L'uso bellico dell'ex coniuge

F IL PALAZZO IL PALAZZO L'uso bellico delVex coniuge ieri, ad attirare la curiosità dei media, rallegrando con i loro rancori gli spasmi della Prima Repubblica: ex fascisti, ex comunisti, ex de, ex craxiani e così via. Bene, arrivano adesso anche gli ex mariti e le ex mogli, innocenti e spesso inconsapevoli testimonial del discredito, ad aggiungere un tocco di torva e realistica vitalità a una vita pubblica che evidentemente non si accontenta più di edificanti quadretti domestici. Così, l'altra settimana è squillato il citofono a casa di Solange Bonnat, prima moglie di Dini. «Per favore, non mi chieda nulla - ha implorato ai giornalisti -. Non voglio ricordare...». Ma erano proprio quei ricordi, si capisce, l'agognata ghiottoneria postfamiliare, l'ultima risorse ad alta intensità super-personalizzata. Al presidente del Consiglio, comunque, è andata bene. Certo meglio che a Bossi, sulla cui ex è stato prodotto a suo tempo un tristo, reportage in due puntate dal titolo: «Bugiardo e fannullone: l'uomo che ho sposato era così». La signora Gigliola ha ripetuto la storia della millantata laurea del non ancora senatùr, diffondendosi pure su particolari quasi strazianti: per amore della Lega, Umberto «prese di nascosto i risparmi che avevo messo da parte per il nostro bambino». Si è salvato, per ora, anche Vittorio Dotti. Ma in compenso della Stefania Ariosto, contessa Omega, si sono andati a ripescare ben due ex mariti. Il primo, signor Pierri, ha rammentato il matrimonio casereccio a Genzano, con cena in trattoria, e le vacanze a Penne, provincia di Chieti. Il secondo, l'architetto Margheritis, si è comportato da gentiluomo premettendo: «Non ci si aspetti che io dica: Stefania è una mitomane o fuori di testa». Ma ormai la stagione venatoria è aperta e chissà chi potrà fermare questo sintomatico e subdolo usa-e-getta che lascia fermentare arcaici riflessi moralistici e minacI ciosa modernità americanegI giante in un pentolone già di suo prevedibilmente stracolmo di dolori, livori, tradimenti, impicci, carte bollate e quant'altro una separazione si tira appresso. A quasi mezzo secolo dall'infamante scoperta, da parte dei rotocalchi di destra, della «povera» Rita Montagnana, moglie «ripudiata» di Togliatti, l'uso bellico dell'ex coniuge ritrova dunque una sua aggiornata legittimità scandalistica in una logica per cui il privato sembra di nuovo politico, ma stavolta molto più ferocemente politico. Dall'ombra nella quale avevano giustamente cercato riparo, o dove sempre si erano abituati a vivere in pace, corrono perciò rischi dì improvvisa e violenta popolarità l'ex marito della rivetti o l'ex moglie di Berlusconi! Sono loro, infatti, gli unici e preziosi depositari di un passato rimosso; solo loro potrebbero illuminare e mettere in piazza, a beneficio dei nemici degli ex congiunti, quel che la macchina pubblicitaria del potere finisce per nascondere o camuffare a colpi di spot e di patinatissime rappresentazioni parentali. E sarà, anzi è sicuramente oltraggiosa e crudele questa caccia all'ex. Ma quel che colpisce è anche il grado di furba, ma improvvida incoscienza con cui i protagonisti della politica lasciano aumentare il mito della famiglia perfetta, coesa verso il successo del leader. Perché è chiaro che gli insistenti bagliori sulle first lady si trascinano dietro inevitabili ed oscuri contrappesi. E dietro a ogni incauta esibizione si nasconde un rischio e talvolta, purtroppo, anche una vendetta. Filippo Ceccarelli Bili |

Luoghi citati: Chieti, Penne