« Mi ha violentato » di T. A.
« « Mi ha violentato » Ragazzino accusa lamico del padre: «Era armato» BARI. Dodici anni, violentato, ma non ne aveva mai parlato con nessuno. Aveva paura, dopo la minaccia ricevuta dal suo stupratore, un amico di famiglia, con l'avvertimento «non raccontare nulla». Il ragazzino non ha potuto più negare quando, per una infezione venerea dovuta alle violenze subite, il papà lo ha accompagnato al Policlinico. Sono stati i medici a capire che era accaduto qualcosa di strano. Il ragazzino sulle prime non voleva spiegare. Poi, incalzato, ha detto tutto. E così è finito in carcere Riccardo Civita, 49 anni, macellaio, sposato, due figli, qualche precedente penale. Il ragazzino lo conosceva bene. In lacrime, messo a confronto con lui, lo ha riconosciuto. Civita era amico di papà, era spesso a casa sua, in una masseria nelle campagne di Andria. Gli episodi di violenza sarebbero stati tre, avvenuti nell'arco di due o tre settimane. L'ultimo episodio, alla fine di marzo a casa del ragazzino. Civita, un provetto cacciatore, arrivava armato di fucile perché, su invito del papà, teneva lontano con colpi di panettoni gli uccelli dai campi seminati. Ma la stessa arma sarebbe stata poi usata per costringere il dodicenne, studente di seconda media, ad avere rapporti sessuali con lui. I tre episodi sarebbero avvenuti in assenza del padre del ragazzo, un agricoltore originario dell'Aquila, e della madre. Entrambi si fidavano ciecamente del loro amico. Il macellaio è stato bloccato ieri mattina. E' rinchiuso nel carcere di Trani su disposizione del sostituto procuratore Seccia. [t. a.]
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