Dall'Alfiere bianco di Ancona ona sfida lanciata nel vooto

Gli inquirenti: non rispondiamo al presunto killer che propone una partita a scacchi Gli inquirenti: non rispondiamo al presunto killer che propone una partita a scacchi Dall'Alfiere bianco di Ancona ona sfida lanciata nel vooto ANCONA DAL NOSTRO INVIATO Si può davvero credere alle minacce dell'Alfiere Bianco? Immaginare che, con la scacchiera libera davanti a sé, non vedendo contromosse efficaci da parte dell'avversario che ha sfidato, avanzerà come un coltello nella carne e farà una nuova vittima nera? La logica e gli inquirenti farebbero rispondere di no, ma logica e inquirenti hanno spesso mostrato limiti che la follia oltrepassa impunita. E allora, alla vigilia del giorno fissato come termine di scadenza per la contromossa, mentre l'orologio del duomo di Ancona avanza come il timer sul tavolo tra due scacchisti, si può usare anche la fantasia per decifrare il senso di questa partita tra l'assassino e gli investigatori, che è sempre e comunque fatta di mosse e contromosse, errori e astuzie, tranelli e varianti, come una sfida di scacchi, appunto. 1A «SCACCHIERA». Il piano su cui si gioca è la città di Ancona. Città portuale. Città di contrabbandieri e prostitute, nell'immediato dopoguerra. E anche più tardi. L'ultimo bordello clandestino, con tanto di maitresse settantenne e regole di gestione pre-legge Merlin è stato scoperto pochi mesi fa. Come in ogni città la prostituzione si concentra nei pressi della stazione (casella A4 della mappa cittadina, tavola 3 del Tutto Città). In particolare c'era qui un cinema, il Moderno, trasformato in residence con mini-appartamenti. Uno di questi era stato affittato da quattro ragazze-squillo. Una di loro si chiamava Anna Maria Bevacqua. LA REGIMA NERA. Lei era una «hostess alto livello, solo per appuntamento», «occhi verdi, relax, ambiente riservato». Segue numero telefonico del mini-appartamento al residence. Non fatevi ingannare dalle foto pubblicate dai quotidiani negli ultimi giorni, in cui appare appesantita e fuori forma. Ce ne sono altre in cui gli occhi verdi, incorniciati dal rimmel, risaltano davvero sul volto scuro, con capelli corvini e orecchini grandi, da regina gitana. Anna Maria Bevacqua aveva trentatré anni e una famiglia d'origine trasferita a Torino, dove vive ancora la madre e dove il fratello minore Vito ha conseguito l'ambito diploma in cartomanzia e magia rituale che oggi gli permette di dire: «L'avevo visto nelle carte che le sarebbe successo qualcosa di terribile. E ora l'ho già sognata tre volte, mia sorella. Dice che mi deve parlare e io sto preparando una seduta spiritica per darle ascolto. Quel che già so, da mago, è che l'assassino colpirà ancora». Anna Maria, invece di seguire la vocazione familiare per i tarocchi («Scacchi e tarocchi», cantava Francesco De Gregori), aveva frequentato una scuola di canto e sperava di sfondare nel mondo dello spettacolo. Dal mondo dello show business aveva ricevuto in cambio di tante speranze una sola cosa: Antonio Zagarella, anni settanta, produttore di spettacoli non indimenticabili, con qualche trascorso per molestia a modelle e aspiranti attrici. Convivevano a Santarcangelo di Roma- gna. Quando lei prendeva il treno per andare a Ancona («solo per appuntamento») lui pensava andasse a cantare, dice. «Aveva una doppia vita», si dispera. Come non si sapesse che le doppie vite le hanno soltanto quelli che vengono guardati con un occhio solo, mentre l'altro resta prudentemente chiu¬ so. Nel suo «ambiente riservato» la regina nera viene uccisa nel pomeriggio dell'8 febbraio tra le due e le tre del pomeriggio. Era appena arrivata al residence, sicuramente in treno perché non aveva con sé il fidato doberman che l'accompagnava sempre nei viaggi in auto. Un uomo fa l'amore con lei, poi, mentre Anna Maria, con la confidenza che non si mostra a un cliente occasionale, siede in bagno, lui la uccide colpendola alla testa con un oggetto contundente e poi accoltellandola con uno stiletto per diciassette volte. Quindi scompare. Questa è la vera mossa iniziale della par¬ tita, ma qualcuno cercherà di confondere le acque. L'APERTURA LARSEN. Il 22 febbraio qualcuno imposta una lettera da Falconara, diretta al comando dei carabinieri di Ancona. Contiene minacce a un testimone, un carabiniere che incontrava spesso la regina nera sul treno tra Santarcangelo e Ancona. E' un particolare delle indagini che pochi conoscono. Lo scrivente va oltre. Provoca: «Facciamo quattro partite a scacchi una per taluna dell tre con cui divdeva l'appartamento l'ultima per te ogni sconfitta una morte io ho i bianchi - cominciamo - B due in B-tre. Contatto io By By Cerchi di contattare un quotidiano per la pubblicazione della partita ogni sabato». La lettera è scritta con un normografo. Lo strumento deve avere qualche problema: la «E» è probabilmente rotta, chi scrive la salta per quattro volte e nelle altre occasioni si intuisce che per ottenerla aggiunge una gambetta alla «F». Qualche problema di grammatica ce l'ha invece l'estensore. Magari come scacchista è migliore. Gli inquirenti credono che sia un mitomane e non intendono proporgli contromosse. Se si volesse prestrargli fede, invece, bisognerebbe chiarire due preliminari. Uno: in realtà il nero gioca con l'handicap, perché prima di muovere il pedone e liberare la sua corsa, Alfiere Bianco ha tolto dalla scacchiera la