Salamone: io non mollo di Fabio Poletti

Sdiamone: io non mollo Sdiamone: io non mollo «Ancora apertigli interrogativi sulle dimissioni di Di Pietro» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO «Salamone silurato», «Salamone sotto accusa», «La rivincita di Di Pietro», dottor Fabio Salamone ha visto i titoli dei giornali? «Li ho visti, li ho visti. Sono titoli molto enfatizzati che non rispondono al vero». La procura generale di Brescia la invita a riflettere se continuare le indagini su Di Pietro, quelle in cui è parte lesa... «Appunto, mi invita. Non è un ordine, o uno "stop" come ho letto su qualche quotidiano. E poi si riferisce solo alla vicenda Cerciello-Di Pietro, questo spiega perché la lettera è stata inviata solo a me e non a Silvio Bonfigli che di quel processo non si è mai occupato». Va bene. Ma non si trova a disagio, dopo aver chiesto quattro processi per Antonio Di Pietro e aver ricevuto quattro «no» da due giudici diversi? «Assolutamente no. Fra me e Di Pietro non c'è una guerra personale, c'è un'inchiesta giudiziaria». Non lascia le indagini? «Mollare tutto? Non ci penso nemmeno. E poi, almeno su un punto che riguarda direttamente Di Pietro, l'inchiesta è andata in porto». Quale? «Tutti gli interrogativi sulle dimissioni di Di Pietro rimangono aperti. La sua versione contrasta con 0 rinvio a giudizio deciso venerdì dal giudice Anna Di Martino. Quel rinvio a giudizio su un presunto ricatto potrebbe dimostrare che Di Pietro era ricattabile». Ritira in ballo la storia dei 100 milioni, della Mercedes, delle pressioni su Gorrini? Il giudice Di Martino ha detto che Di Pietro non commise reato. «Ma è anche di questi fatti che si parlerà nel processo di settembre contro Cerare Previt.i, Paolo Berlusconi, Ugo Dinacci e Domenico De Biase. Per quanto riguarda la decisione del giudice Di Martino vorrei ricordare che si tratta di una pronuncia che arriva da un giudice monocratico». Vuol dire che avete già pronto il ricorso in appello? «No, per quello aspettiamo le motivazioni». Sono già pronte quelle del giudice Spanò per le vicende informatiche che riguardavano Di Pietro. «Non le conosco ancora, se non per quello che ha voluto anticipare ai Fabio Salamone giornali lo stesso Spanò. E posso annunciare che, sulla base di quanto ha detto il giudice, presenteremo sicuramente ricorso in appello». Perché? «Il giudice Spanò, inviando gli atti alla procura per Scriminare alcuni testi per calunnia, dimostra di essere già entrato nel merito del processo. Di più: l'esistenza di testimonianze discordanti è la prova della necessità di un processo dibattimentale». Si dice che in procura, a Brescia e Milano, si sia brindato. «Di Brescia non so nulla». E di Milano? «Capisco che chi abbia condiviso anni di lavoro con un collega poi diventato ex non può che essere legato a lui da particolari sentimenti». Allora comprende lo stato d'animo dei colleghi milanesi? ((Altri blindisi sarebbero gratuiti: la procura di Milano non è mai stata messa sotto accusa per il lavoro svolto con l'inchiesta Mani pulite. Anzi, nelle parole del procuratore aggiunto D'Ambrosio mi sembra di leggere un elogio al lavoro mio e di Silvio Bonfigli». In che senso? «Quando dice che aveva sempre sostenuto che c'erano dei tentativi per fermare Di Pietro e l'operazione di pulizia condotta con le incideste di Tangentopoli. Adesso, se quei tentativi sono venuti alla luce e andranno a processo, dipende dal lavoro svolto dalla procura di Brescia». In questi 11 mesi di inchieste lei e il suo collega Bonfigli non vi siete mai .sentiti soli? «Chi fa un mestiere come il nostro è sempre solo». Però molti hanno parlato della vostra inchiesta. «Sì, ci sono stati molti, forse troppi interventi. Hanno parlato politici e opinionisti, e ogni volta senza che ne avessero titolo emettevano una sentenza». Se ne lamenta? Il Csm doveva intervenire? «Non ho mai chiesto l'intervento di nessuno. Dico solo che ci sono stati interventi, di altri, fuori luogo. Da parte mia non penso di chiedere nulla, perché certi interventi non hanno bisogno di essere richiesti». Non crede di avere commesso almeno un errore? «Forse anche più di uno. Non sono infallibile. Forse sono stato troppo rispettoso della urlata esigenza di chiudere in fretta le inchieste». Fabio Poletti Fabio Salamone

Luoghi citati: Brescia, Milano