Consumi altra frenata
Vendite al dettaglio: solo +1,9% nel quarto trimestre 1995 Vendite al dettaglio: solo +1,9% nel quarto trimestre 1995 Consumi, altra frenata «Punito ilpiccolo commercio» ROMA. Calano i consumi negli ultimi tre mesi del '95 e ne fanno le spese soprattutto i piccoli commercianti schiacciati tra ipermercati, supermarket, fisco e pressione della burocrazia. Le vendite al dettaglio nella piccola, media e grande distribuzione segnano nel quarto trimestre dello scorso anno, secondo i dati Istat, un aumento limitato all'I,9% rispetto ad un incremento tendenziale nei primi tre trimestri rispettivamente del 2,9%, del 6,5% e del 5,2%. Risulta così sensibilmente attenuata la crescita delle vendite del commercio fisso al minuto, che era iniziata nel quarto trimestre del '94 ed aveva presen-i-to le maggiorazioni più significative '.el secondo e nel terzo trimestre '95. E' quanto basta, prima di approfondire le cifre dell'Istat, per scatenare reazioni forti da parte delle categorie interessate. «Non si può pensare - afferma Sergio Bilie, presidente della Confcommercio - di gestire una politica economica solo in chiave monetarista. Occorre cambiare rotta e fare in modo che tutto il mercato possa riprendere quota al più presto. Altrimenti, ci andranno di mezzo non soltanto i consumi, ma anche altre decine di migliaia di posti di lavoro». E' evidente, sottolinea Bilie, che il commercio sta soffrendo le conseguenze di un mercato interno costretto a vivere ormai da più di tre anni in una situazione recessiva, che certo non si può dire sia stata superata. «Il fatto più grave - insiste - è che il potere di acquisto delle famiglie continui a diminuire e che non si stia facendo nulla per consentire al mercato di riprendere una via di crescita e di far uscire centinaia di migliaia di piccole imprese da una condizione di seria difficoltà». Anche il presidente delia Confesercenti Guido Pederelli manifesta grande preoccupazione: «Siamo di fronte ad una fase di decelerazione che colpisce in particolar modo la piccola distribuzione, mentre la grande distribuzione non mostra danni rilevanti. Il rallentamento della domanda nel piccolo commercio ha già avuto conseguenze pesanti: fra ottobre '95 e gennaio '96 il numero degli occupati si è ridotto di circa 30 mila unità». Il limitato aumento delle vendite ha caratterizzato tutti i settori merceologici e tutte le categorie distributive ad eccezione dei prodotti non alimentari della piccola distribuzione che ha registrato una flessione dello 0,2%. Per i prodotti alimentari la crescita è risultata del 4,3% (+6,3% nei trimestre precedente), mentre per i prodotti non alimentari l'incremento è sta¬ to dello 0,1% (+4,2% nel trimestre precedente). L'aumento è stato più consistente nella grande distribuzione (+5,3%), ma pur sempre molto più modesto rispetto a quello accertato nel trimestre precedente (+9,7%), mentre nella piccola distribuzione si è arrivati appena ad un +1,3% e nella media distribuzione ad un +1,5%. L'analisi dell'indice delle vendite nella media e grande distribuzione, per le quali è disponibile un maggiore dettaglio merceologico, mostra che l'incremento complessivo del 6,3%, osservato mediamente nel '95 rispetto al '94, è dovuto ad una crescita del 7,7% per i generi alimentari e del 4,7% per i non alimentari. Nell'ambito di questo ultimo comparto, i maggiori aumenti si sono verificati nel gruppo «altri settori» (+11,6%) e per «elettrodomestici e radio-tv» (+8,1%). Maggiorazioni ben più contenute nei rimanenti settori: C,4% e 0,5%, rispettivamente, per ^casalinghi» e «libri e cartoleria». Nel complesso, l'attività del commercio non ha tenuto il passo del tasso di inflazione. Gian Carlo Fossi Sergio Bilie, presidente dei commercianti
Persone citate: Gian Carlo Fossi Sergio, Sergio Bilie
Luoghi citati: Roma
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