Slavina nel Lecchese Due feriti e un disperso di Marco Marelli
Slavina nel Lecchese Due feriti e un disperso Forse causata da uno sciatore in fuoripista Slavina nel Lecchese Due feriti e un disperso LECCO. Una slavina che cade: tre escursionisti si salvano ma forse sotto la massa di neve c'è un disperso. E' successo ieri sulid Grigna settentrionale, nel Lecchese. Le ricerche sono state sospese solo in serata. Dice Gian Attilio Eeltrami, uno dei responsabili del Soccorso alpino: «Secondo alcune testimonianze si tratterebbe di un ragazzo con una maglietta bianca. Non ci limane che attendere. Se qualcuno non è tornato a casa, i famibari ci telefoneranno». Stamane sulla Grigna Settentrionale riprenderanno le ricerche, sospese per l'oscurità e per la fitta nebbia. Come lo scorso 14 gennaio, quando un'altra slavina si era staccata dalla Grigna Settentrionale, montagna amata dagli escursionisti lombardi: un fronte di 200-250 metri che era sceso per oltre trecento metri. Ieri tutto è accaduto intorno alle 13,30, forse a causa di uno sciatore che, nonostante gli inviti a non uscire dalle piste, si è avventurato nella neve fresca, resa ancora più pericolosa dalle condizioni meteorologiche. La temperatura infatti si è alzata, negli ultimi giorni, per cui i rischi di slavina sono aumentati. La massa di neve si è abbattuta sui tre escursionisti. Uno si è liberato subito, gli altri hanno «galleggiato» per una cinquantina di metri, riportando ferite leggere. Si sono messi in salvo da soli. La slavina ha anche sfiorato una cinquantina di escursionisti, poco distanti. Altri gitanti poi hanno segnalato la presenza di un ragazzo, quello che potrebbe essere rimasto sotto la neve. Alle ricerche ieri hanno partecipato, assieme agli uomini del Soccorso alpino di Lecco, quelli di Sondrio con due imita cinofile. Sul posto sono intervenuti anche quattro elicotteri, il cui intervento è stato reso difficoltoso dalla fitta nebbia. Sul posto inoltre numerosi carabinieri e volontari che hanno partecipato alle ricerche. Il ripetersi di fatti come quelli di ieri confermano come sia estremamente pericoloso avventurarsi nella neve fresca in primavera. Ma a quanto pare a nulla valgono gli appelli lanciati dal Soccorso alpino. Dice Renziro Cosson, guida alpina del Monte Bianco e responsabile del soccorso alpino valdostano: «In questo fine settimana c'erano particolari condizioni che favorivano il distacco di slavine e valanghe. La causa è stata la temperatura, minime alte e grandi escursioni termiche. Stamattina (ieri, ndr) a 3000 metri di altitudine c'erano 0 gradi, faceva quindi caldo». Quindi meglio non fare il fuori pista, vero? «Non esageriamo, diciamo che le condizioni non sono ideali, ma non sono così drammatiche da consigliare agli sci-alpinisti di stare a casa. Piuttosto e bene ricordare loro che gli orari sono importanti, devono affrontare cioè i pendii nevosi nelle prime ore del mattino. E' ovvio che a mezzogiorno le condizioni, in questi giorni, sonò state proibitive». Marco Marelli
Persone citate: Cosson, Gian Attilio Eeltrami
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