Spagnol L'editore vive benissimo anche senza lettere

Spagnol Spagnol «Veditore vive benissimo anche senza lettere» N N ON mi stupisce né, devo dire, credo che ci cambi la vita l'abbandono del carteggio. C'è il telefono, tutto qui», dice l'editore Mario Spagnol. E conferma: «Anche nel rapporto fra autore ed editore una volta si faceva largo uso della lettera. E ancora ci sono scritti e risposte, ma molto meno. Oggi si chiede il colloquio diretto, faccia a faccia. Poi si proseguirà con il telefono». Mettiamoci dunque il cuore in pace, afferma Spagnol, perché «è semplicemente un genere letterario destinato a cadere. Però si vive benissimo anche senza». D'accordo, ma il carteggio ha avuto anche importanza nel capire meglio gli autori, i loro passaggi, le loro psicologie artistiche e personali. Molti hanno caso a volte si finisce una telefonata dicendo: ti scriverò. Lo si fa meno, ma non si perderà del tutto». Chi ha rinunciato è invece Andrea De Carlo: «Non lo faccio più. Rispondo, questo sì, ai lettori che mi scrivono, ma non uso la lettera come abituale scambio di opinioni. Per questo ci sono il telefono, la frequentazione. Mi rendo conto che è una perdita, perché non lasciano traccia e perché non c'è il tempo dell'elaborazione. Mario Spagnol: «Il presente uccide la vecchia lettera? Nulla di strano. Qualcosa salverà la memoria del computer» avuto ben cura di conservare tutto, quasi scrivessero lettere come fossero futuri libri. «Verissimo, proprio perché era un "genere", che andava al di là della semplice esigenza di comunicazione. Davano alla lettera il valore, l'importanza, il ruolo che avrebbero dato a un racconto. D'altra parte tutti i generi hanno avuto un uso spurio, basta pensare ai sonetti che, al loro fine letterario, ne avevano aggiunto uno proprio di comunicazione, come l'uso che se ne faceva, che so?, ai matrimoni. Il presente uccide la vecchia lettera? Nulla di strano. Qualcosa salverà la memoria del computer». [m. nei.] Nella lettera si dicono cose che non si dicono per telefono e che se si dicono per telefono è ancor peggio, perché svaniscono. E, nel contempo, ci ritroviamo a leggere carteggi del passato». Ma proprio i giovani, forse, riprendono scambio e conservazione delle missive, anche se senza usare carta e penna. Dice Niccolò Ammaniti, lo scrittore che ha appena pubblicato Fango da Mondadori: «Sono d'accordo che lo scrivere consente di guardare da una certa distanza quel che si vuol dire, il che non accade con una telefonata». Dunque, invia e riceve lettere? «Certo, però attraverso la posta elettronica: non uccide la scrittura ed è veloce quanto il telefono». E la sua difesa della tecnologia ha altre armi: «Se è vero che la tendenza in questo caso è soprattutto a uno scambio di informazioni, molto meno di concetti, è altrettanto vero che è possibile conservare tutto. Il computer non produce una scrittura usa e getta, anzi. Io, per esempio, mi sono organizzato delle "cartelle", un archivio, cosa che prima non facevo. La macchina ha, in pochissimo spazio, una memoria gigantesca. E' come avere grandi stanze piene di scritti e, per di più, immediatamente rintracciabili». Marco Neirotti FATTI e gente Funerali laici e religiosi per Dario Bellezza ROMA. Con due semplici preghiere, che Dario Bellezza diceva ogni giorno negli ultimi tempi, don Vincenzo Paglia ha dato ieri mattina, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, l'estremo saluto al poeta. Nel pomeriggio il feretro di Bellezza è stato accolto dalla chiesa sconsacrata S. Rita dei poveri, dove si è svolta una cerimonia laica. [Ansa] Illuminata la cupola di San Carlo ROMA. Da ieri, dal tramonto sino a mezzanotte, risplende nel cielo di Roma la cupola secentesca di San Carlo ai Catinari, parrocchia del Rione Regola, uno dei veraci della capitale. Seconda a San Pietro per purezza architettonica, quella del Rosati è la prima delle cupole che l'assessorato alla Cultura del Comune, di conserva con l'associazione Civita e grazie ai «moduli di illuminazione» dell'Enel, ha scelto di muminare. Ciò per fare dell'imminente Estate Romana un lungo momento di festa nel segno della riscoperta culturale di Roma. Venezia, i vincitori del Premio Vivaldi VENEZIA. Si sono svolte le premiazioni della giuria del Premio Internazionale del Disco Antonio Vivaldi, dedicato alla musica antica italiana, arco di tempo che va dalle origini fino a Rossini. Il premio è promosso dalla Fondazione Cini con il contributo della Fondazione Coin. All'Isola di San Giorgio, Francesco Degrada, Roman Vlad, Michael Talbot, Mario Messinis e Roger Travers hanno premiato, tra gli altri, Jordi Savall e la Cappella Real de Cataluna, René Jacobs e Trevor Pinnock. Shopping nei musei 5 milioni di clienti FIRENZE. Cinque dei circa 25 milioni di visitatori - pari al 20% - che lo scorso anno sono entrati nei musei italiani avrebbero acquistato un oggetto ricordo, ma ciò non è stato possibile perché non esistono «hook shop». Ogni potenziale cliente è disposto a spendere in media 35 mila lire, quindi le vendite «perse» ammontano a circa 175 miliardi di lire. Queste le indicazioni emerse da una ricerca effettuata dalla società Artex di Cna e Confartigianato.

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