L'azienda abbandona il commercio per corrispondenza «Calano gli incassi» «L'ultimo viaggio della Vestro Per posta non si vende più»

Cronache L'azienda abbandona il commercio per corrispondenza: «Calano gli incassi» L'ultimo viaggio della Vestro «Per posta non si vende più» LA CRISI DELLO SHOPPING IN SALOTTO IL corposo catalogo gennaio-luglio con la copertina biancazzurra stile caraibico, le 600 pagine patinate e i 20 mila articoli sopra e accanto a ragazze fascinose è l'ultimo della serie. La Vestro chiude. La seconda società italiana di vendite per corrispondenza ha annunciato l'uscita dal mercato. «In seguito ai risultati economici, in particolare nell'ultimo triennio, l'azionista La Redoute S.A. ha deciso l'arresto delle attività», ha fatto sapere ieri il presidente e direttore generale della società, Daniel Richebraque. Colpa del mercato in caduta e delle Poste troppo esose. Finisce così un'avventura commerciale cominciata 35 anni fa e che fatturava 200 miliardi in un mercato che nel '95 ne ha totalizzati a fatica 1650, un centinaio in meno rispetto all'anno precedente. In questo dato è racchiusa la sofferenza di un settore che in Italia non è mai riuscito a decollare e ad affermarsi come nel resto d'Europa e in America. Da noi la possibilità di fare shopping inchiodati in salotto e l'idea di farsi recapitare a casa vestiti e pentole oppure ed e mobili «non è riuscita a radicarsi nella mentalità del consumatore», dice malinconicamente Gianfranco Pedrazzini, responsabile del catalogo e delle promozioni della Vestro Italia S.p.A. La crisi dell'abbigliamento, poi, ha inferto il colpo di grazia. Abbigliamento e tessile, infatti, sono stati e sono tuttora il cavallo di battaglia dei leader delle vendite per corrispondenza - nell'ordine Postai Market, Vestro, Euronova e Compagnia Italiana Abbigliamento - e la caduta delle vendite negli ultimi 12 mesi «li ha martoriati», spiega Pier Attilio Rubini, segretario generale dell'Anved, l'Associazione nazionale vendite a distanza. «Anche se vengono definiti "generalisti" perché presentano i prodotti più vari, sui cataloghi i vestiti per uomo, donna e bambino costituiscono più del 60 per cento dell'offerta. Se cede quel comparto, è evidente che è tutto l'insieme a risentirne immediatamente». Le Poste, da sempre croce delle 38 società che compongono l'Anved, hanno fatto involontariamente la loro parte aumentando le tariffe sui pacchi del 50 per cento. «Per noi la posta è la vita», osserva Rubini e l'ultimo rincaro è stato accolto con grande apprensione. E non solo. Per la Vestro è stata una mazzata. «Ci ha penalizzato un sistema di distribuzione in cui i costi crescenti non hanno significato migliore qualità», si lamenta Pedrazzini. «All'estero bastano 24-48 ore per recapitare un prodotto, nel nostro Paese ci vogliono fino a una decina di giorni e nell'incertezza totale». Inviare pelapatate, giacche in pelle, vogatori e hi-fi era diventato antieconomico per la ditta di Bergamo (che promette comunque di non abbandonare a se stessi i suoi 450 dipendenti) e adesso per il milione e 700 mila clienti che hanno ricevuto il librone Vestro primaveraestate è l'ultima occasione di fare acquisti. In questo panorama solcato da ombre «se la cavano bene soltanto gli specialisti che si sono concentrati in nicchie specifiche, come Giordano con i vini e gli alimentari oppure Stassen con i bulbi di fiori», dice Rubini, sottolineando come dopo tante polemiche e non poche irregolarità l'universo del «direct mail» si sia moralizzato e «tuteli al massimo il compratore». «Grazie al diritto di recesso entro sette giorni, chi altro può garantire la restituzione del denaro a quelli che hanno cambiato idea? Per non parlare aggiunge con altrettanta convinzione - dell'opportunità di programmare lo shopping e di pagare a rate». Anche il gigante della vendita a distanza - Postai Market - è stato costretto a varare in tutta fretta una strategia d'attacco per rispondere alla pigrizia apparentemente invincibile dei clienti, l'80 per cento dei quali è composto da donne che lavorano, dai 30 anni in su, di classe media. «Abbiamo valorizzato al massimo la moda italiana ed esteso le aree emergenti degli oggetti da casa, del fai-da-te e dell'elettronica. Contemporaneamente abbiamo migliorato il servizio, ricorrendo a corrieri privati che garantiscono la consegna entro 48 ore, e allargato le facilitazioni di pagamento», afferma Gisella Ballabio di Postai Market, che l'anno scorso ha fatturato oltre 420 miliardi, un quarto del mercato globale. «La crisi la sconfiggiamo così. Non ci arrendiamo». Gabriele Beccaria Accuse anche alle Poste «I costi sono sempre più elevati, ma non migliorano i servizi» LE VENDITE PER POSTA IN CIFRE i VOLUMI D'AFFARI 1995r7~^: / 1993j„ \ J [ J 1,750,/UulRDÌ 1992,, ; 1^40_MIL!ARDI 1991 '"• 1.700 miliardi I LEADER DEL MERCATO postal market vestro; euronova " " ~~" compagnia italiana abbigliamento I SETTORI abbigliamento " 35,2% libri . - 20,6% articoli per la casa 16,4% tessili per la casa . 8,5% tempo ubero . 6,3% business tp business .-■ 4,4% vini e alimentari ' 3,5% filati- . 2,0% dischi; cassette e cd 1,8% piante 1,3% La copertina dell'ultimo catalogo Vestro e a sinistra una pagina di moda

Persone citate: Daniel Richebraque, Del Mercato, Gabriele Beccaria, Gianfranco Pedrazzini, Gisella Ballabio, Pedrazzini, Pier Attilio Rubini, Rubini

Luoghi citati: America, Bergamo, Europa, Italia