Mau Mau la musica che «fa» generazione di Marinella Venegoni
«Vìva Mamanera», calderone di culture «Vìva Mamanera», calderone di culture Mau Mau, la musica che «fa» generazione TORINO. Giocano, i Mau Mau, con i colori della musica, e «Viva Mamanera», il nuovo album, che esce domani, è un luminoso e a tratti intrigante calderone, nel quale le culture di mezzo mondo sventolano la tavolozza felice dei loro ritmi. Il sole dei Caraibi scalda la voce e gli strumenti, non soltanto la copertina, e citatissime influenze arabo-caraibiche vengono usate nel brano «Ellis Island», che racconta - in piemontese - l'epopea dei primi emigranti negli Stati Uniti (la contaminazione si spinge a riacchiappare la lingua inglese per il finale del brano). La geografia dei riferimenti e delle allusioni intreccia con qualche rischio la partitura complessiva, il risultato è spesso misteriosamente godibile. Questo gusto di sperimentare in musica le culture del pianeta (furono i Negresses Vertes i primi a provarci con successo) rispecchia una scelta di fondo dei Mau Mau, che è la disponibilità a viversi come cittadini del mondo, aperti cioè a cogliere gli stimoli, le influenze, le suggestioni dei popoli d'ogni continente. E non è un caso, allora, che Luca Morino, vocalist e autore dei testi dei Mau Mau, abbia scritto per questo «Vi-va Mamanera» una sorta di inno generazionale, che nella crisi globale delle identità diventa una faccenda assai delicata, da prendere davvero con le molle. Era da tempo che i cantanti non ci provavano, e questa volta il rimando, inevitabile, va ad un altro inno famosissimo dei Sessanta, «Dio è morto» di Guccini. S'intitola «Soli noi/ Tropical Jungle», e con un ritmo iterativo e accenti disperanti racconta gli uomini di oggi intorno ai trent'anni. Spiega Fabio Barovero, altro leader del gruppo: «E' una dichiarazione d'amore verso un Dio che non si vede, un appello e un richiamo in cui si battono i pugni per terraI Mau Mau contro la disgregazione». Dice il testo: «Questo non è un lamento ma interrogazione... Se credi in noi/ Dio ti chiedo/ Tu Dio dell'ipocrisia/ Dio dell'odio/ Dio delle guerre sante/ Dio satellitare.../ Tu Dio delle banche/ e dell'informazione...». Barovero insiste, che non si tratta di un inno distruttivo: «Si può anche non trovarci dentro amore fraterno, però si intuisce che di quello si è a caccia, e con un impulso che è quasi quasi animalesco, tanto è forte e vitale». L'espressione «Soli noi» va intesa in senso individualista ma anche come plurale della parola «sole», cioè che ognuno di noi è un centro dell'universo: e questa, soprattutto, è la grande differenza con la generazione degli Anni Sessanta, che sempre pensava in termini collettivi. «"Mamanera" comunque è un cordone ombelicale con la Terra, un legame di vita e di storia che non appartiene alla nostra cultura», spiega ancora Barovero. Grandi cambiamenti stanno contrassegnando l'attività dei Mau Mau: intanto i suoni - sempre vivissimi, ben lontani dalle atmosfere campionate - si sono arricchiti di elettricità, con basso violino e chitarra amplificati a riprodurre una mistura più metropolitana, a tratti davvero originale. E poi va registrato l'ingresso nel gruppo di un nuovo batterista, Ciuski, proveniente dagli Ustmamò. In questi giorni, i Mau Mau sono chiusi nel loro vecchio Mulino, vicino a Collegno, a provare per il tour che parte il 23 aprile prossimo da Pontedera, con alcune date di rodaggio in piccoli centri, per poi arrivare nelle grandi città. Marinella Venegoni Le prime date del tour: 23 Pontedera, 2 maggio Firenze, 3 Roma, 5 Macerata, 7 Torino, 10 Genova. I Mau Mau
Persone citate: Barovero, Fabio Barovero, Guccini, Jungle, Luca Morino, Mulino, Negresses, Vertes
Luoghi citati: Collegno, Firenze, Genova, Macerata, Pontedera, Roma, Stati Uniti, Torino
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