LA SINISTRA DI FRONTE A SE STESSA di Marcello Sorgi

Dalle scritte «Yankee go home» a Ingrao che ascolta Springsteen com'è cambiato il rapporto tra comunisti e «Amerika» LA SINISTRA DI FRONTE A SE STESSA va «l'autonegazione come la strada più breve per arrivare al potere». Se questa era la strategia del segretario del pds fino a due giorni fa - e chi lo ha seguito attentamente in due anni di leadership non può certo dubitarne -, dopo la svolta di Clinton, è impossibile che all'ombra della Quercia tutto continui a restare come prima. E non perché l'intervento del Presidente americano provocherà chissà quali cambiamenti nella distratta e fin troppo prudente opinione pubblica italiana. Piuttosto, se il pregiudizio anticomunista resiste nel Paese che ha vissuto quarant'anni con il più grande partito comunista dell'Occidente (e ancora oggi, con Rifondazione, assiste al tentativo di rinnovarne la tradizione), dopo la piena legittimazione americana, sarà assai difficile per il pds continuare a rifiutarsi di giocare la partita in prima persona. A ben guardare questa è la prima conseguenza della svolta sul piano della politica interna. Dal riconoscimento di Clinton, così come dall'invito alla convention del partito democratico americano, D'Alema incassa un vantaggio evidente e immediato, nel pieno della campagna elettorale: la fine, la perdita di senso, della vecchia accusa di «comunismo» che Berlusconi da solo, e sempre più stancamente per la verità, si ostinava ad agitare. Ma al tempo stesso, e prima ancora di mettere a punto una strategia di riserva, il leader del pds deve accettare che sia svelato il suo gioco degli specchi. Perché la dura, forse perfino inattesa (ancorché tardiva rispetto a una realtà mutata da molti anni), semplificazione americana, fa vacillare tutto l'insieme, tutta la complicata costruzione dell'Ulivo, svelando l'inutilità del mascheramento. La coalizione, il candidatopremier, lo schema del centrosinistra, con il capo della sinistra che si muove dietro le quinte, d'improvviso hanno perso gran parte del loro scopo e sembrano appartenere al passato. A una preistoria, ironia della sorte, sovietica prima ancora che italiana, e insieme comunista e democristiana: l'era in cui il potere vero risiedeva nel partito, e i governi venivano di conseguenza. Così, cadendo, la pregiudiziale americana s'è portata dietro gli alibi che avevano legittimato finora, anche in piena «epoca nuovista», il vecchio modo italiano di sempre di far politica. A questo punto, ora più che mai, la sinistra è davanti a se stessa: dopo il disgelo con Clinton, dopo la neutralità del Vaticano, se vuol vincere, deve riuscire a far credere agli elettori che è capace di governare in prima persona. Marcello Sorgi

Persone citate: Berlusconi, Clinton, D'alema