Seconda sentenza per il caso Rabin di Fiamma Nirenstein

Seconda sentenza per il caso Rabin Seconda sentenza per il caso Rabin L'Inquirente: lo Shin Bet colpevole di incapacità UN MITO INFRANTO D GERUSALEMME A una quieta palazzina gerosolimitana ornata di rampicanti, è uscito ieri mattina un altro verdetto definitivo, non meno significativo della condanna all'ergastolo di Ygal Amir: è il verdetto della Commissione Shamgar, incaricata di indagare sulle responsabilità dei servizi segreti interni, lo Shin Bet (detto anche Shabbach), e della polizia circa l'assassinio di Rabin. Risultato: un volume di circa 350 pagine di cui 150 segrete (sono state lette solamente da Peres e da tre ministri) che mette sotto accusa senza remissione, prima ancora della struttura, l'ideologia della mitica forza segreta di Israele, quella che ancora ieri è riuscita a uccidere Yehie Ajash, l'Ingegnere, il capo del terrorismo islamico, ma che non è invece riuscita a proteggere da un estremista ebreo il premier. E proprio qui sta il punto: la Commissione che Der oruattro mesi ha studiato il disastro abbattutosi il 4 novembre su Israele ha confermato tutte le accuse di incapacità e di mancanza di comprensione sostanziale del problema ai sette alti personaggi implicati nella storia, dal capo dello Shabbach Carmi Gilon, ai reSDonsabili dei vari servizi di sicurez- za (fino al capo della polizia di Tel Aviv Yaacov Shoval) e ha salvato, significativamente, solo l'alto funzionario denominato Chet (l'iniziale del nome che deve restare top-secret) che sovrintendeva al flusso delle informazioni. Infatti lo Shabbach saDeva che si stava preparando qualcosa di grave ai danni del premier, era stato informato che nell'ambito dell'estremismo ebraico bolliva in pentola la congiura e il delitto. Ma, ecco una terribile conclusione della Commissione guidata dall'ex presidente della Corte Suprema, giudice Meir Shamgar: il capo dello Shabbach, e anche probabilmente quindi il premier Rabin che era il suo unico diretto referente, ha messo da parte la segnalazione che da parte ebraica potesse venire una tanto efferata opzione. Fra le righe del volume prodotto dalla Commissione, si legge appunto il rimprovero ai servizi segreti per non aver capito per tempo che non soltanto da parte araba può provenire il terrorismo, ma anche da parte ebraica. Così Carmi Gilon, che pure era già dimissionario, è uscito piegato e depresso dal Beith Shalom di Gerusalemme e ai giornalisti ha detto parole di velata Drotesta: «E' un verdetto amaro, difficile da accettare, per me e per i miei uomini. Le difficoltà che 10 Shabbach incontra sono tante, inenarrabili. Qui siamo tutti condannati. Va bene. Però Israele intera, tutta la società oggi deve stare in guardia contro un fenomeno nuovo. L'uomo che sta in coda con te al supermercato, l'ufficiale dell'esercito, 11 tuo vicino, ogni israeliano può trasformarsi nell'assassino del primo ministro». Una scoperta tardiva ma veritiera: così, probabilmente, sull'onda dell'incredulità che un ebreo possa uccidere un altro ebreo, la zona sottostante la scala da cui scese Rabin non era stata mantenuta «sterile»; e Ygal Amir era potuto arrivare, un ebreo fra gli altri, sotto gli occhi di tutti alle spalle non protette di Rabin. E si può aggiungere che sull'onda della stessa incredulità, Rabin non si metteva mai il giubbotto antiproiettile ed era sempre ribelle alla protezione. Carmi Gilon. che insieme adi altri suoi uomini è condannato a mantenere le sue dimissioni (altri dei suoi sono stati sospesi, altri invitati a tenersi alla larga per qualche anno, Shoval il poliziotto è stato biasimato per non avere mandato comunque i suoi uomini in difesa di Rabin anche senza la richiesta dello Shin Bet), partecipava da intellettuale gerosolimitano di sinistra di un modo tradizionalista, onnipotente, di vivere lo Shabbach. Che cos'erano mai di fronte ai servizi segreti quei religiosi vocianti? In lui dev'esserci certo stato un disprezzo noncurante per gli uomini di destra. «E' una terribile botta all'indipendenza dello Shabbach» ha protestato fra molti l'ex vicecapo dei Servizi Gideon Ezra. «Non era il caso di ferire al cuore un organismo che ha compiti eroici e delicati, che ogni minuto, senza che mai lo si venga a sapere, fa qualcosa per noi. Hamas e la Jihad restano il nostro nemico numero uno. e non bisogna distruggere il morale di chi li affronta continuamente». Ma Shimon Sheves, capo gabinetto di Rabin, approva: «Ci sono ancora in giro migliaia di Ygal Amir. Stavolta, forse, i servizi si decideranno a combatterli». Shimon Peres ha letto ieri pomeriggio, senza commenti, la parte segreta relativa agli infiltrati negli ambienti di destra come il famoso provocatore Avishai Raviv detto Champagne: «Dopo un disastro come quello che abbiamo sofferto, era indispensabile un'inchesta precisa, dettagliata, seria e segreta come questa. Ne sono soddisfatto» ha dichiarato. Dunque: complotti, pare, non ve ne sono stati, ma è accaduto qualcosa di molto più esplosivo. Lo Shabbach da una banda di eroi con gli occhiali scuri si è trasformato in un organismo che da ora in poi sarà forse meno eroico, ma più trasparente, più controllato dai politici. Fiamma Nirenstein II terrorista ebraico Yigal Amir assassino del premier Rabin. Dopo ia sua condanna in aula, una Commissione d'inchiesta ha censurato anche l'operato dei Servizi segreti

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele