La Scala prepara il trasloco

La Scala prepara il trasloco il #>JieA IL CASO Permetterà di costruire i palcoscenici mobili La Scala prepara il trasloco La «Bicocca» nuova sede provvisoria IL TEATRO CANTIERE TMILANO EMPI felici per la Scala. Mentre è alle porte il varo della Fondazione che, unendo pubblico e privato, delinea un destino finanziario e di gestione più solido, il teatro può finalmente strappare alle astrattezze l'annoso problema degli spazi di produzione e del secondo palcoscenico che da sempre umilia le sue potenzialità di recite e la domanda in continuo crescendo di spettacoli, di musica. La soluzione passa attraverso il riutilizzo di due grandi aree industriali dismesse, l'Ansaldo e la Pirelli alla Bicocca, due punti cardinali della geografia e della memoria di ciminiere e tute. Alla Bicocca - una «Défense» ambrosiana che, progettata da Vittorio Gregotti, è fitta di cantieri e per il 30 per cento è già costruita -, che ospiterà il secondo polo dell'Università Statale (aule per 30 mila studenti), i laboratori milanesi del Cnr, abitazioni e uffici, verrà costruito un teatroauditorium capace di 2300 posti. Qui, dalla serata inaugurale del 7 dicembre 1999 sino a tutto il 2001, la Scala trasferirà le sue stagioni lirico-sinfoniche, in modo da poter iniziare e concludere i lavori per dotarsi di due palcoscenici mobili che, per mezzo di ascensori e pedane rotanti, possano sostituirsi uno all'altro. Così, poniamo, si potrà provare «Manon» sino alle sette di sera e, un'ora dopo, alzare il sipario su un «Don Giovanni». Poco meno di tre anni per costruire il teatro e anche una metrotramvia che colleghi la Bicocca a due linee metropolitane e alla sta- zione Grego delle Ferrovie, quasi catapultando questa periferia nel cuore storico della città. Intanto, nella sua battaglia per lo «spazio vitale», il sovrintendente Carlo Fontana, con il determinante appoggio del sindaco Marco Formentini, avrà già piantato la bandiera della Scala nei padiglioni dell'Ansaldo, dove dal prossimo aprile cominceranno i lavori per ospitare definitivamente il laboratorio scenografico e una sala prove. Era ovvio che, al battesimo dell'intesa fra Comune, Scala e Pirelli, Fontana fosse raggiante e quasi revanchista nel sottolineare le virtù propellenti dell'incontro fra pubblico e privato, lui che è stato pregiudizialmente contestato per avere portato avanti l'idea di un necessario aprirsi degli enti lirici alla collaborazione delle imprese. L'alleanza non è una novità per la Pi¬ relli che, attraverso Milano Centrale, la sua società immobiliare, realizzerà l'edificio (27 miliardi totalmente coperti dai proventi per gli oneri di urbanizzazione) e la metropolitama leggera. Lo ha ricordato Marco Tronchetti Provera: «Nel 1884 fu Giovanni Battista Pirelli a illuminare la Scala, insieme a Giuseppe Colombo, il fondatore della "Edison". Fu uno fra i primissimi impianti di luce elettrica realizzati e non solo in Italia. E' una piccola cosa questo teatro che noi costruiremo alla Bicocca, dove coabiteranno non solo gegraficamente la cultura, la ricerca, l'università e l'impresa. Ma è un primo segnale della volontà di Milano di guardare avanti». Il teatro è stato già disegnato da Gregotti che ha alle spalle la felice esperienza delrauditorium di Belem a Lisbona e che, per avere vinto il concorso internazionale nel 1986, firma l'intero progetto Bicocca. L'area è destinata a diventare il centro della Milano metropolitana. Philipe Daverio, assessore alla Cultura, parla di un «bacino d'utenza» di 4-5 milioni di persone. Per ora, la «casa» dello sfollamento scaligero è una macchia bianca nel legno del plastico che dettaglia la nuova realtà. Ma la realtà imprenditoriale che se ne fa carico è tale da scongiurare una storia alla Dal Verme, l'auditorium in costruzione da anni, cantierevergogna di una città amaramente carica di progetti mai avviati, mai ultimati. Guido Vergarti Spazio da 2300 posti che porta la firma di Gregotti ln alto, Marco Tronchetti Provera, il sindaco Formentini e Carlo Fontana. Qui sopra, Daverio

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