regina nera. Secondo: prima di proseguire, andiamo al cinema. «SCACCO MORTALE». Vediamoci questo film con Christopher Lambert. Trama: un serial killer ammazza alcune donne seguendo le mosse della partita di un campione che odia. Dopo il primo omicidio, una telefonata: «Voglio giocare con te. La partita è cominciata, domani alle undici saprai la mia mossa». Ogni mossa è un delitto, ogni delitto è annunciato da un messaggio sul giornale. I delitti programmati sono 5 (come qui: la regina nera, le tre amiche, il testimone). Gliene riescono 4. Dividendo l'area in cui si svolge la sfida come fosse una scacchiera, a ogni mossa che riproduce quella di una partita del campione corrisponde il luogo di uno dei delitti. B2-B3. E allora, volendosi sforzare di credere all'Alfiere Bianco, è difficile immaginare che voglia davvero fare una autentica e lunghissima partita a scacchi via giornale con un carabiniere. Piuttosto, se davvero fosse l'assassino, starebbe annunciando in forma mascherata la sua prossima mossa: B2 in B3. Starebbe dicendo di guardare lì e ragionare. L'area della sfida è Ancona. Sulla tavola del «Tutto Città» che comprende il luogo del primo omicidio, accanto alla stazione (A4), basta salire con lo sguardo per vedere i due riquadrati B2 e B3. Se Alfiere Bianco non fosse un mitomane ma un raffinato omicida potrebbe aver voluto dire questo: che colpirà in quell'area, liberata dall'avanzata del pedone, muovendosi diagonalmente, come è proprio dell'alfiere. E allora, guardando la cartina, si vede una sola strada che corre in diagonale (partendo in prospettiva dalla stazione) e, nel tratto B2-B3, taglia la mappa cittadina come un coltello occupando completamente i due riquadrati: via Giambattista Pergolesi. Poi è meglio fermarsi, prima di provocare cali dei valori immobiliari e reazioni inviperite di inquirenti, sceneggiatori e maestri di scacchi. Sono solo suggestioni davanti a un delitto che però la logica non ha risolto e a una lettera che può essere quella di un pazzo, ma anche quella di un pazzo assassino. FINALE DI PARTITA. Oggi è il giorno della verità. Adesso che la sua sfida è diventata pubblica non c'è più un altro sabato valido per rispondere. Oggi o mai più. Gli inquirenti hanno annunciato: nessuna contromossa scacchistica. I carabinieri, perfino infastiditi: cerchiamo un assassino, non un cretino che vuole giocare con cavalli e re. Per ora, non hanno trovato né l'uno né l'altro. Tocca a Alfiere Bianco interpretare il loro silenzio. Può attribuirsi partita vinta per rinuncia dell'avversario o insistere e muovere ancora qualche immaginaria pedina in suo possesso. Stamattina sfogherà con ansia la rubrica di annunci del quotidiano locale dove anche Anna Maria inseriva il suo messaggio. Cercherà qualcosa tipo: A. A A. «E7 in E5 cerca nuovi soci, manoscrivere curriculum». Più probabile che il suo sguardo si perda ancora una volta tra «Pamela studentessa bella mora riceve amici distinti» e «Spagnola bella vi aspetta per fare belle cose insieme». Gabriele Romagnoli Oggi scade il termine fissato nella lettera spedita ai carabinieri «Se non replicate alla mia mossa ucciderò altre tre prostitute» Gli investigatori sempre più convinti che sia tutta opera di un mitomane e non del vero assassino della squillo Forse la sua «apertura» (B-2 in B-3) non si riferisce a una scacchiera ma alla mappa della città così come ha raccontato un film di qualche anno fa Gli inquirenti: non rispondiamo al presunto killer che propone una partita a scacchi 181' fiere bianco di Ancona da lanciata nel vooto In alto, un'immagine di Ancona. A fianco, la mappa della città: nel quadrante A4 c'è la casa teatro dell'omicidio. Così . come narrato nel film «Scacco mortale», le indicazioni date dal presunto killer nella lettera potrebbero riferirsi a zone della città e non a caselle di una scacchiera Oi-c-.... i ''v.'fV v *\ —. -i- -J-— C,\—.. f t Anna Maria Bevacqua e la lettera scritta dal presunto killer Gli investigatori sempre più convinti che sia tutta opera di un mitomane e non del vero assassino della squillo «SCACCO MORTALE». Vediamoci questo film con Christopher Lambert. Trama: un serial killer ammazza alcune donne seguendo le mosse della partita di un campione che odia. Dopo il primo omicidio, una telefonata: «Voglio giocare con te. La partita è cominciata, domani alle undici saprai la mia mossa». Ogni mossa è un delitto, ogni delitto è annunciato da un messaggio sul giornale. I delitti programmati sono 5 (come qui: la regina nera, le tre amiche, il testimone). Gliene riescono 4. Dividendo l'area in cui si svolge la sfida come fosse una scacchiera, a ogni mossa che riproduce quella di una partita del campione corrisponde il luogo di uno dei delitti. B2-B3. E allora, volendosi sforzare di credere all'Alfiere Bianco, è difficile immaginare che voglia davvero fare una autentica e lunghissima partita a scacchi via giornale con un carabiniere. Piuttosto, se davvero fosse l'assassino, starebbe annunciando in forma mascherata la sua prossima mossa: B2 in B3. Starebbe dicendo di guar In alto, un'immagine di Ancona. A fianco, la mappa della città: nel quadrante A4 c'è la casa teatro dell'omicidio. Così . come narrato nel film «Scacco mortale», le indicazioni date dal presunto killer nella lettera potrebbero riferirsi a zone della città e non a caselle di una scacchiera Anna Maria Bevacqua e la lettera scritta dal presunto killer