I giornalisti di via Solferino a stragrande maggioranza contro «il modo di lavorare» di Valeria Sacchi
I giornalisti di via Solferino a stragrande maggioranza contro «il modo di lavorare» I giornalisti di via Solferino a stragrande maggioranza contro «il modo di lavorare» II Corsero «boccia» la linea Mieli Montanelli, Biagi e Afeltra: solidali con il direttore TENSIONE IN REDAZIONE LMILANO A maggioranza dei giornalisti del Corriere della Sera ritiene che «l'attuale modo di fare il giornale (la sua organizzazione e l'utilizzazione delle energie) e il modello voluto dal direttore» non coincida con «l'interesse reale, l'autorevolezza e la credibilità del Corsera, dei lettori e della professionalità giornalistica». La consultazione sul modo di fare il giornale, chiesta dal Comitato di redazione e approvata dai delegati, ha bocciato dunque l'impostazione data al quotidiano dal direttore Paolo Mieli con una maggioranza di 149 voti contro 39 contrari, 21 schede bianche e una nulla. Hanno votato 180 redattori di Milano e 30 di Roma, su un corpo redazionale di circa 300 giornalisti. Immediata la reazione della Rcs che definisce il referendum sulla organizzazione del lavoro una «inaccettabile ingerenza» nelle prerogative del direttore responsabile, e «lesiva» nei confronti dei poteri dell'editore «e del suo rapporto esclusivo di fi- ducia con la direzione». Recita la nota: «L'editore conferma, come già fatto ieri, la sua piena soddisfazione per il Corriere della Sera e la sua assoluta fiducia nella direzione di Paolo Mieli. Di conseguenza respinge il ricorso a procedure irrituali e votazioni improprie» che rappresentano una ingerenza inac¬ cettabile per il direttore e lesiva per l'editore. Continua la nota: «Come già comunicato al Comitato di redazione, l'azienda ritiene interrotto ogni dialogo con il Cdr fino a quando non verrà annullato il pronunciamento del 3 aprile, e ripristinato dalla redazione il pieno rispetto per il ruolo e le funzioni legalmente riconosciuti al direttore e all'editore». E ora? Ora in qualche modo bisognerà comunque ricucire lo strappo, anche se non si sa come. La consultazione, ovviamente, ha valore interno alla redazione, ma la sua eco ha ormai travalicato le mura di via Solferino. Per fortuna tutta la vicen¬ da cade pochi giorni prima di Pasqua. Una giusta pausa per placare gli animi. Certo le premesse non vanno in questo senso, come dimostra la presa di posizione assai dura contro la consultazione delle tre firme principali del Corsera: Indro Montanelli, Enzo Biagi e Gaetano Afeltra. Tuttavia, il comunicato emesso dal Cdr a commento dei risultati della votazione sembra in certo modo tentare di smorzare la polemica. «Non spetta ai giornalisti dare la fiducia o la sfiducia al direttore in carica, spetta ai giornalisti (ed è un loro dovere) contrastare un tipo di informazione superficiale e spettacolare che purtroppo si è rafforzato in tutti i media», scrive la nota del Cdr. E prosegue: «1 lettori sanno che ogni giorno i 300 redattori, inviati, corrispondenti e quadri del Corsera, insieme con i collaboratori, cercano di offrire le notizie e i commenti nel modo più libero dagli interessi economici, politici e pubblicitari a chiunque si riferiscano». Il Cdr «che ha l'orgoglio di rappresentare il primo quotidiano italiano, ha ritenuto necessario consultare tutti i giornalisti sull'attuale modo di fare il giornale e su) modello di informazione che viene seguito: è una questione all'ordine del giorno, non solo per il Corriere, ma per tutta la stampa italiana, scritta e radiotelevisiva». A commento della vicenda si esprime il presidente della Fnsi, Vittorio Roidi: «Ho sempre pensato - dice - che se le redazioni si esprimono ogni tanto sul prodotto che fanno, come ha inteso fare la redazione del Corriere della Sera, è comunque un fatto positivo, che può aiutare un giornale nella sua vita sempre intensa». «Credo - conclude Roidi - che questo sia un voto che può essere di insegnamento, ritengo che abbia un valore professionale più che sindacale, e che apra una discussione all'interno del più diffuso giornale italiano, più che chiuderla». Valeria Sacchi
Persone citate: Afeltra, Biagi, Enzo Biagi, Gaetano Afeltra, Indro Montanelli, Montanelli, Paolo Mieli, Roidi, Vittorio Roidi
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