Morto da giorni in un locale delia Usl di R. R.

Morto da giorni in un locale delia Usi Roma: il cadavere scoperto dalle donne delle pulizie dentro uno sgabuzzino Morto da giorni in un locale delia Usi Drogato, aveva ancora la siringa nel braccio ROMA. Aveva ancora la siringa infilzata nel braccio destro ma la morte risaliva a molte ore prima. A trovarlo senza vita, in uno sgabuzzino con il pavimento macchiato di sangue al terzo piano di un ambulatorio di una Usi romana, sono state le donne delle pulizie. Teatro di questa ennesima vicenda di droga e di solitudine un piccolo deposito di reagenti per analisi cliniche al terzo piano del fabbricato in cui hanno sede gli ambulatori della Usi di via Luzzatti, nel quartiere dell'Esquilino. Un drogato si era nascosto nello sgabuzzino per iniettarsi una dose senza essere visto, ma forse per effetto di un'overdose il suo organismo ha ceduto. La scoperta è stata fatta alle 7,30 di ieri. Due donne delle pulizie, insospettite da un rivoletto di sangue che usciva dalla soglia dello stanzino, hanno avvisato un medico del poliambulatorio. Il sanitario ha cercato di aprire la porta ma qualcosa, all'interno, lo impediva. Solo dopo averla forzata ha scoperto che erano le gambe ormai irrigidite di un uomo sulla trentina, con il braccio ancora stretto da un laccio di gomma e una siringa in vena. I carabinieri, prontamente avvertiti, hanno constatato che l'uomo non aveva documenti e hanno subito avviato accertamenti per stabilirne l'identità. Secondo le prime valutazioni il cadavere sarebbe rimasto nello stanzino dalla sera di lunedì scorso: da quel momento in quel locale non era più entrato nessuno. «Stamattina siamo salite al terzo piano per firmare il foglio presenze - ha detto una delle due inservienti -. Nel passare davanti allo stanzino abbiamo avvertito uno strano odore. Poi guardando meglio, abbiamo visto alcune macchie di sangue per terra, vicino alla porta. E quando abbiamo visto che la porta non si apriva abbiamo pensato che dietro di essa ci fosse qualche ferito. E poiché nessuno rispondeva abbiamo incominciato a temere che si potesse trattare di un morto». Lo sgabuzzino in cui si era nascosto lo sconosciuto è un bagno adibito a deposito dei reagenti chimici per il laboratorio d'analisi. «Lunedì sera la porta dello stanzino era chiusa - ha raccontato Alessandra Braccia, l'altra donna delle pulizie, ai responsabili della Usi. - Verso le 19 di martedì, passando davanti allo stanzino, ho avvertito un odore forte e nauseante. Ma credendo che venisse dal chiusino di uno dei bagni attigui allo stanzino mi sono limitato a gettarvi del disinfettante». I carabinieri stanno ora indagando per accertare come l'uomo sia finito in quello stanzino dell'ambulatorio, frequentato ogni giorno da circa mille persone, per lo più anziane, e lì iniettarsi la dose che lo ha ucciso. «Forse si è trattato di qualcuno che conosceva bene l'ambulatorio - ha detto il direttore della Usi Mario Mazzocco -, qualcuno che probabilmente conosceva già quel bagno adibito a magazzino e soprattutto che rimaneva chiuso al pubblico». [r. r.]

Persone citate: Alessandra Braccia, Esquilino, Mario Mazzocco

Luoghi citati: Roma