Il summit dei poeti di Marco Neirotti
intellettuali Il summit dei poeti «Oltre la politica Vanima del continente» intellettuali in campo «OltPTORINO OESIA, medicina contro i mali moderni». Così, tra candore e protesta dura, il poeta francese Jean-Pierre Rosnay ha ribaltato i toni austeri della Conferenza che oggi riunisce al lingotto Capi di Stato, di governo e ministri degli Esteri. Li ha ribaltati in nome dell'anima: di là la politica, la ragnatela dei progetti, di qua la trama della cultura, della comprensione di culture diverse. E proprio questo era il titolo del convegno organizzato ieri all'Unione Industriale dal Gruppo di Poesia attiva Anna Cuculo insieme con Regione e Comune: Un'anima per l'Europa (Arte, Mito, Poesia). Già, ma quale anima? si è domandato il toscanaccio pittore e incisore Sigfrido Bartolini: «E' ancora da vedere se ne ho una io e se ce l'ho mi basta giusto per vivere». Invece, dicono poeti, scrittori, editori, saggisti, artisti (e, in fondo, lui per primo) riuniti a convegno, quest'anima esiste, sebbene offuscata, scordata, o almeno non colta. Esiste e pretende voce. Emilio Gay, organizzatore dell'incontro: «Vanno bene i ministri, vanno bene i presidenti a tavola. Ma l'Europa? L'Europa ha una cultura da condividere». E' 0 tasto dove i poeti hanno premuto, agitato, morso: c'è un'anima che non si vede, ed è lo scambio, la passione per le culture altrui, anche le più lontane. Non è un caso e nemmeno un bluff il fatto che dall'Ungheria arrivi a Torino, il giorno prima del summit, il poeta Endre Szkarosi a parlare di «anima orientale dell'Europa» e che, invece, ci racconta Dino Campana molto meglio di tanti specialisti italiani. Lo scambio sta più che nelle ideologie (e di ideologia il convegno sembrava averne una ben connotata) nel capello arruffato, la cravatta stravolta, il fazzoletto verde mezzo matto dell'architetto bosniaco Raymond Rehnicer, che ci sfidava sulla «multiculturalità» e le «frontiere della mente». Banchieri e democrazia, sapienti ed alchi¬ misti nell'avvenire d'Europa. La giornata non è certo una contestazione da sinistra, prevalgono temi cari alla destra. Salgono a parlare Giano Accame, Gabriele La Porta. E a Bartolini che si chiede quanto siamo vittima del brutto, castigando senza pietà perfino i chiodi di oggi, peggiori di quelli di ieri, risponde Stefano Zecchi: «Chi salverà l'Europa? Maastricht o la bellezza? La Bellezza ovviamente». Bellezza del pensiero che accomuna è la «fede» della presenza, all'incontro, del poeta e scrittore Giuseppe Conte, che ha rievocato nella sala l'anima ellenica e l'anima celtica. Anime che dovranno essere Anima. Dice Conte: «S'incontrano i grandi. Ma i problemi europei non passano soltanto attraverso le vacche pazze o i rapporti economici. La sfida vera è quella di quanto le culture sanno confrontarsi e donarsi a vicenda. Una realtà da svelare e un progetto di futuro». Marco Neirotti
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