In Borsa lo scimpanzé batte il guru di Vittorio Zucconi

A Wall Street da due anni va avanti il singolare duello tra una scimmia e un noto agente A Wall Street da due anni va avanti il singolare duello tra una scimmia e un noto agente In Borsa lo scimpanzé batte il guru • WASHINGTON J AGENTE di Wall Street Bibi Casey, detto «Peanuts», noccioline, si grattò a lungo la testa, si strofinò con aria perplessa i peli ispidi sul mento, balzò agilmente sulla scrivania e con il suo lungo indice ricurvo e grinzoso, un po' genere ET., cominciò a frugare nel classificatore dei titoli di Borsa alla ricerca di 5 società sulle quali investire. Dopo aver passato i cartellini con i nomi delle tremila società quotate a Wall Street, Casey ne estrasse 5 e li mostrò con un gridolino soddisfatto ai clienti. Sulla scrivania di fronte, nello stesso ufficio della sua agenzia a Queens, un altro agente di Borsa finì la sua scelta, e indicò agli stessi clienti di Casey 5 titoli diversi, 5 titoli «sicuri», tipo General Electric, sui quali investire. Il suo nome era Frank Curzio, ed era un nome mitico nella città della finanza, un «guru» come si dice nello stucchevole gergo dei giornali. Intervistato regolarmente dal Wall Street Journal, invitato alla tv, riverito per avere previsto il giorno esatto del crack di Borsa nel 1987 e poi il crollo della «Bolsa» messicana, lo scorso anno, Curzio amministra e investe un portafoglio clienti vicino ai 100 miliardi di lire. Questa volta, la cifra in gioco non era enorme. Il cliente, il direttore dell'autorevole settimanale televisivo della Nbc, «Dateline», Tom Brokaw, aveva messo a disposizione sua e di Casey 25 mila dollari, 40 milioni ciascuno. Ma non era questione di soldi, era questione di prestigio. Quella somma affidata dalla tv ai due agenti di Borsa avrebbe dovuto dimostrare, in una sorta di duello rusticano, chi, fra Curzio e Casey, fosse il più abile, il più astuto, il più affidabile money manager capace di amministrare e far crescere il patrimonio del cliente. Una sfida che si ripete ogni giorno, ogni minuto nel mondo della finanza, ma insaporita da un dettaglio inconsueto. Frank Curzio è un uomo. Bibi Casey, detto «Peanuts», è una scimmia. Era il febbraio del 1994. Il lettore attento avrà già naturalmente capito come è andato a finire il duello, perché altrimenti non lo avremmo raccontato. La scimmia ha sconfitto il genio. Lo scimpanzé ha distrutto il guru. I cinque titoli scelti a caso dal ditino lungo e peloso di Casey hanno fatto guadagnare al cliente quasi 5 mila dollari, sui 25 mila investiti. 15 selezionati da Curzio, dopo attente riflessioni sul potenziale, il rapporto costo-prezzi, il bilancio sociale e le variabili di mercato, hanno prodotto 3 mila dollari di rendimento. «Fortuna, soltanto fortuna» ha brontolato l'uomo, che comunque l'ha presa con spirito: «Casey mi ha forse battuto come manager finanziario, ma come ospite televisivo sono ancora meglio io. Almeno, io so spiegare perché mi è andata male, e la scimmia no». Ma la sfida è aperta, Curzio sembra in rimonta e il settimanale «Dateline» riterrà informati. «Io sono tranquillo» ha detto il direttore e anchorman della Nbc, Brokaw, che aveva puntato i suoi soldi sullo scimpanzé fin dall'inizio. «Se mi fa guadagnare, bene. Se nri farà perdere, mi consolerò pensando che, a differenza degli agenti di Borsa umani, mi è costato pochissimo». Una banana. Vittorio Zucconi

Persone citate: Bibi Casey, Borsa, Brokaw, Frank Curzio, Tom Brokaw

Luoghi citati: Washington