Il terremoto riporta la paura in Irpinia

Il sismo è stato avvertito anche a Napoli Il sismo è stato avvertito anche a Napoli Il terremoto riporta la paura in Irpinia Molte persone sono fuggite di casa Scossa del settimo grado Mercalli NAPOLI. Una scossa, i lampadari che oscillano, ed ecco la Grande Paura. In Campania e in Basilicata il ricordo del terremoto del 1980 che provocò oltre 2500 morti è tornato vivissimo ieri pomeriggio, quando alle 15,04 i sismografi hanno registrato l'onda di un sismo con epicentro al confine tra le province di Potenza e Salerno, molto vicino a quello di 16 anni fa. Il movimento tellurico ha avuto un'intensità classificata dall'Istituto nazionale di geofisica di magnitudo 4.7, pari al 6°-7° grado della Scala Mercalli. La terra ha tremato, ma senza conseguenze, se non il panico che non ha risparmiato Napoli, dove la scossa è stata avvertita nettamente e ha spinto centinaia di persone in strada. Il primo segnale è stato rilevato alle 14,24, con un movimento pari al 3° grado della Scala Mercalli. Poi, mezz'ora più tardi, la spallata che ha raggiunto una notevole intensità ed il successivo sciame sismico con un ulteriore picco di magnitudo 2.5. Nel capoluogo, il terremoto è stato sentito soprattutto nei quartieri collinari, al Vomero e a Posillipo, ma anche nella parte antica della città e negli edifici del modernissimo centro direzionale. In molti hanno abbandonato le case e si sono precipitati nelle vie, rivivendo scene e situazioni che oltre 10 anni fa dettero il segno della tragedia. Centinaia di telefonate sono giunte ai vigili del fuoco, alla polizia e ai carabinieri, ma anche nelle redazioni dei giornali. Qualcuno ha persino pensato ad un improvviso risveglio del Vesuvio, altri han temuto che fossero già avvenuti crolli. Cori il passare dei minuti, mentre la macchina della Protezione civile si metteva in moto, dall'area dell'epicentro cominciavano però ad arrivare notizie rassicuranti: tan- ta paura, ma nessun danno alle persone e ai palazzi. Il terremoto ha riaperto ferite non ancora rimarginate proprio nei comuni dell'epicentro, San Gregorio Magno e Buccino, in provincia di Salerno, Balvano e Muro Lucano, nel Potentino, gravemente danneggiati dal sismo dell'80 e dove la ricostruzione in alcuni casi non è stata neppure completata. E non ha risparmiato i paesi della Bassa Irpinia, anche allora pesantemente coinvolti. La paura è rientrata con lentezza, quando si è avuta la consapevolezza che questa volta il dramma era stato soltanto sfiorato. Ma prima che il quadro fosse chiaro, in alcune zone della provincia di Potenza ed anche nel Napoletano i collegamenti telefonici hanno subito parziali interruzioni per le migliaia di chiamate da parte di chi voleva notizie da parenti ed amici. Subito dopo la scossa più forte, la direzione centrale della Protezione civile del ministero degli Interni ha disposto l'invio di squadre a terra e di elicotteri che si sono levati da Salerno, Roma e Bari per una prima ricognizione della zona colpita. Una autocolonna di vigili del fuoco è partita da Napoli, mentre squadre di pompieri avviavano i controlli nei centri interessati dal sismo. Che il terremoto di ieri, di natura tettonica e di notevole profondità, abbia molte analogie con quello che portò lutto e distruzione 16 anni fa, è stato confermato dagli esperti. Spiega Lucia Civetta, direttrice dell'osservatorio vesuviano, i cui sismografi hanno registrato il fenomeno: «Quanto accaduto rientra nell'attività tellurica della zona appenninica, caratterizzata da un alto rischio sismico». Mariella Cirillo

Persone citate: Lucia Civetta, Mariella Cirillo, Mercalli