Bossi-Braveheart «Vado in battaglia»

UN COUPÉ Bossi-Broveheart «Vado in battaglia» L'OSCAR INFIAMMA IL SINAIUR OMILANO NOREVOLE Bossi ha saputo dell'Oscar? «Scalfaro se l'è presa ancora con me?». Trattasi di cinema, gli Oscar a «Braveheart», il suo film preferito. «Bene, è un altro segno imperscrutabile del destino!». Un altro? «Bisogna saper leggere. Domenica, quando a Pontida è nata la nazione Padana, passava la Cometa Hyakutake nell'alto dei cieli. Primo segno, no?». E il secondo sono gli Oscar? «Perfetto. Tutto coincide. Ha vinto "Braveheart" ed è un altro ottimo segnale». Di che? «Il mondo sente che l'uomo non vive di solo pane». E il companatico sarebbe? «Gli affetti, l'identità». Quando ha visto «Braveheart»? «A Natale, in un cinema di Varese». Fassino (pds), ormai la chiama così. Si identifica? «Sì, ...ma non esageriamo». Perché il finale è abbandoni. tradimenti e testa mozzata? «L'ultima parola che grida è "freedom!", libertà! Lo condannano a morte, ma poi la libertà arriva». Rischia la testa anche lei? «Wallace-Braveheart era solo istinto, io ci metto anche la ragione. Sono più tecnico: sintesi di razionalità e affetti». Se gli Oscar sono un segno del destino quel film cos'è? «E' un capolavoro che va riletto, pensando all'oggi. In questo mondo dove rinasce la coscienza dei popoli dopo la fine delle ideologie». In cosa si sente «Braveheart»? «Rigiro la domanda. Aveva capito che il mondo non può essere solo un mercato. Anch'io non ho mai pensato ad una società legata solo all'economia, e in questo c'è l'aggancio con "Bravehart". L'economia, il dominio coloniale dell'economia di un territorio, di una nazione come la Scozia allora o la Padania adesso, è razzismo». La scena che le è piaciuta di più? «Facile. Quando si è scatenata la cavalleria del Re. Suspense. Hanno aspettato la cavalleria del colonizzatore inglese, hanno retto l'urto e li hanno infilzati con le frecce. Mi ha ricordato Berlusconi». Quando l'ha buttato giù da Palazzo Chigi? «Lui aveva il suo esercito e comperava e comperava. Dalle sue televisioni tuonava fiihnini e saette, ci ha bombardato, abbiamo avuto i nostri morti e feriti mentre i nostri ministri scavavano la trincea. Ma il finale è noto...». E Bossi-«Braveheart» cosa prepara? «La terza battaglia, quella dopo elezioni, quando il Paese per uscire dalla melma dovrà ricorrere ad una Assemblea Costituente per cambiare questo Stato e arrivare al federalismo. Non ce la regalerà nessuno, e dunque sarà battaglia, la più dura. Perché, senza federalismo, questo paese va a picco». Dalle piazze di Padania che aria tira? «Ottima, e per il 21 aprile prevedo sorprese. Il 25 aprile '94 sfilai per Milano nel corteo che celebrava la Resistenza. Mi presero a fischi e qualcos'altro, e ben pochi capirono che lì cominciava la fine di Berlusconi. Chissà come sarà questo 25 aprile...». Venerdì l'aspettano a Rai3 per novanta minuti. «Troppa tv, sembra quasi che non vogliano farmi fare i comizi! Vogliono farmi incontrare Berlusconi e Prodi tre o quattro volte, così finisce che per la gente diventa un gioco e diventiamo amici. Ma lì è tutta una roba virtuale, fatta per quegli arrivisti del maggioritario che prevedono un mondo di merda come loro». «Bravehart» che direbbe? «Freedom! Lontano dalla tv e vai in mezzo al popolo». Giovanni Cerniti vaorastibiaaiadelstui metgine patinate del settimanale. Dove Di Pietro se la prende con molti: «Purtroppo nessuna carica istituzionale ha sentito il bisogno di censurare D comportamento di Caianiello. E allora diciamo le cose come Bo«V Il leader leghista Umberto Bossi e, sotto, Mei Gibson «Braveheart»

Luoghi citati: Milano, Oscar, Pontida, Scozia, Varese