Dini adesso tocca a Prodi

Maccanico rilancia il progetto per un governo delle «grandi intese». Bossi: sono già d'accordo Maccanico rilancia il progetto per un governo delle «grandi intese». Bossi: sono già d'accordo Pini; adesso tocca a Prodi «Fare il premier è un lavoro faticoso» ROMA DALLA REDAZIONE «Fare il presidente del Consiglio è molto faticoso. Quindi è bene che ci sia un'alternanza». Con questa frase ieri Dini, sul palco del Maurizio Costanzo Show che sarà trasmesso lunedì sera, ha definitivamente spianato la strada verso Palazzo Chigi al professor Romano Prodi. Nel caso di vittoria elettorale dell'Ulivo, naturalmente. Le parole di Dini sono state precise .come mai prima. «Prodi è stato designato leader dalla coalizione e io rispetto questa scelta. Personalmente non so se andrò a fare il ministro: per governare c'è bisogno del contributo di tutti. Poi saranno i risultati elettorali a determinare il tipo di governo. Se sarò eletto, credo che potrò svolgere un ruolo importante in Parlamento (la presidenza della Camera? n.d.r). 11 resto sono solo tutte ipotesi». C'è da dire, però, che si combatte per la vittoria ma si parla (e tanto) della possibilità del pareggio. Come se fosse la conclusione più probabile del duello elettorale. E in questo caso le carte potrebbero mischiarsi di nuovo. L'ultimo a dire la sua in proposito è Antonio Maccanico che propone, in caso di parità, il solito governo di «larga coalizione», ma precisa anche che dovrebbe coinvolgere i partiti. A differenza del governo «svincolato dai partiti» che lui tentò di formare prima che Scalfaro sciogliesse le Camere. Maccanico non vede altre soluzioni: né un governo Polo-Lega, né Ulivo-Lega. E Bossi, da Milano, conferma che la Lega promette di tenersi fuori: «Hanno già fatto l'accordo per governare insieme. Roma Polo e Roma Ulivo sono la stessa cosa». E allora chi po¬ trebbe guidare il fantasticato governo della parità? Maccanico, forse, pensa ad un suo nuovo tentativo. Lamberto Dini di sicuro ci punta («In caso di parità si possono trovare quelle intese per dare una vera stabilità al Paese»). Romano Prodi, invece, lo esclude sin da ora con chiarezza: io sono pronto a guidare solo un governo di centro-sinistra, «se ci dovessero essere altre forme o altre formule necessarie, io non farò un governo». Questo è quel che si dice dalle parti dell'Ulivo. Nel Polo si coglieva ieri il risveglio di moderati (Urbani) e centristi (ccd, cdu), preoccupati per le trattative tra Berlusconi e Palmella. E decisi a riportare il capo del Polo al ruolo di moderata colomba, strappandolo ai condizionamenti di Fini. No ai «ricatti» di Pannella dice con decisione il prof. Giuliano Urbani, l'esperto di riforme di Berlusconi. Nel nostro programma abbiamo già proposto agli elettori il sistema semipresidenziale alla francese. «Se questo a Pannella basta, amici come prima. Se, invece, cerca di ricattarci, sappia che nei sistemi maggioritari e bipolari le capacità di condizionamento politico sono distribuite in molte mani e non stanno certo solo nelle sue. Di riforme visionarie e velleitarie ne abbiamo viste anche troppe. Non capisco perché si agita tanto». Così le «colombe» di Forza Italia sfidano Pannella. Con l'aggiunta (a beneficio dell'ultimo Berlusconi) del rifiuto di andare a nuove elezioni subito, in caso di pareggio. «Non credo che si risolva il problema tornando alle urne fra tre mesi», avvisa Pierferdinando Casini, segretario del ccd. Giovanardi, capogruppo dei deputati di ccd-cdu aggiunge (sempre a beneficio di Berlusconi e Fi- ni) che la Costituzione va modificata «col maggiore consenso possibile, trattandosi di patrimonio comune a tutti i cittadini». «Molto rumore per nulla» sono le polemiche suscitate dal Berlusconi che promette di riformare la Costituzione solo con l'eventuale maggioranza del Polo, assicura Rocco Buttiglione. Tensione nel Polo per le trattative con Pannella Urbani: diciamo no ai ricatti A sinistra: il leader dell'Ulivo Romano Prodi Qui sopra: Antonio Maccanico

Luoghi citati: Milano, Roma