Somalia fuoco contro la Bonino

Una sparatoria a Chisimaio coinvolge il convoglio umanitario del commissario europeo Una sparatoria a Chisimaio coinvolge il convoglio umanitario del commissario europeo Somalia, fuoco contro la Bonino Infuria la guerra tra i clan, decine di morti MOGADISCIO. Da qualche tempo dimenticata, ma purtroppo sempre drammaticamente viva, la guerra civile in Somalia torna alla ribalta con il pesante bilancio dei più recenti scontri a Mogadiscio Sud tra le fazioni in lotta (almeno 75 i morti) e con una sparatoria che ieri mattina a Chisimaio ha coinvolto il convoglio della commissaria europea per gli aiuti umanitari Emma Bonino, in visita nel centro portuale a 600 km a Sud di Mogadiscio. Subito dopo l'arrivo all'aeroporto di Chisimaio, il convoglio comunitario si è trovato al centro di un breve conflitto a fuoco mentre si dirigeva in città. Successivamente una sparatoria di maggiore intensità si è verificata anche quando lo stesso convoglio aveva quasi raggiunto l'aeroporto al termine della visita della delegazione europea guidata dalla Bonino, giunta a Chisimaio per incontrare i rappresentanti di entrambe le fazioni per discutere degli aiuti umanitari da concedere alla Somalia. La prima sparatoria è stata provocata alle 9,50 circa (le 8,50 italiane) dal tentativo dei miliziani di Mohamed Hadj Aden, uno dei vicepresidenti del «governo» del gen. Mohamed Farah Aidid (autoproclamatosi, nel giugno scorso, Presidente della Somalia), di infiltrarsi nel convoglio delia-Bonino. La commissaria Ue era stata accolta allaeroporto dal gen. Mohamed Said % Hershi Morgan, che attualmente controlla Chisimaio ed è schierato nel fronte anti-Aidid. Dopo che due colpi d'arma da fuoco erano stati esplosi contro il convoglio comunitario, i miliziani di Morgan, che lo scortavano, hanno sparato alcune raffiche di fucile mitragliatore a scopo intimidatorio. Il convoglio ha quindi ripreso il suo cammino per Chisimaio. Poco dopo, nel corso di un incontro nel suo quartier generale a Chisimaio, il gen. Morgan ha spiegato: «Stamattina, prima dell'arrivo della signora Bonino, avevamo avuto notizia che Aidid aveva ordinato ad Aden di creare incidenti per turbare la visita della commissaria europea, ai suoi occhi colpevole di non essersi recata ieri a Mogadiscio Sud. Sono i miei uomini che hanno aperto il fuoco per proteggere la Bonino, e spe¬ riamo che non si scoraggi per il genere di musica con cui è stata accolta. Ma adesso la situazione è sotto controllo». Ultimato l'incontro, Morgan è stato però smentito sulla via del ritorno verso l'aeroporto quando poco dopo mezzogiorno il convoglio della Bonino è rimasto bloccato per circa mezz'ora lungo la strada a causa di una nuova sparatoria - questa volta più fitta - tra i miliziani del «signore della guerra» di Chisimaio e quelli di Aden. Dopo aver bloccato l'ingresso dell'aeroporto, questi ultimi sono stati però costretti a ripiegare dai miliziani di Morgan, anche se la sparatoria è proseguita e si è intensificata mentre l'Hercules C-130 decollava in emergenza verso l'ultima tappa della missione della Bonino: Barderà, capoluogo della regione del Gedo (Sud-Ovest), sotto controllo del clan Marrehan, lo stesso del defunto presidente Siad Barre, dalla cui caduta (gennaio 1991) la Somalia continua a non aver pace. «Ci siamo trovati nel bel mezzo di uno dei tanti scontri tra clan ha raccontato Emma Bonino a pericolo srampato -. Abbiamo sentito qualche fucilata, lo scoppio di una granata, ma fortunatamente la situazione non è degenerata, rischio facile da correre quando si ha l'impressione che non ci sia nessuno a comandare queste scaramucce. Comunque, non saranno certo questi