Mucche pazze l'Europa apre il forziere di Fabio Galvano

La spesa potrebbe coprire metà dei danni. Inghilterra: ora si teme il contagio delle acque La spesa potrebbe coprire metà dei danni. Inghilterra: ora si teme il contagio delle acque Mucche pazze: l'Europa apre il forziere /15 decidono il contributo LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le vacche pazze tornano sul tavolo dei Quindici: oggi a Lussemburgo il ministro britannico dell'Agricoltura, Douglas Hogg, presenterà ai coDeghi dell'Ue il suo piano per l'abbattimento dei capi più a rischio; e dai partner Londra si aspetta il contributo concreto che i capi di governo avevano promesso venerdì scorso al vertice di Torino. Nessuno scopre le carte; anche perché è un giro multimihardario. Ma le voci che circolavano ieri sera a Londra e a Bruxelles indicavano da parte inglese il progetto di eliminare tutte le mucche da latte sopra i 7 anni, cioè i 700 mila capi potenzialmente contagiati dai mangimi infetti venduti fino al 1989; e da parte europea la disponibilità a sostenere il 50 per cento delle spese, forse anche di più. La riunione odierna, quindi, potrebbe segnare una svolta nella crisi della carne che uccide. Ma un incoraggiante segnale è già venuto, durante il weekend, dalle grandi catene di supermercati inglesi. Le vendite, in crisi da dieci giorni, hanno subito un'improvvisa impennata. E' vero: i prezzi erano stati ridotti e in qual- che caso dimezzati, proprio nella speranza di far muovere un mercato rimasto paralizzato; ma sicuramente la rinnovata fiducia dei consumatori inglesi è dovuta anche alle misure già adottate dal governo e soprattutto dal marketing dei grandi consorzi, che non hanno esitato a togliere dai negozi tutte le carni «anziane» o ritenute per qualsivoglia motivo a rischio. In alcuni supermercati le scorte sono state esaurite; e i mattatoi, fermi da alcuni giorni, si stanno nuovamente movendo. Ma dietro il pallido sole che da 24 ore illumina una crisi apparsa irrisolvibile non più di una settimana fa, altri rischi e altre preoccupazioni restano in agguato. C'è il timore, per esempio, che i rifiuti infetti della macellazione, per molti anni usati nella confezione di concimi agricoli, siano finiti nelle falde acquifere e da li minaccino la popolazione. Hanno un bel dire alcuni studiosi che il morbo di Creutzfeldt-Jakob esiste da alcuni decenni, e che persino la «varietà» protagonista dell'ultimo allarme, quella simile all'encefalopatia spongiforme, era già nota prima che le vacche pazze facessero la loro comparsa: la paura rimane. Può essere una curiosità il fatto che si parli anche di «tigri pazze», e cioè di animali da zoo potenzialmente affetti da Bse dopo essere stati nutriti per anni di carcasse bovine non meglio precisate, perciò anche del tipo a rischio. Come può far sorridere quella «coda di psicosi» che è un allarme - non confermato - di altre epidemie, in questo caso di tubercolòsi fra i suini. E anche il mondo della City fa la sua parte, con una società assicuratrice che da alcuni giorni offre polizze contro il morbo di Creutzfeldt-Jakob, un piccolo premio annuo contro una forte somma in caso di contagio in famiglia. Ma la gravità della situazione riappare nelle (limissioni - respinte, dice il «Daily Express» che il ministro dell'Agricoltura Hogg avrebbe offerto al primo ministro Major. Pronto a immolarsi sull'altare delle responsabilità politiche, sarà lui oggi a battersi a Lussemburgo per la causa britannica. Intanto il governo martella l'opposizione laborista, accusandola di avere sfruttato «ignobilmente» la crisi pubblica a fini politici, creando un «imperdonabile» panico. Forse Major non ha torto; ma il peso della crisi resta sulle sue spalle. Fabio Galvano L'addetto ad un inceneritore, protetto da una mascherina, colloca nel forno la carcassa di una mucca inglese [foto ansa;

Persone citate: Douglas Hogg, Hogg

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Inghilterra, Londra, Lussemburgo, Torino