 mila persone, classificandosi prima in Italia (alle sue spalle la Biennale di Venezia, a quota 320 mila, poi i tesori dei Farnese, 254 mila visitatori fra Parma e Napoli) e al settimo posto nel mondo. E' con un misto di entusiasmo e di rammarico, quindi, che gli organizzatori (la Fondazione Memmo di Roma, il Getty Conservation Institute di Los Angeles e il Museo Egizio di Torino) vivono queste ultime ore nei padiglioni della Promotrice. Lunedì si chiude, perché i locali devono essere resi disponibili per altre manifestazioni e perché sono scaduti i termini dei prestiti da parte delle istituzioni internazionali che hanno messo a disposizione i reperti. Ma intanto nei viali del Valentino, all'ingresso della palazzina, si ingrossano file di appassionati imperturbabili di fronte alla prospettiva di dover pazientare fino a due o tre ore Per questo l'orario di apertura è stato prolungato, dalle 9,30 alle 23,30. Chi vuole fare la conoscenza della splendente sposa di Ra messe II, «la più bella di tutte» (le altre spose e le altre donne), come suona il nome Nefertari nella lin gua dell'antico Egitto, ha ancora poco tempo ma può tentare. Come si spiega questa esplosione di interesse, un aspetto soltanto, ma significativo, della dilagante passione archeologica che muove da un capo all'altro del pianeta torme di studiosi e turisti, sulle tracce di Priamo, Ulisse, Alessandro il Grande, Ebla, Rapa Nui, la Magna Grecia? Dalla parigina Académie des Inscriptions, Jean Leclant, uno dei massimi egittologi viventi, osserva che «nello smarrimento dell'uomo d'oggi, nella crisi del mondo occidentale, la ricerca delle radici si ripropone come un bisogno vitale. E in questa ricerca l'incontro con la civiltà dei faraoni, con le bellezze ambientali dell'Egitto e con i suoi tesori monumentali esercita un fascino irresistibile». Oggi come sempre, si può aggiungere, se ricordiamo che lo stesso Alessandro si egittizzò sempre più fino a identificarsi in un'ipostasi di Amon. La valle del Nilo è vicina, è tutt'uno col Mediterraneo e la sua cultura, e soprattutto attraverso Creta e le Cicladi ha riverberato i suoi influssi sulla civiltà greca e poi su quella romana. Già nel- l'antichità correva voce (sicuramente esagerata) che Platone avesse appreso in Egitto alcune delle sue dottrine fondamentali. E lo stesso Platone, nel Fedro, riferisce il mito del dio egizio Theut che avrebbe inventato la scrittura. Sulla molteplice eredità nilotica si sofferma Silvio Curto. Lo storico ex direttore dell'Egizio si fa ripetere le cifre di Nefertari e si infervora: «Mi ricorda lo straordinario successo della mostra su Tutankhamon, che negli Anni 60 spopolò nelle principali capitali europee. E' un altro segno di un fenomeno in corso a partire dal dop- guerra, quando si è attenuato un ~rto ellenocen- trismo un po' acritico e le accresciute conoscenze sull'Egitto ci hanno rivelato come e quanto abbia pesato la civiltà dei faraoni anche sulla nostra cultura». Su questo sfondo si innesta il particolare richiamo esercitato da Nefertari, «la prima femminista della storia», come la etichetta Leclant. La regina, vissuta nel XIII secolo a. C. durante il Nuovo Regno, non si limitò ai compiti di sposa e di madre, come le altre donne del faraone, ma si occupò anche di questioni di Stato intessendo una fitta trama di relazioni diplomatiche, come testimoniano alcuni reperti di provenienza nitrita. Un modello senza precedenti, e a lungo senza imitatrici. E' questa la «luce d'Egitto» che più di tre millenni dopo risplende in cima alle classifiche d'Italia Nefertari ha lanciato la sfida quanti sapranno tenerle testa? Da Roma Alessandro Magno (93 mila visitatori in quattro mesi) e Ulisse (un migliaio al giorno da metà febbraio) affilano le armi Ma forse soltanto i Greci di Palazzo Grassi (30 mila in 12 giorni) alla fine faranno meglio. Maurizio Assalto / perché di una passione di massa: parlano Silvio Curto e Jean Leclant '95-'%: LE TOP TEN NEL MONDO SEDI VISITAT0RI 1] Claude Monet [Chicago] 965.000 2] Fondazione Barnes [Filadelfia, Monaco] 917.000 3] Constants Brancusi [Parigi. Filadelfia] 639.646 4] Paul Cezanne [Parigi] 632.000 5] James McNeil Whistler [Parigi, Washington] 568.767 6] PietMondrian [L'Aia, Washington, New York] 509.000 7] Nefertari [Roma, Torino] 480.000 8] Paesaggio nella pittura occidentale [Taipei] 470.000 9] II700 veneziano [Washington, Venezia] 441.518 10] Chagall, gli anni russl [Parigi] 408.701 I visitatori in fila davanti alla Promotrice delle Belle Arti, aTorino, per la mostra su Nefertari (nell'immagine a destra) che si chiude lunedì