«Cuori al verde» senza lavoro

«Cuori al verde» senza lavoro Commedia «Cuori al verde» senza lavoro DIALOGHI: «Tu mi disprezzi, vero?», «Sì»; «Ho preso due biglietti per il "Mahabarata"», «Bene, mi va proprio di andare a ballare». La commedia di costumi a lieto fine, esile ma spiritosa e affettuosa, diretta dal quarantaduenne Giuseppe Piccioni («Il grande Blek», «Chiedi la luna», «Condannati a nozze»), affronta il problema contemporaneo più disperante, quello del lavoro, attraverso tre personaggi: laureato in filosofia morale e poliglotta, Giulio Scarpati non trova lavoro neppure come fattorino (lei è troppo qualificato») e tenta di togliersi la vita; viene salvato e adottato da Gene Gnocchi, bravo idraulico che nella vita non ha altro che il proprio lavoro; insieme conoscono Margherita Buy, che ha lasciato il lavoro povero e onesto di cameriera per passare con soddisfazione al lavoro ricco e disonesto di prostituta. E l'amore è come il lavoro: non c'è, si cerca, non si trova, si perde, a volte capita per un colpo di fortuna. Magari molti trentenni si riconosceranno nei personaggi o nella canzone di Daniele Silvestri, lamento comico dell'incompreso solitario: «I feel so solo/dans ce monde/ because nobody / me comprenda. CUORI ALVERDE di Giuseppe Piccioni con Giulio Scarpati, Margherita Buy, Gene Gnocchi; Italia, 1996 TORINO, Cinema Cristallo MILANO, Odeon 3 BOLOGNA, Nuovo Settebello FIRENZE, Alfieri Atelier ROMA, Cola di Rienzo NAPOLI, Filangieri

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Italia, Milano, Napoli, Roma, Torino