I gesuiti riabilitano Kieslowski

«E' un poeta» «E' un poeta» I gesuiti riabilitano Kieslowski Kieslowski ROJMA. I gesuiti «riabilitano» Krzysztof Kieslowski, il regista polacco scomparso improvvisamente poco tempo fa. Più volte criticato dalla gerarchia ecclesiastica per una lettura troppo terrena dei Dieci Comandamenti e della fede cristiana, l'autore del celebre ciclo del «Decalogo» è stato oggetto di uno studio di padre Virgilio Fantuzzi, l'esperto cinematografico della Compagnia di Gesù che ha definito l'artista un «poeta». «Mentre lo vediamo allontanarsi - scrive in un articolo il gesuita - non possiamo impedirci di immaginare che la sua prua sia puntata verso il paradiso della poesia». Così come Dante Alighieri, «maestro di metafore», anche Kieslowski «nel dire Apollo intende Gesù Cristo, indicando Minerva suggerisce la sapienza che scaturisce incontaminata dalla mente di Dio». Allo spettatore «che si sente disorientato di fronte ai film di Kieslowski perché non sempre di facile lettura», padre Fantuzzi spiega che il regista polacco è «propugnatore di un cinema d'impegno sul piano morale e su quello estetico. Kieslowski non concede nulla agli allettamenti dello spettacolo dozzinale - si legge - egli e consapevole di appartenere alla famiglia dei poeti», [s. n.] Kieslowski