I Fondi vigilano, Riello va al listino, la Borsa è spenta di Valeria Sacchi
IFondi vigilano, Riello va al listino, la Borsa è spenta I NOMI E GLI AFFARI IFondi vigilano, Riello va al listino, la Borsa è spenta A Villa d'Este, dove Alfredo Ambrosetti tiene il seminario di primavera, il presidente di Confcommercio Sergio Bilie cammina avanti e indietro sulla terrazza, il telefonino incollato all'orecchio. Che stacca solo quando la moglie gli porta un messaggio. Non c'è dubbio, è lui l'uomo del giorno. Quel cellulare lo collega a un milioni di commercianti. Teoricamente, comprese le signore, a non meno di due milioni di voti di gente perennemente scontenta. Non a caso corre a salutarlo il candidato Giulio Tremonti, ex ministro delle Finanze, tra una pausa e l'altra del battibecco con l'attuale ministro delle Finanze, Augusto Fantozzi. Un battibecco talmente invadente, su tasse e Bot, che il moderaAugusto tore Antonio Fantozzi Martino de¬ Antonio Martino pone la giacca di aderente al Polo per indossare la toga di giudice super partes. Mentre a chilometri di distanza annuncia la «neutralità» un altro presidente elettoralmente importante: Paolo Micolini che guida la Coldiretti (cinque milioni di voti assicurati alla De nei bei tempi andati). Ma Micolini ha bisogno di tutti, in ballo c'è la sopravvivenza o l'abolizione del ministero delle Risorse Agricole, che Fausto Bertinotti chiede a gran voce, insieme alla tassazione del Bot.-Ritornello a lui caro e mezzo infallibile per regalar punti agli avversari. Nella battaglia elettorale che infuria, tasse e Bot tengono il campo. In ombra la Borsa, un tema che nelle precedenti tenzoni aveva sempre il suo posto d'onore. Forse perché, sparite «fisicamente» le grida, manca un luogo dove far comparire i presidenti del consiglio del momento. Come già fu per Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Borsa: ancora una volta la potente lobby delle banche è stata l'asso pigliatutto, occupando i vertici del nuovo Consiglio di Borsa con due uomini suoi: Francesco Cesarini alla presidenza, Attilio Molendi alla vicepresidenza. E se il primo, già vicepresidente nel Consiglio guidato da Attilio Ventura, oltre ad essere un economista prestato alla banca (la Popolare di Milano) vanta almeno una consuetudine con piazza Affari, il secondo, pur essendo presidente di SimCredit, è di fatto direttore finanziario del Cre- Francesco dito Italiano Cesarini Mario Draghi di Lucio Rondelli (ma qualcuno insinua che la sua nomina preluda a un prevalente futuro impegno nella Sim). Eppure si tratta di un consiglio «tecnicamente» importante, che deve pilotare la Borsa da ente pubblico a società privata, con tutti i grattacapi che ne conseguono. E che inizieranno non appena il direttore del Tesoro, Mario Draghi, renderà noto (forse in settimana) il testo sulla regolamentazione del mercato. Intanto il presidente dei Giovani Industriali, Alessandro Riello, annuncia che quoterà la sua azienda al Metim, ovvero il circuito delle borse locali per le piccole e medie aziende. E' troppo giovane per ricordare il Mercato Ristretto degli Anni Settanta, una sorta di bomba a orologeria che causò suc¬ cessivamente grossi dolori agli azionisti di alcune delle popolari che ne facevano parte, come la Novara di Lino Veruni e la stessa Milano di Piero Schlesinger. Sul Metim, comunque, già sorgono guerre tra Comuni, ad esempio tra Verona, Vicenza e Brescia. E la loro partenza non sarà tanto rapida, nonostante questi listini vedano, tra i loro sponsor più attivi, le locali Camere di Commercio. Anche perché, come dice il presidente della Consob Enzo Berlanda, per far partire una Borsa locale ci vogliono almeno 50 società quotate e venti operatori. Ma sempre dai dintorni della Borsa e dei mercati viene una buona notizia. Per bocca del presidente di Prime, Francesco Taranto, i gestori dei fondi fanno sapere che, Alessandro Riello nella prossima campagna assembleare, saranno in prima fila per fare le pulci ai bilanci. Attentissimi e implacabili. L'intervendo di Angelo Abbondio all'ultima assemblea Gemina ha fatto scuola. Nonostante qualche ombra giudiziaria tuttora pendente, l'ammiraglio Ottorino Beltrami ce l'ha fatta a salire alla prima poltrona della Fondazione Cariplo. Dopo che i due De in corsa, il basista Giuseppe Guzzetti e il ciellino Giuseppe Vimercati, sono riusciti ad eliminarsi a vicenda. Nonostante una situazione non brillante e molti problemi da risol- vere, la Cirio di Sergio Cragnotti è riuscita ad aggiudicarsi l'asta per la Centrale del Latte di Ancona. Nonostante conti da brivido e una svalutazione del capitale alle porte, il neo presidente di Alitalia, Domenico Cempella, pensa che la compagnia ce la possa fare. Mentre un altro ottimista, Vittorio Cecchi Gori, ritiene di avere ancora delle carte da giocare nella partita del calcio in tv. Guido Rossi ha festeggiato i suoi 65 anni con una cena a Venezia e una bella vittoria: il Consiglio di Stato gli ha dato ragione sulla emissione dei Boc in valuta. E il sindaco di Napoli Antonio Bassolino, che l'aveva ingaggiato per questa difficile battaglia, detto fatto ha piazzato Boc in Usa per 200 milioni di dollari. Chi l'avrebbe mai detto. Ora si aspetta la mossa del sindaco di Milano, Marco Formentini che, tra l'altro, deve privatizzare la Scala. Valeria Sacchi Antonio Bassolino Antonio Martino Mario Draghi Alessandro Riello Enzo Berlanda Antonio Bassolino Enzo Berlanda
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