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Il killer della Lauro Il killer della Lauro Al Molqui sarà restituito all'Italia MADRID. Al Molqui, il killer della «Achille Lauro», catturato venerdì scorso ad Estepona (Malaga) in un'operazione congiunta ispanoitaliana e da domenica in carcere a Madrid, voleva scappare in Nord Africa. Le segnalazioni che si trovava sul litorale andaluso sono state fornite da informatori della Guardia Civil. La Benemerita spagnola lo ha arrestato solo dopo che la nostra Ucigos ha confermato la sua vera identità grazie alle impronte digitali in suo possesso. E, mentre le pratiche per l'estradizione del terrorista palestinese in Italia seguono, il più celermente possibile, il lungo iter burocratico, fonti molto attendibili di Madrid segnalano che il governo Usa non ha richiesto all'Esecutivo spagnolo l'estradizione di Molqui. Questi i punti essenziali della conferenza stampa tenutasi ieri mattina nel quartier generale della Guardia Civil di Madrid e in cui sono intervenuti, per l'Arma, il vicecomandante gen. Nieva e il capo degli 007, col. Gonzàlez, per l'Ucigos il responsabile Carlo Ferrigno e il direttore di divisione, Giovanni Sarlo (ex capo della Digos di Torino). Ferrigno, dopo aver ricordato che la localizzazione in Spagna del killer è dovuta alla sua ormai famosa telefonata, da Siviglia, alla pratese Wanda Grassi il 15 scorso, ha rivelato che l'Ucigos costituì immediatamente un ufficio di intelligence nella nostra ambasciata di Madrid, fornendo tutti i dati possibili alla Benemerita. Poi ha cavallerescamente riconosciuto: «La cattura di Molqui è opera solo degli spagnoli. Noi eravamo a Madrid. La legge ci avrebbe impedito di arrestarlo». Sia l'Arma che l'Ucigos hanno dichiarato che non si gioveranno della taglia di due milioni di dollari promessa dagli Usa. Molqui, interrogato ieri dal magistrato della 4a sezione della «Audiencia Nacional», il tribunale che deciderà l'estradizione, né parla, né collabora, [g. a. o.l