incidenti a scoraggiarci. Al contrario, ci danno ancora maggior forza per essere più presenti in Somalia: senza il nostro aiuto questa gente rischia un'altra carestia». Congedandosi dagli abitanti di Barderà, prima di rientrare a Nairobi, la Bonino ha infatti ribadito l'impegno comunitario: «L'Unione europea, l'unica che continua ad assicurare aiuti umanitari alla Somalia, è pronta ad aiutarvi ancora di più nella ricostruzione del vostro Paese, ma questo sarà possibile solo se i somali si aiuteranno innanzitutto da loro stessi, dando pace e stabilità al Paese. Potete farlo soltanto voi, ma quando lo farete sono pronta a tornare e l'Ue non vi farà mancare il suo sostegno». Ma ieri, per il secondo giorno consecutivo, le forze di Aidid e di Osman Ali Hassan Atto, ex alleati, si sono violentemente affrontate nella zona Sud di Mogadiscio, con un bilancio arrivato finora ad almeno 75 morti. Lo hanno riferito fonti ospedaliere e testimoni. Le fonti hanno detto che, negli scontri che infuriano intorno alla ex ambasciata americana, i miliziani uccisi finora sono circa 40, 70 quelli feriti dei quali 25 in modo grave. Molti civili sono rimasti intrappolati nei combattimenti scoppiati ieri mattina nella trafficata strada che va da Mogadiscio Sud ad Afgoi. Secondo i testimoni, in totale vi sono stati 35 morti e 15 feriti, dei quali 7 gravi. I tre ospedali che si trovano nella zona teatro degli scontri hanno dovuto sospendere ogni attività, non solo per la battaglia in corso ma anche per l'impossibilità di essere raggiunti dal personale medico, [e. st.] «Ma questo incidente non ci scoraggia: gli aiuti continueranno» io dei discio meno atoria io ha com aiuti visita a Sud oporomudi un tre si mente ntenndo lo i rag della ropea a Chiesener diri da % ti-Aima da tro il iziani hanfucile contro nel suo quartier generale a Chisimaio, il gen. Morgan ha spiegato: «Stamattina, prima dell'arrivo della signora Bonino, avevamo avuto notizia che Aidid aveva ordinato ad Aden di creare incidenti per turbare la visita della commissaria europea, ai suoi occhi colpevole di non essersi recata ieri a Mogadiscio Sud. Sono i miei uomini che hanno aperto il fuoco per proteggere la Bonino, e spe¬ Ultimato lincontro, Morgan è stato però smentito sulla via del da a causa di una nuova sparatoria - questa volta più fitta - tra i miliziani del «signore della guerra» di Chisimaio e quelli di Aden. Dopo aver bloccato l'ingresso dell'aeroporto, questi ultimi sono stati però costretti a ripiegare dai miliziani di Morgan, anche se la sparatoria Miliziani somali e, in alto, Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari non ci scoraggia: gli aiuti continueranno» è proseguita e si è intensificata mentre l'Hercules C-130 decollava in emergenza verso l'ultima tappa della missione della Bonino: Barderà, capoluogo della regione del Gedo (Sud-Ovest), sotto controllo del clan Marrehan, lo stesso del defunto presidente Siad Barre, dalla cui caduta (gennaio 1991) la Somalia continua a non aver pace. «Ci siamo trovati nel bel mezzo di uno dei tanti scontri tra clan ha raccontato Emma Bonino a pericolo srampato -. Abbiamo sentito qualche fucilata, lo scoppio di una granata, ma fortunatamente la situazione non è degenerata, rischio facile da correre quando si ha l'impressione che non ci sia nessuno a comandare queste scaramucce. Comunque, non saranno certo questi incidenti a scoraggiarci. Al contrario, ci danno ancora maggior forza per essere più presenti in Somalia: senza il nostro aiuto questa gente rischia un'altra carestia». Congedandosi dagli abitanti di Barderà, prima Miliziani somali e, in alto, Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari