Onu scintille Roma-Bonn di Andrea Di Robilant

L'ambasciatore attacca, «Spiegel» parla di scuse, la Agnelli nega DIPLOMAZIA L'ambasciatore attacca, «Spiegel» parla di scuse, la Agnelli nega Onu, scintille Roma-Bonn «Metodi teutonici per riformare il Consiglio» ROMA. Brillano scintille tra Roma e Bonn nella battaglia per i seggi all'Onu. L'ultima l'ha fatta scoppiare il settimanale Der Spiegel. L'Italia - sostiene il settimanale - ha chiesto scusa alla Germania per quell'accusa di usare metodi «teutonici» mossa qualche giorno fa ai tedeschi dall'ambasciatore italiano all'Onu Paolo Fulci. Replica immediata e stizzita della Farnesina: nessuno ha chiesto scusa a nessuno. Il contatto con l'ambasciata a Roma c'è stato, ma solo per ribadire che in questa battaglia Italia e Germania continuano a essere in aperto contrasto. La posta in gioco è nota. Germania e Giappone vorrebbero entrare a far parte del Consiglio di sicurezza come membri permanenti. Questa soluzione, nota come «quick fix» negli ambienti diplomatici perché permetterebbe una rapida modifica degli assetti al vertice dell'Orni evitando le complicazioni di una più ampia riforma, è appoggiata dagli Stati Uniti. L'Italia, invece, è fortemente contraria a questa ipotesi. Teme che i sette membri permanenti del Consiglio (gli attuali cinque più i due nuovi) formino di fatto un nuovo direttorio mondiale dal quale sarebbe esclusa. Così la diplomazia italiana si è impegnata a fondo per sabotare il quick fix, arrivando a definire l'esito di questa battaglia «una questione di vita o di morte» per l'Italia. E il Presidente Scalfaro ne ha fatto il tema principale della sua visita negli Usa. L'Italia, in alternativa, propone una riforma più ampia con la creazione di un gruppo di membri semipermanenti (circa una ventina) che si alternerebbero con frequenza ravvicinata nel Consiglio di sicurezza. Questo progetto, che tiene conto anche delle aspirazioni di numerose medie e grandi potenze regionali, riscuote ampi consensi tra i membri Onu. Anzi, è l'unico progetto che attiri nuove adesioni. Questo attivismo dell'Italia, e soprattutto del combattivo ambasciatore Fulci, irrita non poco i tedeschi. Irritano soprattutto le sue esternazioni polemiche e nient'affatto diplomatiche ai giornali. Come l'ultima, fatta al Giornale di Vittorio Feltri questa settimana, in cui Fulci si lamenta per i metodi «massicci, teutonici» usati dalla Germania per contrastare le manovre dell'Italia. Andrea di Robilant

Persone citate: Agnelli, Fulci, Paolo Fulci, Scalfaro, Vittorio Feltri