Padre Ralph sulle colline di Silvana Mossano

Padre Ralph sulle colline Padre Ralph sulle colline Un prete moderno che ama la chitarra e la Kawasaki ALESSANDRIA. Un prete «moderno», che si fermava al bar con i parrocchiani, che trascinava folle di ragazzi, li portava in gita e ai corsi di equitazione. «Un po' eccentrico e strano» commentano in molti e si riferiscono al suo amore per le moto (viaggiava in Kawasaki), alle battaglie per costruire la piscina a Montemagno, alla chitarra sempre in spalla. Originario di Camagna, paesino del Monferrato casalese, dove vivono la mamma Maria, i fratelli Savino e Nerino, (una sorella, Livia, abita ad Alessandria), don Enzo Trambaiolo era entrato nell'Ordine dei Somaschi a undici anni. Qualcuno dice che forse non aveva una vera vocazione. Era stato in America Latina, in Spagna, aveva operato nelle borgate periferiche di Torino. Si era poi rivolto al vescovo di Casale, Carlo Cavalla, che gli aveva assegnato la parrocchia di Cellamonte. Entrato nel maggio '88, ci rimase quattro anni. Un bell'uomo, alto, asciutto, con un sorriso accattivante: era subito piaciuto soprattutto ai giovani. Qualcuno lo aveva anche ribattezzato il padre Ralph del Monferrato, ispirandosi al protagonista del romanzo «Uccelli di rovo». Ma in paese c'era chi lo amava e chi preferiva evitarlo, le vecchiette, soprattutto, indignate quando il prete non trovava il tempo per confessarle. Lasciata Cellamonte, è divenuto parroco a Montemagno, Comune astigiano della diocesi casalese. Dice il vicario generale, don Felice Moscone: «Aveva chiesto di essere assegnato a una parrocchia più grande e lo avevamo accontentato». Anche a Montemagno aveva raccolto intorno a sé soprattutto i giovani che lo avevano sostenuto nella battaglia per la costruzione di una piscina. Qualcuno, tuttavia, aveva intuito che il suo stato d'animo rivelava una profonda inquietudine: aveva momenti di entusiasmo, fino all'esaltazione. Erano intervenuti i suoi superiori, con l'invito a curarsi, e a fine estate aveva lasciato anche Montemagno. Negli ultimi mesi del '95 si era rifugiato nella parrocchia di Luceto, ad Albisola Superiore, ospite di un amico carissimo, don Luigi Delfino. Anche qui si era occupato soprattuto dei giovani, organizzando numerose attività oratoriali. Un giorno, d'improvviso, se n'è andato. Pare che i segni di turbamento fossero sempre più evidenti. Tornato a Camagna, si era sistemato prima dalla madre, poi aveva affittato due stanze sulla piazza del paese e aveva chiesto al Comune - spiega il vicesindaco Sergio Garlando - di affidargli dei locali dove allestire una sorta di centro sociale, per occuparsi di ragazzi difficili, utilizzando le conoscenze acquisite negli studi di ortofrenia. «Intendo occuparmi di giovani oligofrenici» aveva annunciato un mese fa, aggiungendo che avrebbe anche tenuto corsi di spagnolo. Ma nelle ultime settimane il suo stato era peggiorato visibilmente: aspetto emaciato, volto consunto, sguardo vago. Parlava anche confusamente. La madre aveva preferito trasferirsi da uno dei figli, perché temeva qualche brutta reazione da parte di don Enzo. Lo conferma la nipote con un nodo alla gola: ha da poco saputo che lo zio è in carcere per tentato omicidio. «Non riusciamo a capire... Una persona così buona e mite. Mio padre e un altro suo fratello hanno cercato di aiutarlo m tutti i modi. Noi gli vogliamo bene». Silvana Mossano

Persone citate: Camagna, Carlo Cavalla, Enzo Trambaiolo, Felice Moscone, Kawasaki, Luigi Delfino, Padre Ralph, Sergio Garlando