Squillante raffica di accuse dal pool

L'ex capo dei gip è tornato a casa ma la procura milanese gli contesta altre ipotesi di corruzione L'ex capo dei gip è tornato a casa ma la procura milanese gli contesta altre ipotesi di corruzione Squillante, raffica di accuse dal pool «Occultava denaro all'estero». La difesa: nessun reato intorno al 1985 lo Squillante a un dirigente della Società Bancaria Ticinese di Bellinzona, tale Resinelli; di aver subito dopo ricevuto indicazioni da Squillante per trovare il modo di trasferire sui conti correnti propri o dei familiari in Italia somme di cui aveva la disponibilità presso il Resinelli». Ed ecco il meccanismo del rientro «mascherato» dei soldi custoditi in Svizzera, nella prosa dei pm di Mani Pulite: «L'Aloisio riferisce d'aver effettuato una decina di operazioni accreditando ai conti correnti della famiglia Squillante complessivamente qualche centinaio di milioni che apparivano essere stati prodotti da vincite in Borsa ottenute dallo stesso Squillante, ma che in effetti rappresentavano il controvalore di somme accreditate all'Aloisio dal Resinelli (per conto di Squillante) all'estero. In sostanza, cioè, Aloisio ha architettato operazioni di Borsa tramite le quali fittiziamente perdeva, a favore di Squillante, il corrispettivo delle somme che Squillante gli metteva a disposizione tramite Resinelli in Svizzera, e accreditava poi tali fittizie vincite ai conti correnti della famiglia Squillante». Documenti e appunti sequestrati nell'ufficio di Aloisio, secondo i magistrati, confermano questa ricostruzione; quanto alla «confusione patrimoniale tra lo Squillante e i suoi figli», l'agente di cambio «ha dichiarato che le disponibilità di questi ultimi devono in effetti farsi risalire al padre». Di Attilio Pacifico, l'awoca, to arrestato insieme al suo amico giudice, i pm riferiscono che «ha rivelato le preoccu¬ pazioni di Squillante riguardanti le sue disponibilità all'estero, e in particolare il timore che le modalità di apertura di un conto corrente potessero essere contrastanti con la legislazione antiriciclaggio del Paese in cui le stesse erano conservate». Inoltre, «Pacifico ha riferito che era intenzione di Squillante adoperarsi perché un documento bancario venisse falsificato». Ulteriore riscontro sono le visite di Pacifico alla sede della Società Bancaria Ticinese di Bellinzona, pochi giorni prima dell'arresto, «all'evidente scopo di svolgere attività che tranquillizzassero lo Squillante». L'intercettazione di un colloquio tra Squillante e Pacifico, nonché l'interrogatorio del pm romano Misiani, confermerebbero poi «l'esistenza di rapporti bancari esteri» e le «disponibilità all'estero» di Squillante. Altre acquisizioni dei magistrati milanesi riguardano i rapporti tra Cesare Previti e'Efiban- ca (la «cassa» a disposizione del senatore di Forza Italia, secondo la testimone Stefania Ariosto), e i finanziamenti di Efibanca a «società del gruppo Fininvest» e «facenti capo alla famiglia Berlusconi». Le visite a Roma del pm Ielo, inoltre, hanno permesso di raccogliere elementi «in ordine alla identificazione di eventuali correi». Ci sono dunque, forse, altri magistrati nel mirino, perché «l'imputazione si riferisce anche a comportamenti contrari ai doveri d'ufficio tenuti da pubblici ufficiali diversi dallo Squillante». Al nuovo attacco di Mani Pulute la difesa del giudice romano replica sostenendo che non è dimostrato alcun collegamento tra i movimenti di denaro ricostruiti e il reato contestato a Squillante. «Credevo che il mio assistito fosse indagato per corruzione - commenta l'avvocato Oreste Flamminii Minuto -, e invece mi accorgo adesso che è stato iscritto sul registro degli indagali per fatti che da diversi anni non costituiscono più reato. Sembrerebbe che Squillante abbia importato clandestinamente in Italia somme di denaro; che cosa c'entri questo con l'ipotesi di corruzione lo dobbiamo ancora scoprire. Ammesso e non concesso, che le dichiarazioni della procura di Milano siano fondate su dati di fatto certi».

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma, Svizzera