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Quelle voci su Wojtyla Quelle voci su Wojtyla Le sue malattie: da 5 anni un giallo GLI ALLARMI SULLA SALUTE ICITTA' DEL VATICANO L 1992 è il fatidico anno del tumore all'intestino, asportato la mattina del 15 luglio dopo che era stato Giovanni Paolo II in persona ad annunciare dalla finestra dello studio che si sarebbe dovuto ricoverare al Policlinico Gemelli. Nei giorni seguenti i medici del Gemelli, confortati dagli esami istologici, dissero che si trattava certo di una neoplasia ma di origine benigna e che l'intervento era stato radicale e curativo. Tutto a posto insomma. Ma da quel momento iniziano le speculazioni. La prima contestazione arrivò dagli Stati Uniti qualche settimana dopo. L adenoma è maligno, sentenziò Michael Zinner, capo della divisione chirurgica dell'Università della California. E come prova, disse, ci sono senz'altro le dimensioni della massa asportata. Il 1993 passa nel silenzio. Le voci cominciano a correre nel 1994. E' l'anno del primo «exploit» del gesuita Lamet che sempre sul quotidiano «Diario 16» disse che il Papa era affetto dal morbo di Parkinson. «Voci», disse Lamet, raccolte nel giro della Curia Romana e tra i collaboratori di Giovanni Paolo II. Seguì una smentita netta di Navarro Valls e il prete-giornalista si ritirò in buon ordine. A luglio di quello stesso anno toccò al cardinale brasiliano Aloisio Lorscheider raccogliere altre «voci», che questa volta davano per certo un tumore osseo. La confidenza, che era stata pubblicata da un giornale oltreoceano, fece presto il giro del mondo. Anche qui soltanto «voci» e anche qui smentite. Poi negli ultimi mesi il giallo sulla salute si infittisce e diventa quasi una ossessione: il giorno di Natale la malattia che impedisce al Papa di portare a termine la benedizione «urbi et orbi» accade in diretta mondovisione. L'ultimo viaggio in America Centrale, a febbraio, è punteggiato di allarmi che costringono Navarro Valls a smentire seccamente: non esiste alcuna malattia, il Papa sta bene. [1. t.]