Piersilvio & Marina giorno da ultras di Ugo Bertone
Ma lui all'inizio ha applaudito anche il «nemico» RETROSCENA Piersilvio & Marina, giorno da ultras Urla contro l'avversario che sul palco attacca papà I FIGLI PMILANO ENSO proprio che il confronto l'abbia vinto mio padre...». Piersilvio Berlusconi, primogenito del leader di Forza Italia, schizza su dalla sedia non appena Bruno Vespa, l'arbitro, dichiara chiuso il match. «Prodi? Ha sbagliato - aggiunge - a dire che mio padre vuol dividere l'Italia. E' ridicolo...». Non ha nemmeno il tempo di finir la frase, Piersilvio, che le guardie del corpo della Fininvest lo spingono dietro il palco, assieme alla sorella Marina. Lei, biondissima e minuta, ha solo il tempo di annuire prima di scomparire nel corteo di papà. Eppure, là in terza fila davanti al palco, per due ore, ha sofferto e partecipato assieme al fratello. E mentre lui, almeno all'inizio, ha rivolto un applauso di cortesia al nemico Prodi, lei è rimasta zitta, tesa, concentrata. Ma quando Prodi ha accusato papà Silvio di voler spaccare l'I- talia Marina è scattata in un «buuh buuh» degno di San Siro. Chissà se Prodi ha riconosciuto la stirpe del «nemico» mentre scattava nelle prime file l'accenno di contestazione. Difficile, anche perché i nemici, assai meno gentili anche nell'aspetto, non mancavano di sicuro nel catino dei commercianti di Milano. Una sola faccia amica tra gli invitati davanti al palco, quella di Marco Fumagalli, segretario cittadino del pds, in mezzo ai candidati di Forza Italia, da Tiziana Maiolo a Giulio "Premonti, fino al neo candidato Achille Serra... «Noi del Polo commenta il senatore Domenico Contestabile - curiamo da sempre questa gente. Stavolta giocavamo in casa». E avete vinto? «£' stata una buona giornata...». Eppoi c'era la platea. Facile capire, fin dall'inizio, che l'Ulivo era in netta minoranza anche se l'organizzazione era stata ben attenta a evitare il rischio del tifo organizzato. Ma l'esito della partita, almeno in sala, era scontato. Nessuno si sorprende, perciò, se la platea sceglie fin dall'inizio, come da previsioni, Silvio Berlusconi. Ma Prodi strappa anche qualche consenso. E fa anche capolino qualche contestatore dell'egemonia di Berlusconi, nei capannelli del dopo confronto. Come Paride Bolis da Gorgonzola, 64 anni, commerciante da una vita: «Per me - dice - ha vinto 7 a 3 Prodi. L'altro ha solo fatto demagogia, lui ha parlato bene...». Oppure come Sergio Rocca, commerciante di Mortara, che dice: «A me Prodi è sembrato uno di noi, che sa cosa vuol dire campare con due milioni al mese. Quell'altro sembra uscito da un telefilm». Sono, però, voci in netta minoranza, sia ben chiaro. I capi delle organizzazioni, intanto, assegnano tutti la vittoria a Berlusconi. «E' più scaltro e più bravo nell'esposizione - dice Franco Alzetta, leader degli albergatori - Prodi? Sembra insicuro, magari un giorno si gira indietro e non trova più nessuno che lo segue...». E Antonio Marinoni, il presidente nazionale dei panificatori? «Berlusco¬ ni - spiega convinto - è più pratico, l'altro parla di filosofia. E noi commercianti siamo gente pratica». E la base, infine, non la pensa in maniera tanto diversa... Battista Coreico, mobiliere di Mortara, ad esempio: «Berlusconi è uno nuovo, che racconta qualcosa di concreto. E con lui c'è Tremonti che insegna a Pavia». Anche Prodi, per la verità, ha una cattedra...«Che delusione mi aspettavo di più». «Ma quel Prodi - si agita la signora Rosalba, una piccola ditta di tessuti a Milano - come fa ad andare in politica contro Silvio? Manco sa parlare...». E' un fiume, quello contro il professore. Prendete, ad esempio, la signora Gabriella Fiumani, erborista: «Mi spieghi lui, Prodi, come faccio a pagare 16 mensilità alla mia commessa che ne lavora dieci. In America mio cugino paga la gente dieci dollari all'ora e solo quando lavora...». Berlusconi, insomma, vince nettamente ai punti. Almeno in sala. In tv, chissà. Tra i commercianti, protagonisti per un giorno, serpeggia comunque un po' di delusione. «Basta teatrino - chiude secco Francesco Sartori, pasticciere di Erba - non mi sono piaciuti né l'uno né l'altro. Volevo risolvere i miei problemi, ho visto uno show..». Ma lo show, comunque, sarà presto replicato. Alla Lega, infatti, non è andata giù l'esclusione e presto, probabilmente, la sala accoglierà anche Giancarlo Pagliarini (ieri fuori a protestare) assieme a qualche altro escluso. Ma il grande spettacolo, quello vero, è già finito. Per ultimo compare un panificatore travestito da panino: «Pagar le tasse sì recita il cartello appeso al suo collo - ma finir così no». Ma all'una, ora di pranzo, anche il panino se ne va. Ugo Bertone Ma lui all'inizio ha applaudito anche il «nemico» Marina Berlusconi reagisce agli attacchi di Prodi a papà Silvio
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