«Urlava voglio Fiammetta Diavoli vi ammazzo tutti»
«Urlava: vogli Diavoli, vi «Urlava: vogli Diavoli, vi Fiammetta tutti» TESTIMONE DI UN INCUBO E' un miracolo, se siamo vivi. Quello voleva ammazzarci tutti. Ce l'ha anche detto: "Adesso vi uccido"». Italo Mussio, 44 anni, ex consigliere provinciale del pds e presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Asti, non sa darsi pace. Dopo la notte di terrore è rimasto accanto a sua moglie, Ida (rischia l'amputazione di una gamba), ricoverata al Cto di Torino. Con lui sono i figli, Silvio, 18 anni, e Fiammetta, 21, gli altri testimoni dell'incubo. Mussio, come è potuto accadere? «Ce lo siamo chiesti per tutto il giorno, con i miei figli, e non abbiamo trovato risposta. Nessuno poteva immaginare una cosa così: e poi da un sacerdote, come si fa?». Si dice che fosse innamorato di Fiammetta. E' così? «Non so che cosa provasse per mia figlia. Certo è che lei non aveva mai dato adito a equivoci sui loro rapporti. Anzi, aveva smesso completamente di frequentarlo pochi giorni dopo averlo conosciuto: quando forse aveva capito che c'era qualcosa di strano, nel suo comportamento». Come si erano incontrati? «Alla festa dell'Unità, nello scorso luglio, a Refrancore. Lui, all'epoca era parroco di Montemagno, un paese confinante. Un tipo, così mi era sta- to descritto, con molti interessi culturali. Con Fiammetta, che frequenta il terzo anno di Lettere (indirizzo artistico) hanno parlato di varie cose. Poi lui ha incominciato a telefonarle, con sempre maggiore insistenza. Mia figlia, dopo un po' non si faceva più trovare». Ma lui ha continuato a cercarla: è anche venuto a casa vostra? «La prima volta a settembre. E' rimasto in cortile. Abbiamo parlato del più e del meno, pochi minuti. Prima di andar via, ha detto a me e mia moglie: "Avete una figlia splendida". Poi ha continuato a chiamare. Anche se Fiammetta non rispondeva, parlava con mia moglie. Lo abbiamo sempre trattato con cortesia, anche se cercavamo di fargli capire che era meglio che non insistesse». Ma lui è tornato. Quando? «Una quindicina di giorni fa è arrivato in cortile. Soliti di¬ scorsi, qualche scambio di battute con me e mia moglie e se n'è andato. L'altro ieri sera, venerdì, una nuova visita. Ma questa volta sembrava alterato. Mi ha subito aggredito a parole: "Tu ti opponi alla pubblicazione di un mio libro". Non ne sapevo nulla, gliel'ho anche detto. Ho cercato di farlo ragionare, in tutti i modi. Ma lui era sempre più nervoso. Alla fine quasi straparlava: "Voglio Dio, voglio Fiammetta". Prima di risalire in macchina, ci ha minacciati: "In questa casa c'è il Diavolo. Vi faccio fuori tutti, faccio una strage"». E poi? «Quando è andato via abbiamo telefonato ai carabinieri di Montemagno. Un episodio che ci ha turbati: sabato sera ho anche chiesto ai miei figli di restare a casa. Non so, avevo come un presentimento». Che cosa prova, adesso? «Molta paura, per tutti noi. Ma anche un senso di liberazione: perché se quest'uomo non fosse stato arrestato, non so come sarebbe finita. Forse, adesso, non sarei neppure qui a raccontarlo», [f. b.] Il padre: Da quando aveva conosciuto nostra figlia ci faceva visita spesso Già venerdì sera ci aveva minacciati Sopra, la casa dell'aggressione. In alto, a sinistra, Italo Mussio e sotto la moglie, Ida, investita con l'auto dal giovane prete: sono i genitori della ragazza di cui il sacerdote si era invaghito
Persone citate: Italo Mussio, Mussio
Luoghi citati: Asti, Montemagno, Refrancore, Torino
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