Caianiello: io stimo Di Pietro di Fabio Poletti

Caianiello: io stimo Pi Pietro Caianiello: io stimo Pi Pietro // Guardasigilli nel mirino del Csm Brescia, domani il verdetto sull'expm BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Ci pensa 0 ministro Caianiello a chiudere la polemica con Di Pietro. Ma prima si riserva l'ultima stoccata: «Quando mi riferivo a compiti più grandi di lui alludevo a taluni progetti anche politici di cui il dottor Di Pietro intendeva caricarsi. Progetti ambiziosi anche per chi nella sua attività investigativa aveva dimostrato tanta professionalità». L'invito a Di Pietro a stare al suo posto arriva dal ministro con una lettera all'avvocato Dmoia. La lettera viene resa nota il giorno dopo la gravissima reazione di Di Pietro, quella in cui dà al ministro Caianiello la patente di «ringhioso di turno». Sulla querelle interviene anche il Csm. E dall'organo di autogoverno dei giudici parte un coro di critiche all'operato del ministro. Per Marco Pivetti di Md il «ministro dovrebbe dare prova di un maggior senso di misura nelle sue esternazioni». Stessa linea quella di Sergio Lari dei Movimenti riuniti: «Un intervento inopportuno». Quattro parole appena da Vladimiro Zagrebelsky: «Il silenzio è d'oro». Solo per Agostino Viviani - al Csm per Forza Italia - l'intervento di Caianiello è legittimo: «Di Pietro non fa più parte della magistratura, non si capisce perché dovrebbe essere contornato da un alone di mtocca- bilità. U ministro ha fatto bene a intervenire». Il ministro Caianiello, in serata, risponde al Csm : «Nel mio intevento ho solo voluto criticare certa giustizia-spettacolo. Non mi sono riferito al processo in corso. Né si può credere che un discorso condotto fra studiosi possa influenzare i giudici di Brescia, se non dubitando della saggezza di questi». Dalla parte del ministro Caianiello, contro la rabbiosa reazione di Di Pietro si schiera pure 1'«Osservatore romano». Il quotidiano pontificio bacchetta l'ex magistrato simbolo di Mani pulite senza mezzi temimi per quelle frasi al ministro «molto dure e quasi offensive». Tocca al ministro Caianiello buttare acqua sul fuoco. E - pur senza fare marcia mdietro - precisa: «Nei miei quaranta anni di attività giudiziaria sono stato abituato ad un comportamento mite, privo di animosità. Il mio riferimento al modo protervo di smettere la toga era contrapposto al garbo che contraddistingueva i gesti dei magistrati della mia epoca». La «lezione di stile» del Guardasigilli non si ferma qui. Le parole sono lievi, ma il paragone a quell'addio alla toga ripreso dalle tv di mezza Italia, 6 dicembre '94. lascia il segno: «Non volevo attaccare Di Pietro personalmente Non volevo interferire con l'udienza preliminare in coreo a Brescia. Ma come tantisshni sono rimasto sconcertato dal brusco modo con il quale abbandonò la magistratura». Finite per ora le polemiche, rimane l'udienza preluiiinare. Quella che si è chiusa ieri ade 18 dopo l'ultima arringa dell'avvocato di Di Pietro. Quella che riprenderà domani con 0 verdetto, dopo un giorno di pausa voluto dal gip Anna Di Martino per meglio riflettere. «Auguri, dottor Di Pietro», dice il giovane pm Silvio Bordigli che insieme a Fabio Salamoile ha sorretto l'accusa. Un gesto di gentleman agreement che ben difficilmente malgrado la stretta di mano - stempera le polemiche che hanno accompagnato dieci mesi di ùidagine. Dieci mesi che dopo quattro ore di arringa Massimo Dmoia liquida così: «Li ho demoliti». Il riferimento è alla costruzione accusatoria che non starebbe in piedi: «E' tutto chiarissimo, lo capùebbe anche un bambmo». Dinoia spiega di aver ricostruito tutti i fatti e di aver chiesto il «non luogo a procedere per tutte le vicende». Poi, dietro a lui, fa capolino Di Pietro. Che spmge il suo difensore e gli intima: «Vieni, vieni via, non parlare più». Oggi pausa, domani il verdetto sull'ex magistrato e sui presunti complottatori ai suoi danni, da Cesare Previti a Paolo Berlusconi. Fabio Poletti

Luoghi citati: Brescia, Italia