La sinistra europea alla riscossa

Sconfìtti in Spagna e Germania, i socialisti ripartono da Torino: «Siamo noi i padri dell'Ue» Sconfìtti in Spagna e Germania, i socialisti ripartono da Torino: «Siamo noi i padri dell'Ue» La sinistra europea alla riscossa Gonzàlez urla: «Ci rifaremo» TORINO. «L'unione politica dell'Europa è l'idea mas feliz che sia circolata dai tempi del Rinascimento». Parola di Felipe Gonzàlez, il leone ferito della sinistra europea venuto a Torino per offrire il suo fiato alla vecchia causa di un'Europa unita. Il leader dei socialisti spagnoli è un veterano di questi vertici europei (più di venti!) e ieri sera al Teatro Alfieri, dove l'Internazionale socialista si era data appuntamento alla vigilia della Conferenza intergovernativa, è stato accolto con grande calore dalla platea. Ma gli applausi non hanno dissipato la sensazione che sul palco, seduti uno accanto all'altro, gli esponenti del socialismo europeo formassero una galleria di «perdenti»: Rudolf Sharping, Lionel Jospin, lo stesso Gonzàlez sono il volto della crisi della sinistra in Germania, Francia, Spagna. Cioè tre Paesi che hanno lavorato intensamente alla costruzione di un'Europa politica. E le'sconfitte subite dalla sinistra europea negli ultimi anni hanno contribuito al declino di una certa idea dell'Europa - unita, solidale, sovrannazionale presa di mira ormai non più soltanto dalla Gran Bretagna. Tanto che la Conferenza intergovernativa promette di offrire una partita ancora molto aperta tra tre modelli europei: quello britannico, che punta a tenere le cose come stanno e se possibile fare qualche passo indietro, quello francese che punta ad un'Europa politicamente più unita ma fondata sugli Stati, e quello tedesco, cioè il vecchio sogno dell'Europa federale. Naturale, dunque, che questa sinistra in parte diseredata punti sul successo dell'Ulivo per ridare fiato alla vecchia idea di un'Europa unita e federale. Tra i leader presenti ieri al Teatro Alfieri, Massimo D'Alema era uno dei pochi a non essere stato recentemente sconfitto alle urne. E i leader dell'Internazionale socialista incrociano le dita pensando al 21 aprile. Il tifo di Gonzàlez e compagni si è fatto sentire forte: «Voglio che vinciate», ha urlato l'ex premier spagnolo alla platea, dov'erano seduti, tra gli altri, i candidati torinesi dell'Ulivo Furio Colombo e Franco Debenedetti (con l'editore Giulio Einaudi). «Lo dico a voce alta, chiaramente, e che nessuno mi rimproveri ingerenze negli affari altrui: un'Italia progressista è necessaria per l'Europa». Musica per le orecchie di Massimo D'Alema, naturalmente, che ha proseguito secondo lo stesso refrain: «La sinistra è il pilastro dell'unità politica dell'Europa. E' la forza che più di ogni altra ha legato il proprio destino al destino dell'unità europea». Insomma, la sinistra è di casa in Europa mentre il Polo «ce ne separerebbe». «E Fini?», chiede il leader del pds lasciando il terreno della politica europea per ripiombare in piena campagna elettorale. «Con chi va a cena Gianfranco Fini? E' vero che si vuole discostare dall'Europa di Le Pen, ma non ha ancora trovato un nuovo alloggio». E Berlusconi? Neanche lui viene accettato in Europa, assicura il leader della Quercia. «Dove sono Forza Francia, Forza Portogallo, Forza Spagna?». L'Internazionale socialista sogna una vittoria dell'Ulivo, e sogna che quella vittoria preannunci a sua volta un grande ritorno della sinistra europea (e dunque un grande ritomo dell'idea di un'Europa unita e federale). Del resto - dicono - una prima avvisaglia si è già avuta con la vittoria dei socialisti in Portogallo. L'anno prossimo potrebbe essere quello buono per Tony Blair. E in Spagna, assicura Gonzàlez, «volveremos a ganàr, torneremo a vincere. E così ci incontreremo di nuovo per governare insieme l'Europa». Andrea di Robilant Al fianco di Sharping, Jospin e Vranitzky c'erano D'Alema e i candidati dell'Ulivo TORINO* -I990* Il premier spagnolo Felipe Gonzàlez è stato battuto per un punto e mezzo percentuale da José-Maria Aznar e dovrà cedergli la guida del governo Il cancelliere austriaco Franz Vranitzky Il segretario del partito socialista francese Lionel Jospin ha raccolto il 47,5% dei voti al ballottaggio del maggio '95 contro Chirac