Berlusconi: che vergogna «Comportamento inaudito non sono veri milanisti»

Berlusconi: che vergogna Berlusconi: che vergogna «Comportamento inaudito non sono veri milanisti» MILANO. Una stretta di mano tra due Cavalieri, Silvio Berlusconi e Calisto Tanzi, chiude la sfida di San Siro. Ma è una stretta di mano solo di facciata: il primo sorride felice per la vittoria, il secondo fa una smorfia che gli auguri del Dottore per il suo 57° compleanno non cancellano. Così mentre Berlusconi esalta la sua squadra e si gonfia il petto con le prodezze di Savicevic, Tanzi se la prende con l'arbitro che «ha commesso molti errori di valutazione anche se alla fine il risultato non è stato falsato. Adesso spero che non sia a rischio anche il piazzamento Uefa. Nel primo tempo ho visto un grande impegno ma non i gol. Poi siamo crollati. Comunque sono più deluso dall'insuccesso in Coppa». Berlusconi spende parole durissime per il comportamento dei tifosi: «E' un atteggiamento vergognoso, inaudito. Il vero milanista deve stare vicino alla squadra. La vittoria è stata una lezione per i contestatori, che mi hanno deluso parecchio». Poi, però, si esalta ripensando al trionfo e ribadisce: «Il Milan ha fornito una dimostrazione di forza, ha l'orgoglio di chi da sempre è protagonista». Il presidente milanista aggiunge: «Tutti i rossoneri sono stati bravi ma soprattutto Baresi e Tassotti. Baggio? Non l'avevo mai visto così determinato. E' la prima volta che si muove a tutto campo e rincorre anche l'avversario: una grande prova di orgoglio e la conferma che è un campione. Savicevic? Sabato gli avevo chiesto di giocare da "Genio" e lui ha risposto appieno al mio invito. La Juve si avvicina? Guardiamo a noi e ai tanti infortuni che ci angustiano. Il Bordeaux? Ci ha investito come un treno lanciato e ci ha distrutti: abbiamo lasciato sul terreno infortunati e morale. Ma siamo risorti subito». E chiude svelando un segreto: «Sabato ho dovuto annullare tanti impegni per stare vicino alla squadra. Grazie ai giocatori il sacrificio non è stato vano: bravi». Nino Sorniani

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