Alla conquista del Nord

Dopo la Sanremo di Colombo che rianima il ciclismo italiano Dopo la Sanremo di Colombo che rianima il ciclismo italiano Alla conquista del Nord Prossimo traguardo nelle Fiandre Doveva essere un anno di attesa e nel ciclismo può succedere che le attese durino anni, ne sanno qualcosa i francesi: prima di tirar fuori Jalabert hanno fatto un'indigestione di ricordi. Perduto (con l'augurio di ritrovarlo prestissimo) Pantani, che cosa rimaneva? Qualche anemica speranza di rivedere almeno la metà di Bugno, qualche vaga probabilità che Chiappucci si battesse con i primi al Giro d'Italia. Perfino gli abbonati all'ottimismo, quelli che in mancanza di successi s'incoraggiano sommando i piazzamenti, ammettevano sconsolati: «Qui non ci rimane più un cavolo». Poi è accaduto che, all'inizio di questa stagione, una pattuglia di giovani ha rotto gli argini, si è caricata sulle spalle il peso di sostituire, senza perder tempo a meditarci sopra, i vecchi fucili. I quali, va precisato, non sono da buttar via, qualche proiettile lo conservono ancora, ma non gli si può più chiedere che sparino a raffica. La pattuglia s'è messa subito al lavoro e uno dei suoi più giovani componenti (24 anni a maggio) ha addirittura vinto la Milano-Sanremo. La Sanremo è lunga 294 chilometri e alla fine di quella sfacchinata, Gabriele Colombo al traguardo non ce l'hanno mica messo le raccomandazioni. E Martini che sa distinguere tra un cacciavite baciato su tutt'e due le guance da una momentanea fortuna e un corridore di rango, comunica: «Poche Sanremo hanno avuto un protagonista che sapesse unire tanto bene forza, intelligenza, tempismo. Che fisico, che lucidità di fondista, che eleganza in sella e che coraggio. Mi lancio: Colombo è un modello del ciclismo di domani». E Berzin che i complimenti non li spreca: «Grande atleta, e uomo di valore». Una villetta in contrada Paino, Varese, la festa sino all'una di notte con un plotone di amici e parenti. Colombo che beve champagne e ripete: «Sto con i piedi per terra, con i piedi per terra», una cartomante amica di famiglia che rivela: «Lo sapevo lo sapevo, c'era nei tarocchi». Ma del Giro delle Fiandre i tarocchi che dicono? «Vediamo, vediamo» e la carto- mante fruga nel futuro. Il signor Colombo padre (Ambrogio) l'ex gregario di Motta che apre un'officina perchè vuol costruirsi una casa tutta sua e il ciclismo di soldi gliene ha dati pochi, e la signora Colombo madre (Angela) sono commossi, caro il nostro campione. La sorellina di Gabriele, Claudia, è di là, guarda i cartoni animati alla tv. Dietro a Colombo ci sono Bartoli, Francesco e Filippo Casagrande. La Sanremo ne ha estratto uno, gli altri aspettiamoli al Giro (Francesco) e nelle prossime clas¬ siche. Intanto si eviti di fantasticare una serie di bombardamenti a tappeto sul nemico, rallegriamoci di non essere ciclisticamente defunti e non esageriamo con le pretese. La Milano-Sanremo è una bella partenza per la riconquista delle posizioni perdute, la corsa, lunga, molto lunga, è appena all'inizio. Dopo il Giro di Sardegna (con Colombo, Berzin, Chiappucci e Rominger) che comincia mercoledì e si conclude domenica, il Giro delle Fiandre apre la serie delle nordiche. Lì e poi alla Gand-Ve- velgem (la Roubaix lasciamola da parte, non è roba da debuttanti), alla Freccia Vallone e alla LiegiBastogne-Liegi, ce n'è di spazio per divertirsi. Jalabert (se non cade un'altra volta) Museeuw, Vandenbroucke (che a Sanremo ha dormito), Van Hooydonck, Nelissen ci aspettano e non per offrire rose. Berzin ha corso la Classicissima per Colombo, ma non crediamo che l'abbia sedotto il fascino del gregariato. A Indurain e Rominger, e aggiungiamoci Olano, pensiamo in seguito, non avviliamoci prematuramente: le corse a tappe sono i loro giardinetti privati. Che si fa, ci fermiamo qui o proseghiamo per affrontare il canceroso argomento doping? Proseguiamo, è d'obbligo. Durante la Tirreno-Adriatico s'è sparsa la voce di una nuova peste, una sostanza che avrebbe soppiantato la già nefasta eritropoietina e, finalmente, è anche lievitata tra i corridori la paura di finire rimbecilliti la carriera. Il ciclismo italiano ha oggi alcuni giovani di talento e non vorremmo che restassero vittime (né loro né gli anziani) di quei mascalzoni che si dilettano sulla pelle del prossimo, ma soprattutto vorremmo che qualcuno tra una pedalata e l'altra si facesse avanti, dicesse con coraggio: «E' arrivato il momento di parlare». Gianni Ranieri Dietro al vincitore della Classicissima c'è un'interessante pattuglia di giovani Dietro aldella Clac'è un'inpattugliavelgem (la Rouparte, non è ralla Freccia VBastogne-Liegper divertirsi. de un'altra voldenbroucke (cdormito), Van sen ci aspettanrose. Berzin hasima per Colodiamo che l'abno del gregariRominger, e ano, pensiamo viliamoci precorse a tappe netti privati. Cmo qui o prosetare il cancerping? ProseguDurante la Tisparsa la voce Gabriele Colombo (a sinistra) compirà 24 anni PI I maggio; Michele Bartoli (a fianco), 26 anni, un altro giovane di talento