Costanzo in aula; continuo a ricevere minacce di Fabio AlbaneseMaurizio Costanzo

Costanzo in aula; continuo a ricevere minacce «Se non avessi cambiato auto adesso sarei morto. Non ho mai conosciuto uno dei boss che mi colpirono» Costanzo in aula; continuo a ricevere minacce Il giornalista a Catania come testimone per l'attentato in via Fauro CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «L'attentato? Se non avessi cambiato quell'auto, oggi non sarei stato qui a parlarne». Non ha voglia di scherzare Maurizio Costanzo quando gli chiedono di quella sera di tre anni fa quando un'auto bomba saltò in aria in via Fauro, a Roma, a pochi metri dal «suo» teatro Parioli. Costanzo ieri mattina ha deposto al processo «Aria pulita 2», nel quale sono imputati trentacinque esponenti di quello che fu il clan di Giuseppe Pulvirenti, chiamato il «u Malpassotu». Una deposizione durata poco meno di un'ora, durante la quale al testimone eccellente i due pubblici ministeri e gli avvocati della difesa hanno chiesto una serie di circostanze legate ai momenti che precedettero l'attentato del maggio '93. La deposizione di Costanzo, la sua «prima volta» da testimone, era stata sollecitata dagli avvocati difensori di Vincenzo Ensabella, uno degli imputati di questo processo ma anche uno degli indagati per l'attentato di via Fauro. Sul ruolo di Ensabella, già magazziniere dell'industria di torroncini «Condorelli» di Beipasso, si discute molto. Secondo alcuni pentiti, proprio grazie al suo ruolo nella ditta dolciaria, Ensabella avrebbe avuto facile accesso al teatro «Parioli», approfittando del fatto che la «Condorelli» era sponsor del programma, circostanza quest'ultima smentita ieri dallo stesso Costanzo. Ensabella avrebbe fornito agli attentatori di via Fauro indicazioni precise per l'organizzazione dell'attentato. Gli avvocati della difesa sostengono che non è vero, e la deposizione di Costanzo era stata richiesta proprio per chiarire alcuni punti. Il popolare giornalista è entrato nell'aula bunker di Bicocca poco dopo le 11. Il presidente della corte, Afredo Curasi, ha preferito tenere fuori le telecamere. Durante tutta la deposizione, però, a Costanzo nessuno ha mai fatto quel nome; solo i giornalisti, all'uscita, gli hanno chiesto se avesse mai conosciuto Ensabella: «Lo state dicendo voi - ha detto - non ho mai conosciuto nessuno con questo nome. Non so chi frequenti il Parioli - ha aggiunto in una ressa di microfoni - dove ci sono cinquecento spettatori a sera da quattordici anni. Certamente questo Ensabella non era un frequentatore abi¬ tuale». In aula, Costanzo ha parlato dell'attentato di via Fauro, che ha spiegato con il suo impegno, a volte in coppia con Michele Santoro, contro la mafia, con trasmissioni apposite o spot tv da lui voluti. «Ricevo anche ora minacce e lettere minatorie - ha detto ma stranamente il periodo più calmo fu a ridosso dell'attentato». Ha poi aggiunto che nessuno mai gli ha mostrato una foto o un identikit e che non ha mai effettuato il riconoscimento di persone che possono essere collegate all'attentato. Costanzo ha anche negato di conoscere il titolare della «Condorelli» e ha detto di avere ricevuto in regalo, nel Natale di quattro o cinque anni fa, i suoi famosi torroncini dall'attore catanese Leo Gullotta, testimonial della ditta negli spot tv. Alla fine della deposizione Costanzo, scortato da un'auto della polizia, si è fermato davamo all'aula bunker per parlare con i giornalisti. «Francamente, non so bene neanche perché mi abbiano chiamato - ha detto - credo che tutto ruoti attorno alla possibilità che qualcuno si fosse introdotto nel teatro Parioli e alla vicenda della sponsorizzazione dei torroncini». La sera dell'attentato, fu l'uso di un'auto diversa dalla solita a salvare Costanzo: «Quel giorno il mio autista abituale era andato dal medico - ha detto ma non temete, è stato interrogato poche ore dopo dagli investigatori». Poi il piccolo corteo di auto blindate lo ha riportato in aeroporto: in serata era puntualmente tornato il padrone di casa del suo ormai storico salotto tv. Fabio Albanese «Quel giorno il mio autista abituale era andato dal medico: così mi salvai» A destra un'immagine dell'attentato di via Fauro. In basso Maurizio Costanzo all'uscita dall'aula

Luoghi citati: Catania, Roma