Ustica Priore «attacca» la Nato

Il no ai documenti Il no ai documenti Ustica, Priore «attacca» la Nato ROMA. «E' inaspettata la decisione della Nato, poiché si era sperato che la nuova segreteria dell'Alleanza atlantica, a differenza di quelle precedenti che avevano sempre respinto le richieste dell'autorità giudiziaria italiana, desse una risposta positiva alle nostre istanze». Lo ha detto il giudice Rosario Priore, titolare dell'inchiesta sulla tragedia del 27 giugno 1980, commentando il rifiuto della Nato di consegnare documenti relativi al funzionamento del sistema radar in Italia. Per Priore, però, non tutto sembra essere compromesso. «Una strada percorribile - ha affermato - potrebbe essere quella di una riduzione allo stretto necessario delle richieste, ad una limitazione, cioè, alle sole informazioni sulle funzioni usate nei siti radar la sera del disastro. Senza danni, cioè per la segretezza complessiva del sistema di difesa aerea che, probabilmente, ancora per anni sarà impiegato nelle strutture militari dell'alleanza». Sull'argomento è intervenuto il vicepresidente del Comitato di controllo dei servizi segreti, il leghista Enzo Erminio Boso, secondo il quale «è ora di fare chiarezza sulla strage di Ustica e l'unico modo è quello di incriminare per reato di strage volontaria, come al processo di Norimberga contro i nazisti, il presidente del consiglio Dini, l'ex ministro della Difesa e tutti i vertici della Nato, del ministero della Difesa e degli organi militari italiani». Anche l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, fa sentire la sua voce. «La decisione dell'alleanza atlantica è gravissima. Chiedo al presidente Dini di compiere tutti i passi necessari per far uscire l'Italia dalla Nato». [r.i.]

Persone citate: Dini, Enzo Erminio Boso, Priore, Roberto Maroni, Rosario Priore

Luoghi citati: Italia, Norimberga, Roma, Ustica