Eco «Sono vittima di un'isteria collettiva» di Umberto Eco

E: os Ancora scontro con gli intellettuali di destra: avevo solo contestato le imputazioni a «Lotta continua» Eco: «Sono vittima di un'isteria collettiva» Ilsemiologo respinge le accuse: non firmai per la lotta armata PROFESSORI CONTRO PARIGI un'isteria collettiva, pre-elettorale, che coinvolge tutti. Non firmai per la lotta armata, firmai una lettera che non era nemmeno un appello, era un'autodenuncia di molti intellettuali - anche liberali, democristiani - al procuratore di Torino per le imputazioni a Lotta continua. Un gesto garantista, per denunciare un processo a chi aveva scritto qualcosa, senza aver compiuto alcun atto illegale». Così replica il professor Umberto Eco a tutti quegli intellettuali confluiti nel Polo che lo hanno «ricoperto di contumelie e insulti» per una storia che tra l'altro «è vecchia, fu già tirata fuori dall'Espresso». Umberto Eco è a Parigi per una conferenza all'Istituto di cultura italiano sull'informazione, ed ha voluto inter- venire sulla polemica scatenatasi sulle sue parole. «Dobbiamo difendere l'Italia dai comunisti, dai vecchi maoisti - aveva arringato il professore alla convention dell'Ulivo -. Sono tutti di là: Colletti, Ferrara, Melograni, Brandirali, Vertone, Liguori...». Un intervento seguito a distanza di un giorno da una raffica di risposte sdegnate e di controaccuse da parte degli interessati, solidali nel mettere all'indice l'autore dell'inaccettabile «provocazione». «Non si può processare qualcuno per qualcosa che ha scritto - continua Eco -, la lettera la sottoscriverei anche oggi, pure se ad essere accusato fosse Berlusconi, per uno scritto e non per un'azione. D'altra parte ho espresso la mia protesta anche in occasione del processo Armanini, sull'utilizzo della televisione nelle aule di tribunale». Il docente puntualizza poi di non aver rilasciato le dichiarazioni sugli intellettuali di destra alla convention dell'Ulivo, bensì in un'intervista e soprattutto di essere estraneo a molti dei collegamenti che gli vengono attribuiti dagli intellettuali del Polo. Per esempio, dice, «non avevo rapporti con i maoisti di Servire il popolo e neppure con Aldo Brandirali, checché lui ne dica. Io in quegli anni scrivevo sul manifesto. Altro che lotta armata, ricordo che il tono della mia polemica era, tanto per fare un esempio, questo: "Fanfani passeggiava nervosamente sotto il letto"». [t. g.] «Coperto di insulti riguardo ad una storia già ripresa dall'Espresso» Mao Tse Tung. A destra, Umberto Eco

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