Addìo al padre della «500»

Il debutto nel team che creò la Topolino: dalla sua matita uscirono anche la «600» e la «Al 12» Il debutto nel team che creò la Topolino: dalla sua matita uscirono anche la «600» e la «Al 12» Addìo al padre della «500» E' morto Dante Giocosa, aveva 91 anni TORINO. Un uomo alto, sottile, dal tratto naturalmente elegante, che quando raccontava di auto e della sua lunga vita nell'auto sapeva essere affascinante. Un grandissimo progettista, un maestro nel suo campo. Dante Giacosa è morto la scorsa notte all'età di 91 anni, nella sua casa di viale Settimio Severo, a Torino. I funerali si svolgeranno domani, ora e luogo sono ancora da fissare. Giacosa ha mandato sotto l'ombrellone generazioni di italiani nel dopoguerra, all'epoca del boom economico, quando il bisogno di mobilità era in continua espansione. Una vita con la Fiat e per la Fiat. Quarant'anni: dal 1928 al 1975, quando lasciò la responsabilità della allora direzione progetti e studi. E ancora collaborava con l'azienda tramite uno studio tecnico. Era stato uno dei padri della Topolino (così fu chiamata anche se il suo nome commerciale era in realtà 500), l'ideatore della Nuova 500, della 600 e di quella Multipla, della Campagnola, della 1400, della 1100, della 1800 e della Bianchina. E, ancora, dell'Autobianchi Primula a trazione anteriore, della Al 12, della AHI, della 127 e della 128. Pure la 124, quella che emigrò anche in Russia, fu sua. E tra le sue creature bolidi sportivi, come la monoposto Cisitalia o la berlinetta 8V, le medie 1300-1500, le lussuose 1800 e la 2300. Vetture piccole e grandi, utilitarie e di prestigio, con le impostazioni tecniche più diverse, passando agilmente dalla trazione posteriore a quella anteriore, di cui fu propugnatore. L'elenco, a leggerlo, è infinito. Giacosa fu veramente l'autore di milioni di figlie a quattro ruote, il maestro capace di concretare sogni e ambizioni. Era nato a Roma il 3 gennaio 1905 («per caso, perchè il mio papà stava facendo il militare nella capitale»), ma la sua famiglia era originaria di Neive, in Piemonte. Si laureò nel 1927 al Politecnico di Torino (di cui poi divenne per lunghi anni docente) e nel '28 fu assunto in Fiat in qualità di disegnatore progettista per 600 lire al mese con un annuncio su un giornale. Presto il giovane ingegner Giacosa cominciò a firmare le vetture che fecero la storia e la fortuna della Fiat, spaziando dai progetti aeronautici alla Topolino, alla cui realizzazione collaborò con l'ing. Fessia. La Topolino fu immessa sul mercato nel '36 a 8900 lire. Ma il primo grande successo di Giacosa fu la 600, prima vettura italiana con motore posteriore a quattro posti. «La Fiat raccontò al riguardo - si pose il problema di rinnovare la Topolino fin dall'immediato dopoguerra. Bisognava fare un'auto più economica, più spaziosa e più veloce. Una parola». Nel 1951, quando ormai aveva in mente la 600, procedette alla costruzione in gesso del modello nelle dimensioni corrispondenti al vero. E lui, narra la storia, di giorno e di notte con le dita plasmava le forme e con il bulino e il martelletto toglieva il superfluo. «Preparai tre modelli, uno con motore anteriore a trazione posteriore, uno a trazione anteriore e una con il motore posteriore. L'orientamento dei "ca¬ pi" era per il primo. E, invece, riuscii a far approvare il terzo, che ritenevo più adatto. Ma che paura: sapevo benissimo che erano in gioco interessi per miliardi e miliardi». E un altro straordinario successo arrivò con la 500: questo piccolo modello, nelle differenti versioni, fu prodotto fino al 1975 in 3 milioni e 678 mila esemplari. Fu, nelle sue diverse stagioni, l'auto della famiglia, dei giovani, poi la «mini» per districarsi nel sempre crescente traffico urbano. «Progettare - scrisse nel suo libro pubblicato nel 1979 con il titolo «40 anni di progettazione alla Fiat» - è anche valutare le difficoltà, individuar i prolemi essenziali, ricercarne le diverse soluzioni possibili e selezionare quelle che appaiono in grado di risolverli nel modo più semplice e diretto». Ecco, la semplicità era per Giacosa un costume di vita. Quando girava per i saloni e vedeva auto imbottite di pulsanti e gadgets, scuoteva la testa. «Ci si perde» diceva. «Il bacillo della creatività e dell'inventiva - raccontava - mi ha accompagnato tutta la vita. Ho provato la goia di risolvere problemi appassionanti. Mi sono esaltato, a immaginare cose nuove e ho provato la soddisfazione di vederle nascere e vivere di vita propria. Vedere il futuro tramutarsi nel presente, la fantasia farsi realtà, la mente irrequieta inseguendo nuove mete. Il pensiero sempre rivolto al tavolo da disegno». Michele Fenu In oltre 40 anni di carriera bolidi sportivi e modelli di lusso noaltà ova ltiella 0 e delzioella Puancole sticnigilore proiniauttro on Dante Giacosa era nato a Roma il 3 gennaio 1905. Dopo la laurea cominciò a lavorare per la Fiat nel 1928 Sotto, la Primula un altro dei modelli di successo creati da Giacosa

Luoghi citati: Neive, Piemonte, Roma, Russia, Torino