Furto in canonica il ladro è il parroco
181' Ha poi venduto le opere d'arte ad alcuni antiquari: cercava soldi per ristrutturare la chiesa Furto in canonica, il ladro è 81 parroco Vicenza, prende quadri e preziosi crocefissi per pagare i debiti VICENZA. Il televisore e i 30 milioni in contanti se li erano presi veramente. Ma dei quadri antichi, dei crocifissi e della pala del XVI secolo spariti dal museo parrocchiale quel 2 marzo scorso loro, i ladri, non ne sapevano assolutamente niente. Il motivo? Semplice. A rubare gli oggetti sacri era stato don Augusto Pianalto, 63 anni, parroco di Montecchio Precalcino, a 15 chilometri da Vicenza. Li aveva sottratti per venderli ad alcuni antiquari e, forse, per incassare l'assicurazione stipulata dalla curia. A portare don Augusto dalla parte dei peccatori è stata una storia di debiti legati alla ristrutturazione della sua chiesa settecentesca, con relativa canonica. Una storia che al religioso è costata la denuncia per simulazione di reato e appropriazione indebita. L'occasione per il parroco arriva dal cielo un mese fa: alcuni ladri (veri) visitano la canonica e si portano via i soldi e il televisore. «Non ho sentito niente - dichiara il sacerdote ai carabinieri che raccolgono la denuncia -, forse sono stato narcotizzato». Ma due giorni dopo, disperato, si ripresenta ai carabinieri: dal museo parrocchiale dedicato ai santi Vito, Modesto e Crescenzia, al secondo piano della canonica, sono scomparse anche moltissime opere d'arte. «Abbiamo perso la memoria storica del paese», piangono i parrocchiani di Montecchio, lontani mille miglia dall'immaginare la verità. Così, addio alla pala d'altare della Vergine con Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano, ai dipinti del XVI secolo, alle sculture in pietra, agli antichi stendardi processionali, alle croci e ai crocefissi, in tutto un'ottantina di pezzi di elevato valore, pare per alcune centinaia di milioni. Ma un po' perché nel racconto di don Augusto non tutto quadra, e un po' anche per alcune voci che iniziano a circolare in paese, ecco saltare fuori la verità. Quella, cioè, del budget per la ricostruzione della chiesa e della canonica, clamorosamente sforato. Lavori che dai 300 milioni previsti - erano arrivati a seicento. Così le domande e i sospetti si fanno sempre più insistenti. E il sacerdote infine cede, vuota il sacco con i carabinieri, lasciando di stucco i 5 mila abitanti di Montecchio Petralcino. I carabinieri, dopo averlo messo alle strette e averlo convinto a collaborare, sono riusciti a recuperare la refurtiva. Le opere d'arte erano state vendute ad alcuni antiquari per poche decine di milioni. «Ho fatto una stupidaggine racconta adesso don Pianalto insomma ho perso la testa. Però ero in buona fede. E' che la banca esigeva la copertura del mutuo e la curia era in ritardo. Così ho venduto 20 pezzi del museo per 16 milioni. L'assicurazione? Non ci pensavo nem¬ meno». Certo mai come ieri sera a don Augusto la tradizionale «via crucis» deve essere sembrata tanto lunga e faticosa. E adesso con i parrocchiani come la mette? «Chiederò scusa a tutti, non l'ho fatto per arricchirmi. Mi sento un po' come una madre che per procurare cibo ai figli fa una sciocchezza. So che qualcuno mi ha giudicato troppo in fretta, ma ho ricevuto anche tanta solidarietà». Alessandro Mognon Ha confessato: «Sono come una madre che per procurare cibo ai figli fa una sciocchezza» Le opere scomparse dalla chiesa valevano centinaia di milioni
Persone citate: Alessandro Mognon, Augusto Pianalto
Luoghi citati: Montecchio, Montecchio Precalcino, Vicenza
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